UN’EUROPA PIÙ RESILIENTE E FORTE NELLA LOTTA ALL’INGERENZA STRANIERA: IL MIO INTERVENTO IN PLENARIA
Durante i lavori nella plenaria di marzo, sono intervenuto per porre l’attenzione su come, per troppi anni, in Europa si sia sottovalutato il problema delle interferenze straniere sulle nostre democrazie e non si siano considerate le disastrose conseguenze che esse hanno avuto. Purtroppo i tentativi di ingerenze straniere stanno aumentando in tutto il mondo e sono sempre più sofisticati, anche grazie all'utilizzo dell'intelligenza artificiale. Non sempre è facile individuarli perché assumono forme diverse e spesso trovano anche alleati interni al sistema da condizionare. Per questo, è necessario prendere consapevolezza di questo rischio e rendere le nostre comunità più resilienti e pronte a respingere questi attacchi. Il lavoro della Commissione speciale di inchiesta sulle interferenze straniere (INGE), di cui sono componente, punta a dare un forte segnale a tutti i cittadini, alle istituzioni, ma anche a quei Paesi che per anni hanno approfittato della nostra guardia abbassata per veicolare e amplificare messaggi di odio e disinformazione, per alimentare le paure e le fragilità, per delegittimare un sistema, per indebolire un modello come quello europeo. La verità, come ho fortemente sottolineato a tutto l’emiciclo, è che l’Unione Europea fa paura. La nostra democrazia, gli standard di libertà e difesa dei diritti umani, la prosperità economica, sono tutti elementi che spaventano quei Paesi che fanno invece della coercizione e della paura gli unici mezzi di controllo della popolazione. Il conflitto russo-ucraino ha messo l’Europa nella giusta condizione di alzare la guardia, di essere più vigile e di iniziare un percorso che permetta all’UE e ai suoi Stati membri di sviluppare una strategia coordinata di lotta all’interferenza straniera per difendersi da chi manipola l’informazione a suo piacimento e diffonde menzogna. Dobbiamo difendere il nostro modello ed essere di riferimento anche per gli altri Paesi democratici extra europei affinché possano prenderci come esempio per sviluppare sistemi in grado di proteggersi.
L’EUROPARLAMENTO APPROVA IL NUOVO REGOLAMENTO SULLE BATTERIE
Il Parlamento europeo ha adottato il regolamento per il ciclo di vita sostenibile delle batterie. La normativa sostiene l’introduzione dell’obbligo di diligenza per i produttori al fine di scongiurare il mancato rispetto dei criteri di natura sociale e l’industria dovrà garantire maggior rispetto dei diritti umani, tenendo in considerazione i rischi relativi all’approvvigionamento, alla lavorazione e al commercio delle materie prime concentrate solo in pochi Paesi. Durante i lavori della plenaria di marzo, sono intervenuto proprio in merito a questo regolamento per sottolineare anche la necessità di avere una economia produttiva europea in tal senso. Bisogna riconoscere, infatti, che, a differenza di quanto accaduto in passato dove abbiamo sostenuto politiche ambientali a favore del fotovoltaico senza avere una produzione europea, in questa occasione l’Unione europea ha allineato le sue politiche ambientali con quelle industriali puntando ad avere una sua graduale autonomia produttiva di qualità da contrapporre a quella dei Paesi terzi. Certo, il fattore tempo rappresenta ora una variabile essenziale, anche alla luce del conflitto bellico in corso, e ci obbligherà a perseguire i nostri obiettivi in maniera veloce ed efficiente. Nel mio intervento all’emiciclo ho voluto sottolineare anche come il lavoro fatto per il Regolamento abbia rappresentato un modello da replicare per l’approccio olistico con cui si è proceduto a definire una normativa riferita all’intero ciclo di vita di un prodotto così da poterne sfruttare al massimo le potenzialità e creare un virtuoso sistema circolare. Sappiamo che la domanda di batterie crescerà in maniera esponenziale per favorire la mobilità sostenibile e l’accumulo delle energie rinnovabili, ma sappiamo che purtroppo l’Europa attualmente è dipendente da altri Paesi per i necessari componenti chimici. L’attuale blocco della Russia ad esportare nichel ha evidenziato ancora di più la necessità e l’urgenza di un nostro sistema produttivo circolare ed il più possibile autonomo. Questo regolamento rappresenta però un decisivo passo in avanti sulle batterie e sostituirà la direttiva del 2006, non più adeguata al mercato, all’evoluzione tecnologica e industriale e, soprattutto, ai nuovi obiettivi ambientali dell'Europa.
IL RITORNO ALL’IDEA DI UNA DIFESA COMUNE EUROPEA (di Stefano Murace)
In queste settimane stiamo assistendo a degli importanti cambiamenti sullo scacchiere geopolitico internazionale. Se da un lato la frettolosa ritirata della scorsa estate dall’Afghanistan aveva lasciato intendere un momento di “debolezza” della NATO, tanto da convincere il presidente Putin di avere carta bianca per agire indisturbato in Europa, dall’altro lato l’aggressione all’Ucraina sembrerebbe aver dato il giusto stimolo per rilanciare il progetto di difesa comune europea. In risposta all’invasione Russa, l’UE, oltre all’imposizione di pesanti sanzioni all’economia e agli oligarchi russi, tramite il suo “Strumento europeo per la pace” ha approvato un pacchetto di aiuti, dal valore di un miliardo di euro, in armi ed equipaggiamenti di difesa per le forze armate ucraine. Questo strumento destinato alle missioni della Politica di sicurezza e di difesa comune viene finanziato interamente dagli Stati membri e quindi non rientra nel bilancio dell’UE. Sicuramente é stata una decisione che ha rappresentato una grande novità in quanto è la prima volta nella storia che l'UE fornisce attrezzature militari a un paese terzo. È stata una decisione che ha animato un forte dibattito, anche in Italia, tra favorevoli e contrari. Nel merito il Governo danese ha annunciato che il 1° giugno 2022 terrà un referendum in cui i suoi cittadini saranno chiamati a decidere sul mantenimento o meno dell’opt-out per quanto riguarda la partecipazione alla politica di sicurezza comune, garantito loro nell’accordo di Edimburgo del 1992. Con la guerra alle porte, oggi più che mai c’è bisogno di aumentare le capacità operative dell’UE. Durante i recenti vertici del Consiglio europeo si è parlato, tra l’altro, di uno strumento che è fondamentale per il coordinamento degli sforzi europei, la cosiddetta “Bussola strategica”, tra le cui misure rientra anche l’aumento delle spese per gli armamenti, per il miglioramento della sicurezza informatica - elemento chiave nell’era digitale e delle guerre ibride - e per lo sviluppo dell’industria difensiva e spaziale. Inoltre, si è parlato dell’introduzione entro il 2025 di una forza europea di rapido intervento composta da 5.000 militari e 200 esperti. Nella speranza di vedere prima possibile una risoluzione del conflitto e alla luce delle criticità emerse dal conflitto, sarà importante che l’Unione europea rafforzi la sua posizione nello scacchiere geopolitico internazionale.
FILIERA E AUTOSUFFICIENZA ALIMENTARE: LA GUERRA METTE A RISCHIO UE E ITALIA
La guerra sta avendo contraccolpi sulla sicurezza alimentare di tutti quei Paesi, Italia compresa, che dipendono fortemente dalle importazioni di grano e mangimi per i propri fabbisogni alimentari. Uno dei settori che più sta pagando le ripercussioni del conflitto tra Russia e Ucraina, infatti, è certamente quello agroalimentare e questo inevitabilmente va a toccare anche le grandi sfide europee come il Green Deal, la PAC e il Farm to fork. Come ho più volte ribadito anche in sede parlamentare, questo non significa assolutamente rinunciare ad una agricoltura europea sempre più sostenibile e rispettosa dell’ambiente, ma prendere atto di alcune criticità emerse, a seguito del conflitto bellico in corso, per le quali è necessario aggiornare le nostre strategie e poterle realmente raggiungere. Forza Italia ritiene che gli ambiziosi obiettivi di sostenibilità ambientale siano condivisibili, ma devono avere anche una declinazione economica affinché la nostra economia europea non si indebolisca a favore di quella dei Paesi terzi e per questo che ha presentato, a Bruxelles, un proprio Piano per la sicurezza alimentare. Come ho ribadito durante il mio intervento nella plenaria del 23 marzo, la guerra è un evento eccezionale e straordinario rispetto al quale l'Europa deve agire e reagire, con misure altrettanto eccezionali e straordinarie, sia per favorirne la cessazione sia per difendere la nostra sicurezza produttiva e alimentare. Mentre si costruisce una strategia di lungo termine per la nostra autonomia, dobbiamo avere il coraggio di riconoscere che le varie strategie di sostenibilità, precedenti alla guerra in Ucraina, devono essere contestualizzate. Bisogna essere pragmatici: è necessario capire come rimodulare ogni iniziativa che possa incidere sulla capacità produttiva europea e adeguare le nostre strategie alla luce delle criticità emerse.
IL CONFLITTO IN UCRAINA E LE RIPERCUSSIONI SULL’ECONOMIA EUROPEA E ITALIANA
Il conflitto tra Russia e Ucraina ha inesorabilmente cambiato le priorità della politica economica italiana ed europea. La ripresa del nostro Paese, affidata principalmente al buon esito del PNRR, sta facendo i conti con l'inflazione, il rialzo dei tassi di interesse e gli effetti del caro energetico e delle materie. L'aumento spropositato del costo del gas ha costretto molte aziende a chiudere e il vertiginoso aumento del costo della benzina ha bloccato il trasporto delle merci in mezza Italia. Anche se in questo momento, purtroppo, non è possibile prevederne la durata, è inevitabile che la guerra in corso tra Russia e Ucraina continuerà ad avere un impatto anche sulla già delicata situazione economia delle famiglie ed imprese italiane ed europee, rischiando di compromettere anche le ambiziose sfide del Next Generation EU. Se prima del conflitto, in Italia, il caro bollette pesava per 22 miliardi di euro a trimestre, ora le stime approssimative parlano di almeno 35 miliardi a trimestre. È evidente, inoltre, che le sanzioni applicate alla Russia stanno avendo serie ripercussioni anche su chi le ha applicate. In Italia, i settori più colpiti sono l’agroalimentare e il turismo per una somma che si aggira sui 3,5 miliardi di euro con le piccole e medie imprese del Made in Italy che stanno pagando il prezzo maggiore. A fronte di questo delicato scenario, Forza Italia ha proposto il rinnovo della sospensione del rigoroso Patto di Stabilità e Crescita, in procinto di essere nuovamente attivato il 1° gennaio del 2023, procedendo comunque ad una sua revisione che lo renda flessibile e corrispondente alle reali esigenze dei singoli Stati. Inoltre siamo convinti che ci sia bisogno di un meccanismo simile al Next Generation EU, con l’emissione di debito comune, per il sostegno alle imprese e alle famiglie per i maggiori oneri derivanti dalle sanzioni contro la Russia, per la gestione dell’emergenza umanitaria, per il rafforzamento di una difesa e per una politica industriale, energetica ed alimentare comune. Dopo la pandemia, l’Europa è chiamata ad affrontare anche questa difficile crisi ed a mostrare la sua reale coesione e solidarietà che saranno necessarie per affrontare sia queste sfide sia quelle future.
IL CIBO DEL FUTURO. IL FUTURO DEL CIBO
“Il cibo del futuro, il futuro del cibo”: un convegno per confrontarsi sul mondo agroalimentare, tra ipotesi e realtà, dalla terra alla tavola” è l’evento che ho organizzato tramite la mia piattaforma Insieme in Europa per venerdì 8 aprile alle ore 11:00 presso la Sala delle Bandiere dell’ufficio italiano del Parlamento europeo a Roma. Negli ultimi mesi dello scorso anno, il Parlamento europeo ha approvato la Risoluzione non legislativa della strategia “Farm to fork” che punta ad accelerare la transizione verso un sistema alimentare sostenibile e, dopo un lungo negoziato, ha approvato anche la riforma della Politica Agricola Comune che si pone l’obiettivo di rendere l’agricoltura europea più competitiva, equa e sostenibile per essere protagonista nella lotta ai cambiamenti climatici. Sono state decisioni che possiamo definire, senza alcun dubbio, storiche e che contribuiranno in maniera determinante allo sviluppo del settore agroalimentare europeo il quale, durante il periodo più cruento della pandemia, ha rappresentato un avamposto di resilienza per l'approvvigionamento delle persone e che oggi si trova a far fronte alla crisi della produzione delle materie prime causata dal conflitto tra Russia e Ucraina. Pur tenendo presente il difficile momento sociale che attraversiamo, ma considerando il grande interesse che il settore agroalimentare rappresenta per l’Italia e l’Europa, alla luce soprattutto delle importanti novità di cui è protagonista, ho pensato di realizzare delle iniziative che avessero come tema centrale lo stato dell’arte della filiera non solo sotto l’aspetto produttivo e commerciale, ma anche gastronomico e culturale senza tralasciare le possibili ipotesi in visione futura. Il primo di questi eventi è proprio “IL CIBO DEL FUTURO, IL FUTURO DEL CIBO - Ipotesi e realtà dalla terra alla tavola” nel quale ho coinvolto alcuni interpreti del panorama dell’agroalimentare con cui approfondire le novità e le perplessità che, in questo periodo specifico, investono il settore soprattutto dal punto di vista della produzione e distribuzione, dell’alimentazione e dell’elaborazione gastronomica. Interverranno nel dibattito: David Granieri, Presidente Coldiretti Lazio e Unaprol (Consorzio Olivicolo Italiano), Alex Revelli Sorini, gastrosofo e professore di comunicazione delle culture e politiche alimentari presso l’Università Telematica San Raffaele di Roma e Alessandro Circiello, chef e volto Rai, media & public affairs della Federazione Italiana Cuochi.
Info e prenotazioni su www.insiemeineuropa.it .
INTERVISTE E RASSEGNA STAMPA
Per ascoltare le mie dichiarazioni e i miei interventi o leggere articoli e interviste su di me, vai ai seguenti link:
GIORNALI: https://www.salvatoredemeo.eu/rassegna-giornali/
WEB: https://www.salvatoredemeo.eu/web-febbraio-2022/
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ITALIA DOMANI: IL PORTALE PER TUTTE LE INFORMAZIONI SUL PNRR
Italia Domani è il portale del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza italiano che si inserisce all’interno del programma Next Generation EU, il pacchetto da 750 miliardi di euro, costituito per circa la metà da sovvenzioni, concordato dall’Unione Europea in risposta alla crisi pandemica. All’Italia sono stati destinati 191,5 miliardi di euro suddivisi in 6 Missioni principali. Questo portale consente di consultare lo stato di avanzamento di ogni investimento e le spese sostenute. In questo modo, tutti i cittadini potranno controllare e monitorare le informazioni relative alla realizzazione del PNRR.
L’EUROPA È VICINA ALLE DONNE AFGHANE
L’1 e 2 febbraio il Parlamento europeo ha organizzato l’evento "Giornate della donna afgana" che ha riunito deputati, una delegazione delle donne afghane finaliste del Premio Sacharov 2021, rappresentanti della Commissione e delle Nazioni Unite e i rappresentanti organizzazioni internazionali. Sono quasi 20 milioni le donne afghane che vivono in una condizione delicata e precaria in un territorio governato da un regime talebano che, nonostante si sia dichiarato diverso rispetto al passato, continua a presentarsi con tante proibizioni e limitazioni nei confronti soprattutto delle donne i cui diritti acquisiti dopo anni di battaglie sono messi in discussione. Una donna afghana oggi non può lavorare fuori casa, non può fare altre attività se non accompagnata da un uomo, non può studiare in scuole o università, non può andare in bicicletta o in moto, portare tacchi alti, poter presenziare a trasmissioni televisive, praticare sport, indossare vestiti che non siano il burqa, usare cosmetici o addirittura ridere ad alta voce. Senza considerare che per le donne che hanno relazioni fuori dal matrimonio è prevista la lapidazione pubblica. Un lungo elenco di divieti e limitazioni che offendono la persona prima che la donna perché privano di un concetto fondamentale per tutti: quello della libertà di espressione e di essere semplicemente sé stesse. Gli incontri organizzati dal Parlamento europeo vogliono far luce sulla situazione estremamente preoccupante per queste donne dopo il ritorno dei talebani al potere l'anno scorso e allo stesso tempo analizzare le loro prospettive future e le azioni con cui la comunità internazionale le possa sostenere nelle tante battaglie di rivendicazione dei loro diritti e della loro libertà.
LA TRANSIZIONE VERDE DEVE ESSERE UN’OPPORTUNITÀ PER TUTTI
La Commissione europea ha deciso che anche il gas e il nucleare possono essere considerati fonti energetiche utili alla transizione ecologica e avere, a determinate condizioni, l'etichetta europea per gli investimenti verdi. Nel dettaglio, il testo approvato prevede che gli investimenti nelle centrali nucleari siano etichettati come green a patto che i progetti siano ben definiti nella sicurezza delle tecnologie e nel piano di stoccaggio e gestione dei relativi rifiuti. Per considerare verdi gli investimenti nel gas, invece, le nuove centrali potranno essere realizzate entro il 2030 a condizione che dovranno sostituire impianti più inquinanti al fine di produrre emissioni inferiori ed in regola con i nuovi canoni stabiliti dall’UE. Tutto questo non significa rinunciare alla priorità delle energie rinnovabili, ma con un sistema più ampio di fonti energetiche si potrà più facilmente raggiungere la neutralità climatica considerando che gas e nucleare hanno un minore impatto ambientale del carbone: essi possono quindi rappresentare una fonte “ponte” di energia che ci permetterà di raggiungere realmente gli obiettivi di riduzione della CO2 in maniera più veloce. Forza Italia condivide la possibilità di poter considerare anche queste fonti energetiche perché crediamo che siano utili per raggiungere realmente la neutralità climatica ed una maggiore autonomia energetica europea, ma anche perché sosteniamo che la transizione verde debba essere un’opportunità per creare valore e posti di lavoro e non debba penalizzare l’economia di famiglie ed imprese. In ogni caso, il provvedimento della Commissione sulla tassonomia energetica rimane uno strumento di indirizzo e non impone obblighi o divieti sulle varie soluzioni per le quali saranno gli Stati membri a dover scegliere responsabilmente e senza pregiudizi ideologici le proprie strategie energetiche. Questa decisione risulta essere ancora più importante nel mutevole clima geopolitico di questi giorni in cui, alla già presente crisi energetica, si aggiunge l’inasprimento delle relazioni con la Russia, uno dei principali fornitori di gas del continente europeo. L’Italia rientra tra i principali consumatori di questo combustibile in quanto viene impiegato per la produzione di quasi metà dell’energia prodotta in un anno, elemento che la rende vulnerabile alle fluttuazioni di prezzo e di offerta. Ciò è in parte dovuto alla mancata lungimiranza di alcune scelte del passato i cui effetti però, grazie al Green Deal, avranno sempre meno influenza sul mercato energetico europeo. L’Ue potrà contare sugli aiuti provenienti dall’alleanza atlantica per risolvere questa crisi energetica e dalle forniture di gas provenienti dagli altri Paesi asiatici ed africani che riforniranno l’Europa mediante i gasdotti costruiti degli ultimi decenni. Nel medio-lungo periodo, invece, anche grazie ai finanziamenti del Next Generation EU e ai provvedimenti della Commissione, come quello sulla tassonomia energetica, l’Europa potrà rendere il suo mercato energetico più verde e più indipendente da influenze straniere.
NUOVE NORME PER PROTEGGERE I LAVORATORI DALLE SOSTANZE CANCEROGENE
Nell’emiciclo di Strasburgo abbiamo largamente discusso e approvato la Relazione per una strategia europea contro il cancro affinché l’Unione europea rafforzi le sue azioni di ricerca, di prevenzione e di cura per combattere questa insidiosa malattia. Abbiamo tutti riconosciuto come la lotta al cancro sia una priorità e abbiamo condiviso la necessità di fare di più. Nel frattempo, come ho voluto sottolineare nel mio intervento durante i lavori della plenaria, bisogna tenere conto e fare doverose riflessioni sui milioni di europei che continuano ad ammalarsi o a morire di cancro. Dopo l’approvazione della Relazione BECA per una Strategia europea contro il cancro, il Parlamento, a distanza di pochi giorni, è stato chiamato ad esprimersi su un altro provvedimento che, seppur apparentemente diverso, ha visto proprio nel cancro l’elemento di collegamento facendoci capire quanto sia necessario intervenire su più fronti per debellare questa malattia. Il cancro è pericoloso soprattutto per i modi e i tempi in cui si sviluppa. La prevenzione diventa quindi l’arma più efficace per combatterlo insieme ad un potenziamento della ricerca e di azioni comuni che possono essere meglio affrontate con un’azione congiunta dell’Unione e una legislazione a livello europeo capace di adattarsi ai nuovi pericoli a cui sono esposti i lavoratori. Secondo le stime, le norme che abbiamo approvato ridurranno di circa un milione l’esposizione dei nostri lavoratori europei alle sostanze chimiche cancerogene. Nel provvedimento ho apprezzato l’attenzione che è stata data ai lavoratori del comparto ospedaliero, da due anni in prima linea nella pandemia. Proprio gli operatori sanitari, infatti, hanno quotidianamente a che fare con medicinali pericolosi, metà dei quali reprotossici, ed è quindi necessario avere un’adeguata formazione per maneggiare questi prodotti. Con la quarta modifica apportata alla Direttiva contro il cancro non solo aggiorniamo l’elenco delle sostanze cancerogene, che andrebbe ulteriormente rivisto con un lasso temporale minore, ma fissiamo anche un livello europeo di limiti di esposizione ad esse. Questo rappresenta un altro passo in avanti per proteggere cittadine e cittadini europei che, anche sui luoghi di lavoro, devono sentirsi sicuri grazie ad un’Europa che c’è e tutela la loro salute.
PIÙ SICUREZZA PER I GIOCHI DEI BAMBINI: IL MIO INTERVENTO A STRASBURGO
Tempo fa leggevo di una notizia di un orsacchiotto di peluche interattivo che permetteva di inviare messaggi tra bambini e adulti. Questo giocattolo è stato hackerato e ha consentito a persone malintenzionate di acquisire immagini, video e audio privati, ma, soprattutto, riferiti a minori. È solo uno degli spiacevoli scenari a cui si va incontro se non saranno assicurati maggiori ed adeguati standard di sicurezza nella produzione di giocattoli e di dispositivi elettronici per i bambini. Nel mio intervento durante i lavori della plenaria ho voluto evidenziare come non siano da sottovalutare gli insidiosi pericoli derivanti dai giocattoli sempre più connessi in rete che interagiscono quotidianamente con i nostri piccoli. I giocattoli smart possono raccogliere una quantità infinita di dati sensibili e il problema è che spesso non si conosce dove siano memorizzati e se il produttore del giocattolo intelligente li venda o li ceda a terzi e per quale utilizzo. Sono contento che, durante i lavori all’emiciclo di Strasburgo, tutti abbiano condiviso la necessità di aggiornare l’attuale legislazione in materia di sicurezza per adeguarla a quelli che sono i notevoli e potenziali rischi presenti sul mercato. In particolare, nella fase di produzione, in merito alla presenza di sostanze chimiche o sintetiche, ho ritenuto necessario sottolineare l’importanza di stabilire requisiti e valori chiari e aggiornati anche alle nuove risultanze scientifiche per garantire soglie di sicurezza che escludano ogni forma di pericolo. Ho voluto concludere il mio intervento sottolineando come sia necessario prevedere, in generale, regole più stringenti per i giocattoli provenienti da Paesi extraeuropei e, soprattutto, per quelli venduti sulle piattaforme online sia per garantire gli standard qualitativi sia per non esercitare una concorrenza sleale nei confronti dei nostri produttori europei.
LA RIFORMA DELLE CONCESSIONI BALNEARI: IMPORTANTE TUTELARE LE IMPRESE ITALIANE
In merito alle concessioni balneari, come Forza Italia abbiamo preso atto della proposta di riforma presentata dal Consiglio dei ministri, dopo la recente sentenza del Consiglio di Stato, ma riteniamo fondamentale approfondire alcuni aspetti, proseguendo il confronto propositivo con gli operatori e con le rispettive associazioni di categoria per un miglioramento del provvedimento. Innanzitutto, visto che migliaia di chilometri di spiagge risultano ancora non concessionate, nella fase di ricognizione e mappatura del demanio è necessario verificare se oggettivamente c’è la scarsità della risorsa, presupposto base della richiesta concorrenza della Direttiva Bolkestein. Inoltre, nel riordino della materia crediamo sia indispensabile prendere in considerazione anche le normative di altri Stati europei, vedi Spagna o Portogallo, che sono state già ritenute compatibili con la suddetta Direttiva. Sicuramente il Parlamento dovrà procedere ad una necessaria riforma nel rispetto della normativa comunitaria, ma dovrà anche considerare che le imprese balneari italiane, in gran parte a conduzione familiare, sono state e sono un valore aggiunto per il settore turistico, con migliaia di posti di lavoro, e non possono essere né svendute né esposte ad eventuali interessi della criminalità organizzata.
NESSUNA ETICHETTA SANITARIA SUL VINO: NECESSARIO DISTINGUERE TRA USO E ABUSO DI ALCOL E FARE LA CORRETTA INFORMAZIONE SU UN CONSUMO RESPONSABILE
È stato un importante risultato quello raggiunto dalla delegazione di Forza Italia – PPE a Strasburgo in difesa del comparto vitivinicolo italiano. Il Parlamento europeo, dopo aver istituito una Commissione speciale per la lotta al cancro, ha elaborato una relazione con cui indica alla Commissione una serie di indirizzi per implementare la strategia europea contro il cancro. Grazie agli emendamenti presentati dalla delegazione di Forza Italia – PPE, siamo riusciti a far approvare le proposte di modifica alla citata relazione escludendo il pericolo di un’etichettatura sulle bottiglie di vino con informazioni fuorvianti e inappropriate salvaguardando così il comparto vitivinicolo europeo, ma, soprattutto, il nostro vino che rappresenta un’eccellenza del Made in Italy in tutto il mondo. Condividiamo la Strategia approvata che porterà l’Unione europea a rafforzare ulteriormente le azioni di prevenzione e di cura del cancro, e siamo consapevoli che l’abuso di alcol rappresenta un fattore di rischio, ma è stato fondamentale precisare la distinzione tra “uso” e “abuso” di alcol evidenziando come un consumo moderato e responsabile non costituisce un rischio per la nostra salute né per l’emergere di patologie tumorali. Alla fine è prevalso il buon senso ed è stato salvaguardato il comparto vitivinicolo europeo, ma, soprattutto, il vino italiano che rappresenta una delle eccellenze Made in Italy nel mondo. Siamo riusciti, inoltre, ad eliminare dalla relazione anche il riferimento al Nutriscore, il sistema di etichettatura a semaforo degli alimenti non approvato dall’Ue e adottato solo da alcuni Stati membri, che riteniamo altamente fuorviante per il consumatore in quanto lo condiziona e al quale l’Italia sta contrapponendo il sistema NutrInform battery, un sistema che, invece, lo informa e lo tutela poiché considera tutti i valori nutrizionali della singola porzione e non di 100 ml/mg. Con l’approvazione di questi emendamenti abbiamo scongiurato l’ennesimo attacco alle eccellenze agroalimentari europee ed italiane e difeso il sano regime nutrizionale rappresentato dalla dieta mediterranea riconosciuta dalla Organizzazione Mondiale della Sanità quale migliore modello per la salute in quanto considera tutti gli alimenti, ma in modo integrato ed equilibrato. Forza Italia continuerà a sostenere l’importanza di difendere le varietà e tipicità alimentari europee che sono identitarie delle nostre tradizioni e dei nostri territori.
ATTACCO ALL’UCRAINA: DECISIONE INGIUSTIFICATA E INGIUSTIFICABILE
Le esplosioni e gli attacchi russi a Kiev e in altre città ucraine la notte del 24 febbraio sono state la triste prova della durissima dichiarazione di guerra da parte della Russia che ha, di fatto, violato tutti i principi della Carta Onu e lasciato inorridito il mondo intero. Nelle scorse settimane, uno dopo l'altro, quasi tutti i Paesi membri, i leader mondiali, i gruppi politici, le Istituzioni e addirittura il Papa sono intervenuti per condannare l'uso, o meglio l’abuso, di ogni forma di forza militare, dialettica o economica per sottrarsi al confronto ed imporre la propria posizione in modo unilaterale. Da più fronti è stata invocata la diplomazia prospettando anche possibili sanzioni contro la Russia se non ci fosse stato un passo indietro. È evidente che tutto questo non ha fermato minimante il piano di Putin. Formalmente il presidente russo ha parlato di "demilitarizzare, ma non occupare" e della volontà di “denazificare” la capitale ucraina, ma poi ha brutalmente detto che a chiunque provi a interferire o a minacciare la Russia la risposta sarà immediata e porterà a “conseguenze mai sperimentate nella storia”. Il mondo si trova ora davanti a un momento di grande pericolo e non possiamo negare che l'intero sistema internazionale è messo alla prova. Dobbiamo superare questo momento mettendo in campo tutta la diplomazia per un cessate il fuoco immediato. La decisione di Putin è ingiustificata e ingiustificabile rispetto ai negoziati e alle diplomazie in corso che, mi auguro, possano proseguire per far cessare gli attacchi e scongiurare scenari peggiori. La storia insegna e dalla storia si può imparare: la condanna da parte del mondo intero è netta e non lascia dubbi sulla responsabilità di quanto sta avvenendo. La crisi ucraina evidenzia ancora una volta la necessità di una politica estera e di difesa comune dell’Unione europea.
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L’EUROPA INTERVENGA SULLA VICENZA DAPHNE CARUANA GALIZIA E FONDI UE ELECTROGAS
Daphne Caruana Galizia, è stata una giornalista e blogger maltese, curatrice di uno dei blog più seguiti di Malta, impegnata in numerose inchieste e attiva contro la corruzione. Ha perso la vita in un attentato dinamitardo il 16 ottobre 2017. Da fonti di stampa maltesi, abbiamo appreso che Yorgen Fenech, sotto processo per l'omicidio di Caruana Galizia, sospettato di essere la mente ed il mandante dell’assassinio, potrebbe beneficiare di fondi europei destinati a finanziare un gasdotto maltese che fornisce gas alla centrale elettrica di cui lui stesso è azionista. Prima del suo assassinio, la giornalista stava indagando sulla stessa centrale elettrica e, secondo la polizia maltese, l'omicidio è stato motivato dalle sue indagini sulla centrale elettrica. Nelle parole di Matteo Caruana Galizia, figlio di Dafne, questo è semplicemente "intollerabile". L'Unione Europea, infatti, ha più volte elogiato l'attività della compianta Caruana Galizia, istituendo anche il “Premio Daphne Caruana Galizia per il giornalismo”. Il finanziamento indiretto di fondi europei all'uomo accusato del suo omicidio non solo sarebbe gravemente incoerente, ma sarebbe anche irrispettoso per la sua memoria. A tal proposito, ho firmato, insieme a tutta la delegazione forzista del Partito popolare europeo, una interrogazione parlamentare perché si faccia chiarezza sui fondi destinati a Electrogas. Riteniamo che questa vicenda sia ingiusta ed irrispettosa, ma, soprattutto, che l’Europa debba intervenire in maniera chiara e decisa.
INDIA E MYANMAR, L’UNIONE EUROPEA DEVE MOBILITARSI SUBITO
La realtà quotidiana per 309 milioni di cristiani, in molte parti del mondo, è purtroppo quella di essere perseguitati. Alla fine del 2021, sono state segnalate con particolare asprezza due situazioni: India e Myanmar. Le notizie che sono arrivate, infatti, sono state terribili e inaccettabili. In India c’è stato il caso clamoroso del blocco dei conti delle Missionarie della Carità di santa Teresa di Calcutta, che ha lasciato le religiose, e soprattutto 22mila tra dipendenti e ospiti dei loro centri, in grande difficoltà. Le autorità parlano di presunte "irregolarità". L'altro fronte caldo è il Myanmar. Da quando, il 1° febbraio del 2021, i militari guidati dal generale Min Aung Hlaing hanno preso il potere con un colpo di Stato, il terzo dall’indipendenza del 1947, destituendo il presidente Win Myint e la consigliera di Stato, nonché premio Nobel per la Pace, Aung San Suu Kyi, le cose sono sempre più andate peggiorando. In coincidenza con lo scorso Natale, sia in India che in Myanmar, si sono verificati fenomeni di odio contro diverse comunità cristiane che, in parte, persistono. Chiese devastate, preti picchiati e spiati, omicidi, stupri, cure mediche negate come l'accesso ai pozzi. Una serie di episodi aumentati nel 2021, come non accadeva da anni, del 40,8% nella sola India. Tutto questo ai danni di una comunità che offre istruzione e cure gratuite ai più̀ poveri. Il 24 dicembre passato, inoltre, nello Stato orientale del Kayah in Myanmar, dove metà della popolazione è cristiana, sono stati uccisi brutalmente 38 passeggeri in transito, tra cui un bambino e due operatori umanitari dispersi. Alla luce di questi condannabili avvenimenti e di altri che stanno accadendo in diverse parti del mondo, ho chiesto, insieme al Presidente Berlusconi e tutta la delegazione di Forza Italia a Bruxelles, al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza quali azioni intenda adottare per rispondere a questi violenti e continui fenomeni di odio nei confronti di tantissimi cristiani, civili e religiosi, che sono impegnati in tante azioni di cooperazione e di aiuto ai più bisognosi.
LA RIPARTENZA DEI LAVORI IN COMMISSIONE AGRI: PESTE SUINA E ACCAPARRAMENTO DELLA CINA
Sono ripresi i lavori parlamentari, dopo la pausa natalizia, e nel corso dell'audizione del Commissario europeo all’agricoltura, Janusz Wojciechowski, ho evidenziato due questioni importanti e di attualità per il settore e per l’Italia. Innanzitutto, il tema dell’aumento dei prodotti agricoli che, secondo una stima dell’ONU, nell’ultimo anno hanno avuto un rialzo del 30%. Tale aumento è stato determinato da approvvigionamenti massivi, diretti e indiretti, da parte della Cina delle scorte alimentari di riso, mais e grano. A riguardo, Forza Italia ha già presentato un’interrogazione per chiedere un maggior controllo sugli investimenti extraeuropei nei nostri settori strategici, tra cui l’agricoltura, e per sollecitare iniziative finalizzate ad aumentare le scorte europee anche con un sistema di stoccaggio come avvenuto con i vaccini. In secondo luogo ho voluto segnalare il problema dei possibili contagi di peste suina africana, una malattia che non si trasmette agli esseri umani, ma è molto contagiosa per suini e cinghiali e rischia di mettere in ginocchio un importante comparto degli allevamenti. È necessario che l’Europa intervenga per garantire il rispetto del principio di regionalizzazione, impedendo quindi divieti assoluti di esportazione per quei Paesi nei quali, se accertata la presenza della malattia, sia isolata a pochi casi e comunque relegata ad una determinata e specifica area territoriale e non a tutto il territorio nazionale.
INNOVARE I NOSTRI MERCATI E I SERVIZI DIGITALI
Da tempo l’Europa lavora per un insieme comune di norme sugli obblighi e la responsabilità degli intermediari all'interno del mercato unico con nuove opportunità per quanto riguarda l'offerta di servizi digitali oltrefrontiera garantendo nel contempo un elevato livello di tutela a tutti gli utenti, indipendentemente dal luogo in cui risiedono nell'UE. Le norme promuovono l'innovazione, la crescita e la competitività e facilitano l'espansione delle piattaforme più piccole, delle PMI e delle start-up. Le responsabilità degli utenti, delle piattaforme e delle autorità pubbliche sono riequilibrate in base ai valori europei, ponendo al centro i cittadini e la loro sicurezza. Proprio in merito alla Legge sui servizi digitali sono intervenuto durante la plenaria a Strasburgo commentando anche il lavoro svolto negli scorsi mesi da tutti i gruppi politici e dalla Commissione IMCO. Pur riconoscendo gli ottimi risultati ottenuti, ho ritenuto che in alcuni passaggi si sia andati oltre quello che era lo scopo iniziale del testo elaborato: rendere tutto ciò che è illegale offline anche online. Ho voluto porre l’attenzione anche sull’importanza di non ledere la libertà di espressione e di informazione, soprattutto da parte dei media e dei giornali. L’obiettivo comune era creare un ambiente dove la burocrazia non schiacciasse le imprese e dove i requisiti troppo stringenti impediscano al business di fiorire sul nostro continente. Come ci ricordava il Presidente Sassoli, l’Europa deve innovare la propria legislazione, garantendo la protezione dei consumatori ed il rispetto dei diritti fondamentali, diventando così un esempio da seguire per altri Paesi nel mondo anche in questo settore. Dovevamo puntare ad innovare i nostri mercati e i servizi digitali creando un modello per gli altri e ponendo le basi per un’Europa più democratica e sicura per le future generazioni. Successivamente, il 20 gennaio, durante l’assemblea plenaria, è stato definitivamente votato il testo del Digital Services Act (Dsa) che ha risposto alle nostre osservazioni ed imposto alle grandi piattaforme online, come Google, Apple, Facebook e Amazon, una maggiore responsabilità sul controllo e la moderazione dei contenuti. Tra le principali misure, ci sono anche la rimozione diretta dei contenuti illegali o nocivi, la responsabilità legale per le Big Tech nei confronti degli utenti, più opzioni per negare il consenso alla pubblicità mirata e una maggiore trasparenza sugli algoritmi. Il Dsa ha istituito, inoltre, un nuovo meccanismo per le notifiche e l'esenzione da alcuni obblighi per le micro e piccole imprese ed ha rafforzato le misure sulla pubblicità mirata. Sono stati previsti nel testo approvato anche maggiore una trasparenza nell'uso degli algoritmi e il diritto al risarcimento da parte degli utenti.
ROBERTA METSOLA È LA NUOVA PRESIDENTE DEL PARLAMENTO EUROPEO
Al primo turno e con una maggioranza di 458 voti, Roberta Metsola è la più giovane donna a ricoprire la carica di Presidente del Parlamento Europeo nonché la terza donna nella storia a prendere l’incarico. La neo presidente è una mamma maltese, ha 43 anni e viene dall'ala moderata del Partito Popolare Europeo esattamente come la Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, e la Presidente della banca centrale, Christine Lagarde: un concreto esempio di come il PPE interpreti, ma, soprattutto, sostenga tali incarichi occupati da donne come rappresentanza di un valore aggiunto per tutti. Roberta Metsola raccoglie una grande eredità lasciata dal Presidente David Sassoli che lei ha prontamente citato nel suo discorso di insediamento confermando come sia anche sua volontà lavorare per un’Europa più inclusiva e come sia un dovere di tutti salvare vite in mare e ai confini puntando nel potere dell’Europa di forgiare un nuovo percorso in questo mondo. La presidente ha posto più volte l’accento sulla difesa dell’Europa e sulla difesa dei principi europei, capisaldi dell’Unione, sottolineando come l’Europa rappresenti tutti noi che ci difendiamo a vicenda: “Voglio che la gente ritrovi un senso di fiducia e di entusiasmo verso il nostro progetto; la fiducia di rendere il nostro spazio più sicuro, più giusto e più equo". Metsola ha anche elencato le molte sfide che l’Europa deve affrontare tra cui la lotta alla disinformazione, le pressioni ai confini esterni, la necessità della ripresa economica e della transizione verde e digitale. “Il nostro modello europeo di economie e società aperte è un modello di cui vado fiera. È un modello che bisogna supportare per far sì che resista alle pressioni cui è sottoposto” - ha affermato. Nel suo discorso, ha parlato anche della necessità di coinvolgere i giovani nel progetto europeo: “Se vogliamo portare l’Europa ai livelli promessi per le nuove generazioni, dobbiamo forgiare qualcosa di ancora più forte, adesso, qualcosa al passo con i tempi che spinga il pubblico più giovane e più scettico a credere nell’Europa”. Sono certo che, grazie alla sua lunga esperienza, serietà, professionalità e dedizione, ma anche alla sua grande umanità, la nuova Presidente saprà raccogliere queste sfide con successo e dare al nostro Parlamento una guida stabile, forte e attenta alle esigenze di tutti. “L’Europa è tornata, l’Europa è il futuro, W l’Europa!”.
ADDIO AL PRESIDENTE SASSOLI, EUROPEISTA GENTILE
La notizia della scomparsa del presidente David Sassoli ha rattristato tutti. Ci ha lasciato uno stimato giornalista e politico, un grande europeista, un uomo garbato e generoso. Con Sassoli l'Ue e l'Italia perdono un uomo che credeva in un'Europa baluardo dei diritti e delle opportunità, nell'impegno a favore delle persone più deboli e indifese, nella lotta contro ogni forma di ingiustizia e prevaricazione. Ci lascia una grande eredità: le sue parole piene di tolleranza e fraternità, cardini dell’Europa per cui lui si è sempre battuto. “L’Unione europea non è un incidente della storia” – disse nel suo discorso di insediamento a Presidente del Parlamento quando si trovò ad affrontare prima i rischi dei movimenti nazionalisti e sovranisti di alcuni Paesi e poi la volontà, degli stessi Paesi, di erigere muri e barriere per impedire l’ingresso di migranti nell’Unione. Solidarietà e accoglienza erano perni fondamentali del suo operato sui quali si è sempre speso con passione e con sacrificio nei momenti e nei luoghi dove il dibattito politico era più acceso e la sua testimonianza rappresentava un contributo importante. Davanti ad un vuoto causato dalla sua perdita, è importante ricordare soprattutto ciò che egli ha saputo fare nel momento più critico e difficile per l'Europa. Nel suo discorso a tutti i gruppi politici e ai lavoratori del Parlamento, al termine della seduta straordinaria di luglio 2020, dopo mesi di duro lavoro e criticità, con la voce interrotta dall’emozione, ci disse con orgoglio: "Abbiamo fatto funzionare l'Unione europea". L’applauso da tutta la platea che ne è scaturito è stato il ringraziamento di ognuno di noi a colui che, prima di tutti, non ha permesso che il Coronavirus fermasse il cammino europeo ed ha fatto sì che il Parlamento mantenesse attive le proprie funzioni fondamentali per consentire alle Commissioni e alla plenaria di operare decisioni importanti in merito a Covid, Green deal, i servizi digitali, la PAC e il bilancio. La sua difesa e la sua costante promozione dei valori europei fondanti di libertà, dignità e solidarietà deve continuare ad essere perseguita. Nel suo ultimo discorso istituzionale, Sassoli si rivolse ai capi di Stato e Governo, riuniti a Bruxelles nell’ultimo Consiglio Europeo del 2021, auspicando un nuovo progetto di speranza per l’Europa costruito intorno a tre assi forti: innovazione, protezione e, soprattutto, democrazia. Sassoli ci lascia un grande testamento politico per il futuro dell’Ue: “Serve la forza per rilanciare il cantiere europeo e sostenere un’Europa che discuta, che sappia trovare le giuste convergenze e fornire risposte ai bisogni delle persone”. Un’Europa fatta di cittadini capaci di rafforzarsi insieme e tutelare la propria unità. Il mio auspicio è che le sue parole possano essere un monito per il futuro dell’Ue: “Non è accettabile un'economia senza morale, uno sviluppo senza giustizia, una crescita a scapito delle nuove generazioni. Servono grandi riforme ma, prima ancora, serve rilanciare la centralità della politica intesa come capacità di disegnare il mondo che vogliamo e come dimensione essenziale della convivenza civile”. Ho avuto il piacere di conoscere personalmente il presidente Sassoli. Ricordo con affetto i nostri viaggi in aereo per Roma o Bruxelles e le nostre chiacchierate in albergo durante la plenaria, in una delle quali mi diceva di conoscere i prodotti tipici della mia zona e di apprezzarli molto. In tutte queste occasioni, nei nostri lunghi discorsi non solo sulla politica, ho potuto conoscere ed apprezzare la persona oltre che il professionista. Un uomo gentile, garbato, sorridente con tutti che ha tracciato un solco importante per il futuro europeo. Ciao Presidente!
ELEZIONI PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA: È MATTARELLA BIS
Quando il Presidente Silvio Berlusconi ha scelto di non candidarsi, con grande senso di responsabilità, nell'interesse del Paese, e con la volontà di Mattarella di non tornare al Quirinale, è mancato un nome che potesse rappresentare tutte le forze politiche. L’intervento di Draghi, la telefonata tra Berlusconi e Letta prima e tra Berlusconi e Mattarella dopo, hanno aperto la strada al buon senso, alla responsabilità e al dovere verso il Paese e gli italiani già troppo penalizzati da crisi economica, lavoro, caro bollette, tasse, sostegno alle famiglie e alle imprese. Davanti a tutto questo, non poteva che essere Sergio Mattarella la soluzione migliore. Siamo in una fase molto delicata per l'Italia tra pandemia, spread pronto a salire e venti di guerra ai confini europei e il nostro Paese ha bisogno di una figura che sappia operare con stabilità e con unità. Di quei giorni frenetici però rimane l’amarezza di una non risposta concreta del Parlamento. Il gioco di puntare il dito non ha portato, a conti fatti, a nulla. Tutt’ora, se Atene piange, Sparta non ride. Da parte di Forza Italia e dalle parole del vicepresidente Antonio Tajani, arriva però un messaggio chiaro agli alleati Lega e Fdi: senza Forza Italia e i centristi della coalizione che si richiamano ai valori del PPE, il centrodestra non va da nessuna parte. In queste elezioni presidenziali, infatti, si è molto rafforzata la componente che fa parte della grande famiglia del PPE. L’auspicio è che possa esserci un coordinamento dell'area popolare all'interno del centrodestra che possa poi andare avanti anche nei prossimi mesi. In uno scenario come quello che abbiamo visto nei giorni scorsi al Parlamento, la scelta rinnovata del Presidente Sergio Mattarella va nella giusta direzione assicurando stabilità all'esecutivo e coesione, in sinergia con il grande lavoro che sta facendo il presidente del Consiglio Mario Draghi e come auspicato da Forza Italia. Le parole in diretta del Presidente Mattarella, dopo aver ricevuto la comunicazione della sua elezione, sono piene di forza e di speranza e non potevano essere altrimenti: “Accetto per senso di responsabilità, le condizioni impongono di far prevalere la volontà del Parlamento su altre considerazioni e prospettive”. Un messaggio emozionate che colpisce tutti nell’animo e guarda al futuro del nostro Paese con l’impegno di interpretare le attese e le speranze di tutti i cittadini. Proprio ai cittadini Mattarella si è rivolto nel suo discorso di insediamento: "Il mio pensiero, in questo momento, è rivolto a tutte le italiane e a tutti gli italiani: in particolare, a quelli più in sofferenza che si attendono dalle istituzioni della Repubblica garanzia di diritti, rassicurazione, sostegno e risposte concrete al loro disagio. Non possiamo permetterci ritardi, nè incertezze. Dobbiamo disegnare e iniziare a costruire, in questi prossimi anni, l'Italia del dopo emergenza”.
Congratulazioni Presidente e buon lavoro!
EFFICIENTAMENTO ENERGETICO DEGLI EDIFICI: UN OBIETTIVO AMBIZIOSO MA FATTIBILE
Nelle scorse settimane era circolata la notizia che la Commissione europea avrebbe emanato una Direttiva sull’efficientamento energetico degli edifici con cui si sarebbe vietata la vendita o l’affitto degli edifici non efficientati entro il 2035. A fronte di tale ipotesi, Forza Italia, pur condividendo la necessità di stimolare un complessivo processo di rigenerazione del patrimonio edilizio per raggiungere la neutralità climatica, ha immediatamente rappresentato le sue preoccupazioni per il fatto che un divieto così rigoroso non porterebbe al risultato auspicato. In realtà la direttiva successivamente ufficializzata non contiene tale divieto mentre, in linea con la strategia Green Deal, indica obiettivi puntuali affinché gli Stati membri favoriscano il più possibile l'efficientamento di tutti gli edifici pubblici e privati entro il 2050, anno in cui l’Unione europea si è proposta di raggiungere la neutralità climatica. Forza Italia, anche in questa occasione, ha ribadito che obiettivi ambiziosi come quelli indicati nella direttiva debbano essere stimolati e raggiunti in maniera graduale e credibile. Non si può puntare ad un obiettivo senza avere le armi per arrivarci e, soprattutto, non dobbiamo spaventare cittadini ed imprese che, invece, vanno coinvolti e rassicurati sui suddetti obiettivi di sostenibilità i quali possono essere raggiunti con azioni e misure ambiziose, ma realizzabili. Gli Stati membri, compresa l’Italia, hanno avviato un percorso di efficientamento degli edifici che però richiede una procedura complessa e una tempistica fortemente condizionata dalle materie prime le quali, a fronte di una contestuale e massiccia richiesta per i lavori di ristrutturazione del patrimonio edilizio, non solo sono insufficienti, ma hanno avuto anche un considerevole aumento dei prezzi. Se fosse stata confermata una scadenza troppo ravvicinata e rigida o addirittura un divieto di vendita o affitto degli edifici, si sarebbe rischiato di indebolire questo percorso di efficientamento. Non a caso, Forza Italia sta insistendo affinché nel nostro Paese le agevolazioni del Superbonus 110 vengano prorogate e semplificate per favorire un maggior numero di adesioni. Forza Italia condivide la necessità di raggiungere obiettivi importanti in termini di sostenibilità ambientale, ma continuerà a rappresentare e motivare la necessità che tali obiettivi, per essere credibili e attuabili, debbano anche considerare la reale sostenibilità sociale ed economica.
L’IDENTITA’ CRISTIANA DELL’EUROPA VA DIFESA E NON NEGATA
Forza Italia e il Partito Popolare Europeo hanno promosso un dibattito nella plenaria di Strasburgo per condividere la preoccupazione nata all’indomani delle linee guida sul linguaggio inclusivo divulgate dalla commissaria per l’uguaglianza, Helena Dalli. Questo documento avrebbe dato indicazione di astenersi dal parlare apertamente del Natale ed evitare termini come Maria oppure Giuseppe per non rischiare di urtare la sensibilità religiosa altrui. Come Forza Italia, con il sostegno del PPE, abbiamo immediatamente presentato un’interrogazione parlamentare a seguito della quale è stato fatto un passo indietro da parte della Commissione. Se pensiamo che oltre i 2/3 dei cittadini europei è di origine cristiana e di fede cattolica, come possiamo anche solo ipotizzare di dover rinunciare alla nostra identità? Noi crediamo fortemente che siano proprio le nostre radici a permetterci di essere oggi un’Europa tollerante, un’Europa aperta, un’Europa che integra. Ecco perché non vogliamo e non dobbiamo rinunciare alle nostre tradizioni. Anche se il documento in questione è stato ritirato, la nostra attenzione rimarrà comunque alta perché potrebbe essere approfondito in futuro, come già preannunciato dalla commissaria Dalli. A furia di voler dare a questa Europa un’immagine di equilibrio e di neutralità, si sta solo rischiando di indebolirla, sminuendo quelli che sono i suoi punti di forza, identità, origini e tradizioni che andrebbero, invece, rivendicati con più determinazione. Ricordiamoci il motto dell’Unione europea: “Unita nella diversità”. Questa diversità va quindi rispettata. La maggioranza dei cittadini europei non può essere mortificata con un’ipotesi di linguaggio inclusivo che in realtà è soltanto divisivo. A fronte di questo, mi auguro che, quest’anno più che mai, tutti abbiano augurato in modo convinto e sentito un Buon Natale a tutti.
LE PROPOSTE DI FORZA ITALIA PER I BALNEARI
Dopo la decisione del Consiglio di Stato di mettere la parola fine al rinnovo automatico delle concessioni balneari a partire dal gennaio 2023, il mondo della balneazione è in agitazione e chiede di sollecitare un intervento risolutivo del Governo. A tal proposito, Forza Italia, da sempre impegnata a favore di un settore strategico per la nostra economia turistica, ha presentato le sue proposte alla Legge di Bilancio in sostegno delle imprese balneari chiedendo al Governo che si impegni, con un complessivo riordino della materia, ad escludere i balneari dalla Direttiva Bolkestein perché riferita a beni e non a servizi, tenendo conto della "valorizzazione dell'impresa, dell'avviamento commerciale e degli investimenti fatti sul territorio demaniale che ora non hanno un valore di ritorno". Forza Italia non ha mai smesso di evidenziare come l'economia balneare rappresenti un patrimonio identitario e culturale della nostra Italia che va difeso anche per essere rappresentato da tantissime piccole aziende, a gestione familiare, con migliaia di posti lavoro da salvaguardare. I balneari, a mio avviso, nel corso degli ultimi anni sono stati purtroppo vittime di una negativa ed insistente campagna di comunicazione che, in ragione del condivisibile principio di concorrenza, li ha identificati come coloro che hanno solo sfruttato il demanio, che è di tutti, senza versare un adeguato canone e senza aver fatto investimenti corrispondenti al valore della concessione che, è evidente, dipende da come il concessionario ha realizzato e gestito la sua azienda. Nella Direttiva Bolkestein la necessità di garantire la concorrenza è giustificata anche in ragione della “scarsità della risorsa”, cosa che in Italia, purtroppo, non è stata ancora accertata, mentre è necessario procedere ad una puntuale mappatura di tutte le concessioni esistenti e verificare se ricorre la condizione prevista dalla direttiva comunitaria. In generale, io credo che su una questione così delicata non si possa generalizzare e non considerare che le tante imprese operanti sul demanio, in ragione di un legittimo affidamento, hanno operato investimenti e soprattutto fatto scelte di impresa e di vita alternative ad altri percorsi che a distanza di decenni non potrebbero essere ripresi. Voglio essere ancora più chiaro: la stragrande maggioranza delle imprese che operano sul demanio sono state costituite dagli anni 60 agli anni 90 sulla base di normative vigenti con cui le Autorità preposte hanno concesso loro porzioni del demanio su cui poi sono state realizzate le rispettive attività, non solo ricettive. Oggi il Governo deve salvaguardare tali attività, alle quali chiedere giustamente canoni e investimenti adeguati, ma, soprattutto, deve evitare che questo patrimonio nazionale fatto anche di tradizione e cultura, venga aggredito e sottratto dalle grandi imprese mondiali in nome di una concorrenza che rischia di essere non propriamente leale.
GIOCATTOLI SICURI PER LA SALUTE DEI BAMBINI
Il 9 dicembre la Commissione IMCO, di cui sono membro, ha approvato all’unanimità una relazione parlamentare con cui si richiede alla Commissione europea di adeguare l’attuale Direttiva sulla Sicurezza dei Giocattoli (Toy Safety Directive) per tutelare la sicurezza e la salute dei nostri bambini. Tutti i gruppi parlamentari, infatti, hanno ritenuto opportuno aggiornare l’attuale legislazione, non più consona ai nuovi rischi presenti sul mercato. Pensiamo, in particolare, al fatto che alcuni produttori attualmente presenti sul mercato interno, operanti attraverso le piattaforme di vendita online, non rispettano le norme europee, costituendo quindi un pericolo per i minori e mettendo in vendita giocattoli con un grado non idoneo di sicurezza. Il testo approvato dalla Commissione IMCO, inoltre, richiede alla Commissione europea di garantire che gli interferenti endocrini nei giocattoli siano vietati non appena identificati e si invita la Commissione a valutare se l’attuale distinzione tra giocattoli per bambini fino a 36 mesi e giocattoli per bambini sopra i 36 mesi sia ancora adeguata a garantire la protezione dei minori. Oltre a ciò, alla Commissione è stato richiesto di valutare se rendere più stringenti o meno i limiti relativi ad alcuni componenti chimici quali nitrosammine e nitrosabili e, comunque, che nella nuova legislazione venga predisposto un meccanismo che permetta di cambiare tali limiti in maniera più veloce, per adeguarli alle nuove indagini scientifiche. Altri punti importanti della relazione riguardano: la richiesta alla Commissione europea di introdurre maggiori responsabilità per le piattaforme di e-commerce, affinché possano rimuovere i giocattoli non sicuri circolanti sulle loro piattaforme, una più rafforzata sorveglianza dei mercati affinché i giocattoli non sicuri vengano individuati speditamente, una particolare attenzione relativa ai giocattoli connessi via internet e, infine, la richiesta all’esecutivo europeo di valutare la possibilità di introdurre un’etichettatura specifica riguardante le componenti chimiche e le fragranze contenute nei giocattoli nonché previsioni riguardanti la durata e riparabilità degli stessi. La relazione verrà definitivamente votata dall’assemblea plenaria del Parlamento nel 2022.
LA BIELORUSSIA CHIUDE AL MADE IN ITALY
Il premier bielorusso Aleksandr Lukashenko ha annunciato che, a partire da gennaio 2022, le frontiere dello stato saranno chiuse ad una lista di prodotti alimentari italiani e di Paesi terzi per protestare contro le sanzioni Ue ricevute in materia di immigrazione. A fronte di questo, io credo che, adesso più che mai, ci sia bisogno di attivare tutta la diplomazia possibile per arginare una situazione che, oltre a configurarsi come un vero e proprio ricatto, rischia di essere particolarmente dannosa per l’agroalimentare del nostro Paese e di diversi Stati membri dell'Unione europea. Non possiamo negare che la decisione presa dal premier bielorusso preoccupi e amareggi tutto il comparto soprattutto se ragioniamo sul fatto che, a fine 2021, l’esportazione di cibi italiani in Bielorussia raggiungerà un valore complessivo di 38 milioni di euro. Tra l'altro, cosa non da poco, questa chiusura, se attuata, incrementerà inevitabilmente l’espansione di falsi prodotti alimentari in un mercato dove proprio la Bielorussia risulta essere tra i primi Stati più “taroccatori” di Made in Italy al mondo. Ritengo che l’Unione europea debba intervenire tempestivamente ed autorevolmente per evitare che una tensione geopolitica si ripercuota su uno dei settori più importanti dell’economia europea.
IL MERCATO DIGITALE: RISCHI E OPPORTUNITÀ
In Parlamento abbiamo votato la legge sul mercato digitale, il cosiddetto DMA. Questo regolamento si propone di disciplinare e rendere più aperto e trasparente un mercato nel quale sempre più cittadini ed imprese si incontrano e dove, nel corso degli anni, sono aumentati i rischi per gli utenti e le forme di concorrenza sleale per le imprese del settore. Come Partito Popolare Europeo, siamo soddisfatti del lavoro fatto in merito perché il Parlamento ha migliorato il testo della Commissione soprattutto nella parte relativa al divieto di pubblicità mirata per i minori e alla più corretta definizione del campo di applicazione del regolamento, limitato ai giganti del web come Facebook e Google. Con questa legislazione, infatti, si intende anche favorire la nascita e la crescita di nuove imprese europee, che potranno entrare nel mercato digitale e sfidare gli attuali operatori. Il DMA, unitamente al DSA, un altro testo di prossima approvazione con cui si regolamenteranno i servizi digitali, rappresenteranno il nuovo quadro regolamentare con cui l’Unione europea promuove convintamente la transizione digitale e, allo stesso tempo, definisce norme di salvaguardia dei diritti dei cittadini e delle imprese.
TERRA TERRA: L’EVENTO SULLA SOSTENIBILITA’ ORGANIZZATO DAL PARLAMENTO
“Terra Terra | Sostenibile è semplice” è il progetto che l’Ufficio del Parlamento europeo in Italia ha portato avanti negli ultimi mesi in collaborazione con YouTube e con EIIS - European Institute of Innovation for Sustainability come partner scientifico. Le tre realtà si sono unite in un progetto di formazione di creator sulla sostenibilità, con l’obiettivo di sensibilizzare i cittadini sui temi legati proprio alla sostenibilità, al diffondere la conoscenza delle politiche in atto e a dare una corretta informazione su quanto è stato fatto e quali sono gli obiettivi fissati dall’Ue per il futuro in materia di tutela del clima, economia circolare, lotta allo spreco alimentare, lotta all’inquinamento nonchè stimolare la partecipazione attiva di ciascuno alla tutela della Terra. L’incontro con me e i miei colleghi al Parlamento ha avuto come ulteriore obiettivo quello di favorire un dialogo diretto con i decision maker, dare ai creators la possibilità di dialogare direttamente, portando i loro messaggi e ponendo anche le domande dei propri followers a chi ha il compito di decidere. Io ho avuto il piacere di confrontarmi con Matteo 'Matt the Farmer', un contadino digitale, come si definisce lui, che ha messo su da autodidatta una fattoria in Franciacorta. Con lui abbiamo parlato di ciò che possono fare l’Ue, i suoi cittadini e i suoi agricoltori in materia di tutela del clima, economia circolare e lotta allo spreco alimentare. È stata un’esperienza originale e un arricchimento perché sono convinto che tutti, ciascuno con proprie azioni, possiamo fare la differenza anche e soprattutto adesso in cui abbiamo la concreta possibilità di proporre idee e contributi alla Conferenza sul futuro dell’Europa attraverso la piattaforma www.futureu.europa.eu.