LA REVISIONE DEI TRATTATI: UN’OPPORTUNITÀ PER RILANCIARE L’EUROPA
Il Parlamento europeo nella plenaria di novembre ha approvato la proposta di revisione dei Trattati presentata dalla Commissione Affari Costituzionali da me presieduta.
Si tratta di un risultato importante e rappresenta una grande opportunità per riflettere sull’importanza dell’Europa, sulle sue potenzialità e sulle sue criticità. È l’inizio di un percorso complesso e sicuramente tortuoso ma può essere l’inizio di una pagina importante della storia della nostra istituzione e dell’Ue. I cittadini lo hanno chiesto a gran voce ed il Parlamento ha ascoltato e agito: serve un’Unione europea diversa, un’Europa che abbia gli strumenti per reagire alle crisi con determinazione, che sia forza di unione, non di divisione e che sia un luogo dove ciascuno Stato membro possa prosperare da un punto di vista sociale, economico e culturale senza essere schiacciato da rigide regole economiche ormai datate.
Per raggiungere questo obiettivo però è necessario un cambiamento e questo cambiamento deve esserci adesso. L’integrazione europea è un percorso a tappe che ormai è fermo da troppo tempo, da quel Trattato di Lisbona del 2007 che necessita oggi di essere rilanciato con forza e convinzione.
La nostra proposta di revisione offre tanti spunti per una discussione sul futuro dell’Europa a partire dalla necessità di rafforzare la nostra democrazia attraverso il riconoscimento di iniziativa legislativa del Parlamento europeo e del ruolo di co-legislatore sul bilancio. Dobbiamo anche guardare però al ruolo dell’Ue sulla scena internazionale e accrescere la nostra credibilità come attore mondiale tramite, ad esempio, una Comunità Europea della Difesa.
La proposta del Parlamento adesso passa all’esame del Consiglio e spero che gli Stati Membri abbiano il coraggio di intraprendere mettendo da parte pregiudizi e nazionalismi che non vanno confusi con le identità nazionali e che trovano proprio nell’Europa il loro riconoscimento e punto di forza.
IMBALLAGGI: IL PARLAMENTO EUROPEO MODIFICA L’ASSURDA PROPOSTA DELLA COMMISSIONE
Lo scorso 22 novembre il Parlamento europeo ha approvato, a larga maggioranza, la proposta del regolamento europeo sugli imballaggi. Il provvedimento riguarda tutti i contenitori e tutto ciò che serve per trasportare e mettere in vendita un prodotto, dai sacchetti di plastica agli imballaggi industriali, ma, soprattutto, prevede obiettivi generali di riduzione degli imballaggi e dei rifiuti di imballaggi.
La proposta iniziale della Commissione europea aveva generato una serie di oggettive preoccupazioni per i suoi obiettivi eccessivamente ambiziosi con cui si voleva indirizzare, o meglio obbligare, cittadini ed imprese verso il riutilizzo degli imballaggi senza considerare minimamente il sistema del riciclo a cui l’Europa stessa ci ha orientato ed educato con risultati assolutamente positivi.
Grazie ad un intenso lavoro della delegazione di Forza Italia e del gruppo del Partito Popolare Europeo, siamo riusciti a portare a casa risultati importanti per i consumatori e per le aziende italiane ed europee. Purtroppo c’è stato chi in questi mesi ha demonizzato tutti i tipi di imballaggi, senza fare distinzioni, e ha cercato di sostenere un sistema basato sul riuso anziché il riciclo, in cui l’Italia è il paese europeo più virtuoso.
Con questo voto abbiamo confermato che riciclo e riuso sono entrambe soluzioni virtuose se applicate nei giusti modi ed al giusto contesto. Era impensabile voler cambiare intere catene del riciclo dopo aver spinto e sostenuto economicamente per anni aziende ad investire in ricerca ed innovazione ed aver favorito tra i cittadini lo sviluppo di una forte cultura del riciclo.
Il testo approvato dal Parlamento, più credibile e coerente, tiene conto delle diverse realtà nazionali e consente agli Stati membri di scegliere la strategia più adatta per ridurre gli imballaggi e incentivare il riciclo.
È stata una vittoria importante anche per il settore dell’agroalimentare perché, grazie agli emendamenti presentati da me e sottoscritti da tantissimi colleghi di diversi gruppi politici, il comparto agroalimentare potrà continuare ad utilizzare gli imballaggi necessari per garantire la sicurezza, la freschezza e la longevità dei nostri cibi. Nessun divieto quindi per gli imballaggi monouso sotto 1,5 kg e per quegli imballaggi utilizzati nel settore dell’HO.RE.CA. che possono facilmente essere riciclati. Importante anche l’esenzione di vino e bevande alcoliche dai target di riuso delle bottiglie che avrebbero comportato enormi problemi ad un settore chiaramente indirizzato all’export.
Infine, un sospiro di sollievo anche per quegli imballaggi flessibili che sono a diretto contatto con gli alimenti e che sono necessari per il loro trasporto come, ad esempio, le buste asettiche per le passate di pomodoro.
Se fosse passato il testo originale della Commissione europea sarebbero state distrutte intere filiere produttive, quindi persi migliaia di posti di lavoro, ed i cittadini avrebbero visto stravolgere negativamente le loro abitudini utilizzando e riutilizzando imballaggi che non avrebbero garantito, per esempio, la sicurezza e la salubrità degli alimenti.
Il voto del Parlamento sul Regolamento imballaggi conferma che c’è bisogno di un’Europa razionale che sappia considerare realmente le esigenze e le aspettative dei cittadini e delle imprese senza far prevaricare preconcetti e ideologismi che rischiano, come stava per accadere, di mettere in discussione la sua esistenza.
VIOLENZA SULLE DONNE, UNA VIOLAZIONE DEI DIRITTI UMANI
In queste settimane sta avendo un grande successo il film di Paola Cortellesi sul diritto del voto alle donne: una grande conquista che le donne italiane hanno raggiunto nel 1946. In questi quasi 80 anni abbiamo fatto enormi passi avanti, ma se pensiamo ai dati sulle violenze contro le donne è come se non ci fossimo proprio mossi.
Il 25 novembre, soprattutto quest’anno dopo il brutale omicidio di Giulia Cecchettin, ha visto l’organizzazione di migliaia di eventi che hanno confermato la necessità e l’urgenza di fare di più, tutti insieme, nessuno escluso, e non solo il 25 novembre, ma ogni giorno.
Purtroppo i dati sono impressionanti e ciò che più allarma è che la violenza avviene spesso tra le mura domestiche o sul posto di lavoro, ad opera di persone care o conosciute, in situazioni in cui, paradossalmente, una donna dovrebbe sentirsi maggiormente tutelata e rispettata
I casi di violenza nei confronti delle donne sono in continua crescita e sono una delle violazioni dei diritti umani più diffuse nel mondo. Nonostante questo, solo a maggio scorso il Parlamento europeo ha votato, con molte astensioni, l'adesione dell'Unione europea alla Convenzione di Istanbul, in vigore dallo scorso 1 ottobre in tutta Europa.
La Convenzione di Istanbul definisce giuridicamente la violenza contro le donne e stabilisce un quadro completo di misure giuridiche e politiche per prevenire le violenze, sostenere le vittime e punire gli autori.
Attualmente in Europa non esiste una legge unica che tratti allo stesso modo, in tutti gli Stati, la violenza contro le donne. Il Parlamento europeo ha chiesto più volte una legislazione europea specifica per stabilire standard giuridici comuni e sanzioni penali minime, classificando la violenza come reato comunitario, equiparandolo al terrorismo o alla tratta di esseri umani.
Per questo motivo, lo scorso settembre, la Commissione europea ha proposto una direttiva che però è ancora in fase di negoziato in merito al discusso principio del consenso. Può sembrare strano ma, nonostante numeri che fanno rabbrividire, siamo ancora nella fase della discussione per armonizzare le norme di molti degli Stati membri in cui la definizione legale di stupro non fa alcun riferimento al principio del consenso.
Tutti ricorderete il forte appello della presidente Ursula von der Leyen che nel suo ultimo discorso sullo stato dell’Unione, riferendosi al tema della violenza, ha ricordato e sottolineato che “no significa no”, ovvero il sesso senza consenso è stupro e va riconosciuto come tale.
Certo è un obbligo ed un dovere dell’Europa continuare ad incoraggiare gli Stati membri nell’adozione di misure necessarie per prevenire la violenza sulle donne e per garantire protezione e sostegno efficaci a tutte le vittime, ma a qualsiasi nuova legge o pena più severa bisogna accompagnare un profondo e radicale cambiamento culturale di tutti perché parliamo di donne e queste donne sono mogli, mamme, figlie, nonne, nipoti e compagne. Ebbene, solo quando ciascuna di esse non vivrà più nell'insicurezza, nella paura e nella violenza quotidiana potremo dire di vivere in una società veramente equa, giusta, forte, ambiziosa e paritaria.
AL VIA I CONGRESSI DI FORZA ITALIA
È partita con grande entusiasmo la stagione dei congressi provinciali di Forza Italia in previsione del congresso nazionale che si terrà il 23 e 24 febbraio 2024 a Roma. Attraverso i congressi Forza Italia sta compiendo un passo importante per il suo rinnovamento e rafforzamento sui territori con cui mantenere vivo un rapporto all’insegna dei valori con cui il Presidente Silvio Berlusconi nel 1994 diede inizio a questa grande esperienza politica che ha dato forma nel nostro Paese al grande ed unico Partito di centro, moderato, liberale, cattolico, inclusivo, garantista e convintamente europeista ed atlantista.
La scomparsa del Presidente Berlusconi ci ha sicuramente addolorato, ma, allo stesso tempo, ha rinvigorito in ognuno di noi l’orgoglio di far parte di un grande partito nel quale continuare a lavorare ed impegnarsi, con responsabilità, sulla strada tracciata dal suo fondatore che ci ha lasciato uno straordinario patrimonio politico da amministrare e valorizzare.
I congressi provinciali seguono una campagna di tesseramento che ha visto oltre 100 mila soci aderire ad un movimento destinato ad essere il punto di riferimento di milioni di italiani che stanno riscoprendo l’importanza di un partito equilibrato, che fa politica con proposte e contenuti e non attraverso slogan, che preferisce sempre e comunque l’ascolto ed il confronto per poter corrispondere alle reali aspettative ed esigenze dei cittadini.
In questa delicata fase di riorganizzazione del partito è doveroso ringraziare innanzitutto il segretario nazionale Antonio Tajani che, di giorno in giorno, con la sua instancabile attività istituzionale e politica, sta rendendo Forza Italia ancora più forte, credibile ed affidabile nel panorama nazionale ed internazionale. Voglio ringraziare anche tutti i coordinatori regionali impegnati attivamente nelle azioni di sensibilizzazione ed animazione politica sui rispettivi territori, ma, soprattutto, i tantissimi amministratori locali, dirigenti e sostenitori che stanno rendendo Forza Italia ancora più viva sconfessando chi pensava che, all’indomani della scomparsa del Presidente Berlusconi, il partito si sarebbe sciolto.
Spiace dover smentire costoro, ma Forza Italia, in ragione del suo passato e guardando al futuro, è più attrattiva che mai tanto da aver registrato moltissime adesioni di parlamentari, consiglieri regionali, sindaci e consiglieri comunali provenienti da altre esperienze politiche.
La stagione dei congressi sarà anche la preparazione e la mobilitazione di tutti per il primo appuntamento elettorale, quello delle europee di giugno 2024, nel quale saremo chiamati, per la prima volta, a dimostrare la nostra forza e la nostra capacità politica senza la presenza del nostro fondatore Silvio Berlusconi.
Tutto questo non ci spaventa, anzi, ci sta incoraggiando a fare di più e meglio proprio per confermare quanto sia stato importante aver avuto nella nostra formazione politica la presenza del Presidente Berlusconi che resterà sempre e comunque al nostro fianco.
Forza Italia è l’unico partito nazionale di centro destra che fa parte della grande famiglia politica del Partito Popolare europeo, oggi alla guida della Commissione, del Parlamento e della Banca centrale europea, e, considerate le grandi sfide che ci aspettano in cui l’Europa sarà determinante, è necessario sostenere Forza Italia affinché possa all’interno del PPE essere ancora più decisiva e determinante.
NON TI FORMI, TI FERMI
Viviamo in un mondo che cambia continuamente: cambia il contesto storico, l’attualità politica e la cronaca, cambia il nostro modo di percepire le situazioni, spesso cambiano gli obiettivi e le strade da percorrere per ciascuno di noi, indipendentemente dall’età e dal lavoro.
Ciò che non deve mai cambiare è, invece, la visione che noi abbiamo di noi stessi e di ciò che vogliamo rappresentare per soddisfare le nostre aspettative e, se vogliamo, le aspettative di coloro che fanno parte della nostra vita, privata o professionale.
Ogni cambiamento ha in sé uno stimolo che lo motiva che ci porta ad un maggiore impegno, ad una determinazione nuova.
Formarsi ed informarsi è un investimento fondamentale per chi vuole rimanere vicino alle persone, alle loro problematiche, alle loro necessità e alle loro ambizioni, calcando il piede sull’acceleratore, correndo verso il futuro. Conoscersi e rimanere informati sulle reali aspettative e necessità di tutti i cittadini, giovani e meno giovani, donne, uomini, lavoratori o studenti ritengo sia un investimento per chi sceglie di intraprendere una carriera politica mettendosi a disposizione dei cittadini, soprattutto per chi si pone come obiettivo quello di migliorare il rapporto con ognuno di essi, rafforzandolo e rendendolo sempre più solido.
In questo modo siamo in grado di metterci maggiormente a disposizione di tutti offrendo a coloro che ripongono in noi la loro fiducia una rinnovata vicinanza ed un aiuto concreto, contribuendo, in modo più efficace, ad una maggiore fiducia, stima e aggregazione, ad un obiettivo facilmente raggiungibile e ad un risultato migliore per tutti.
Per questo motivo, ti chiedo di compilare il questionario “Non ti formi? Ti fermi!
LINK PER ACCEDERE AL QUESTIONARIO: https://bit.ly/NonTiFormiTiFermi
Compilando il questionario, mi darai modo di conoscerti meglio, ma, soprattutto, mi permetterai di capire le tue reali esigenze e le tue aspettative aiutandomi ad essere informato in maniera mirata e specifica su ciò che ti riguarda.
È un modo per raccogliere le tue esigenze, ascoltare le tue richieste e supportarti al meglio.
Io ci sono, tu ci sei?
INTERVISTE E RASSEGNA STAMPA
Qui potrai guardare tutte le mie interviste, i miei interventi al Parlamento europeo a Bruxelles, in plenaria a Strasburgo e nelle varie trasmissioni televisive e radiofoniche. Potrai, inoltre, ascoltare i miei podcast e leggere la rassegna stampa con gli articoli di giornale che mi riguardano.
INTERVENTI / INTERVISTE
WEB
GIORNALI
ZONE ECONOMICHE SPECIALI: TAVOLO DI LAVORO PER ESTENDERE QUESTE CONDIZIONI ANCHE AI TERRITORI DI LATINA E FROSINONE
Le ZES, le zone economiche speciali, rappresentano un’occasione di sviluppo e attrazione degli investimenti. In Italia furono istituite nel 2017 e identificavano delle aree geografiche nelle quali le aziende già operative o di nuovo insediamento potevano beneficiare di speciali condizioni per gli investimenti e per lo sviluppo economico.
Ho voluto discutere la questione delle ZES a Bruxelles con il Ministro per gli Affari Europei, Raffaele Fitto, al quale ho sostenuto l'idea di ampliare le ZES includendo anche le province di Frosinone e Latina.
Questa espansione è mirata a risolvere i problemi di deficit infrastrutturale e digitale nell'area del basso Lazio, che sta ostacolando lo sviluppo socio-economico del territorio. Il ministro però ha spiegato che è in corso un processo di riorganizzazione giuridica delle precedenti 8 ZES in una sola ed unica ZES e che, al momento, non è possibile ridefinirne la perimetrazione.
In risposta a questa situazione, ho proposto di istituire un tavolo di lavoro con la Camera di Commercio di Frosinone e Latina, il Consorzio Industriale del Lazio e le Associazioni di categoria delle due province per esaminare e individuare soluzioni possibili da presentare alla Regione e successivamente al Governo.
Credo, infatti, che qualsiasi proposta debba essere supportata da uno studio dettagliato che evidenzi le caratteristiche socio-economiche, gli aspetti geografici, i dati storici delle imprese, l'occupazione, le carenze infrastrutturali e l'impatto delle agevolazioni fiscali. L'obiettivo, infatti, deve essere quello di garantire condizioni di connessione e competitività omogenee tra le diverse aree geografiche del Paese.
IMBALLAGGI DI FRUTTA E VERDURA: DELUSIONE SU RISULTATO VOTO, MA LA PARTITA SI GIOCHERÀ IN PLENARIA
La Commissione Ambiente dell’Europarlamento ha approvato la proposta di Regolamento sulla riduzione dei rifiuti da imballaggio tra le cui novità c’è il divieto di utilizzo di confezioni monouso per frutta e verdura sotto 1 kg oltre all’obbligo dell’etichettatura compostabile per il settore. Non è ancora una decisione definitiva, l’ultima parola spetta, infatti, alla Plenaria della seconda metà di novembre, ma è indubbio che il polverone che si sta alzando non possa passare inosservato.
È chiaro che questa proposta avrà effetti molto negativi su filiere importantissime dell’agroalimentare, inoltre, evidenzia la mancanza di consapevolezza di alcuni gruppi politici riguardo alle possibili e gravi conseguenze che questa misura potrebbe avere sul settore agroalimentare e sulle politiche degli sprechi alimentari.
Mi auguro che durante il voto in plenaria, avremmo l'opportunità di modificare e migliorare il testo.
L’ISTITUTO UNIVERSITARIO EUROPEO VUOLE CAMBIARE NOME AL NATALE: QUESTA NON È INCLUSIONE, È DISCRIMINAZIONE!
Nei giorni scorsi è balzata agli occhi di tanti la notizia che l'Istituto Universitario Europeo (IUE) di Fiesole ha proposto di cambiare il nome alla festa di Natale rimuovendo il riferimento alla parola "Natale" e allargandone il significato per abbracciare le diverse religioni, trasformandola in "Festa d'inverno".
Già l’anno scorso la Commissaria europea per l'uguaglianza nella Commissione von der Leyen, Helena Dalli, con una circolare interna rivolta ai dipendenti in merito al linguaggio inclusivo da adottare da parte della Commissione aveva proposto di cancellare la parola “Natale” per evitare di urtare altre sensibilità religiose. La circolare è stata poi ritirata! Non dimentichiamoci neanche come molti dirigenti scolastici o insegnanti, sistematicamente, con l’avvicinarsi delle festività natalizie, si avventurano in ragionamenti simili autogiustificandosi che i bambini e le famiglie di altre culture religiose potrebbero sentirsi esclusi.
Io credo che questo approccio da parte di alcuni sia assolutamente sbagliato e costituisca un vero atto discriminatorio nei confronti dei cattolici cristiani perché dimenticano le profonde radici cristiane della nostra Europa sulla cui base oggi siamo un continente aperto, accogliente e rispettoso di tutte le culture. Rispettare ed accettare le altre culture non deve significare rinunciare alla nostra!
Per questo motivo, così come per la circolare della Commissaria Dalli, insieme ad alcuni colleghi di Forza Italia – Gruppo PPE, abbiamo scritto alla Commissione europea chiedendo di valutare la validità della proposta dell'Istituto Universitario Europeo (IUE) di Fiesole. In particolare abbiamo chiesto alla Commissione di esaminare se questa decisione possa essere in linea con gli obiettivi di inclusione etnica e razziale delineati nel piano 2023-2026 nei quali si sottolinea l'importanza di riconoscere e rispettare le diverse osservanze religiose e culturali.
Bisogna anche considerare il rispetto per la libertà di espressione, compreso il diritto delle persone di celebrare le proprie tradizioni e festività religiose come parte della diversità culturale, poiché questo è un valore universalmente riconosciuto.
Pertanto, abbiamo chiesto alla Commissione di condurre una valutazione approfondita e di intervenire presso il presidente dell'IUE esprimendo preoccupazioni o raccomandazioni. In ogni caso, ci aspettiamo che la Commissione agisca nel rispetto della sua politica generale di promozione dell'inclusione e del rispetto della diversità culturale.
RIFORMA DEI TRATTATI UE: UN PASSO IMPORTANTE PER UN’EUROPA DIVERSA E PIÙ VICINA AI CITTADINI
Dopo mesi di lavoro, la Commissione affari costituzionali dell’Europarlamento, di cui sono presidente, ha adottato, mercoledì 25 ottobre scorso, un progetto di relazione per chiedere formalmente l’apertura di una Convenzione che porti a un processo di riforma dei trattati su cui l’Unione europea si fonda.
Si tratta di un passo importante per rafforzare la capacità dell’Ue di agire di fronte alle sfide comuni come le guerre, i flussi migratori, le crisi economiche ed occupazionali o i cambiamenti climatici. Più rapidità e concretezza nella nostra azione e reazione equivale ad un maggiore ruolo del Parlamento europeo che rivendica il diritto di iniziativa legislativa e chiede un passaggio dall’unanimità al voto a maggioranza qualificata per il Consiglio europeo in ambiti come la politica estera.
La riforma dei trattati è stata richiesta dalla Conferenza sul futuro dell'Europa che si è tenuta nel 2021-2022. La Conferenza ha raccolto le opinioni dei cittadini europei su una serie di questioni tra cui la democrazia, la governance e la politica estera. I risultati della Conferenza hanno evidenziato la necessità di riformare l'Unione europea per renderla più democratica, efficiente e rappresentativa dei cittadini.
Tra le principali proposte di riforma: un aumento del potere del Parlamento europeo, una maggiore trasparenza delle istituzioni europee, una riforma del sistema elettorale europeo ed un rafforzamento dell'Unione europea in materia di politica estera e sicurezza.
Inoltre, la relazione sottolinea l'importanza di coinvolgere maggiormente i cittadini europei nei processi decisionali dell'UE. La proposta della Commissione AFCO sarà portata al voto del Parlamento nella plenaria di novembre a Strasburgo e poi dovrà essere il Consiglio europeo ad avviare la fase di analisi e confronto tra tutti gli Stati membri che mi auguro vorranno considerare l’impegno e la volontà del Parlamento quale unica istituzione eletta democraticamente dai cittadini e dare il via ai lavori per una Convenzione che porti all’effettiva modifica dei trattati.
ISRAELE – HAMAS: LA PACE NON SI COSTRUISCE CON IL TERRORE E CON LA VIOLENZA
Durante la plenaria del 18 ottobre a Strasburgo, sono intervenuto in merito ai deplorevoli attacchi terroristici di Hamas contro Israele con il Consiglio e la Commissione. Ho ritenuto importante sottolineare come le forti e continue immagini di distruzione, sofferenza e morte causate dalla preoccupante escalation di violenza in Medio Oriente impongano una riflessione: la pace non si costruisce con il terrore e con la violenza.
Il gravissimo atto di aggressione di Hamas ha riacceso decenni di conflitti, dispute territoriali e complessità politiche creando un ciclo di violenza con conseguenze devastanti per tanti.
La pace in Medio Oriente richiede un approccio articolato ed impegnativo che coinvolga la diplomazia internazionale affinché si possa trovare un punto di incontro ed incoraggiare il dialogo costruttivo quale unica via percorribile per una pace giusta e duratura nell’interesse di tutte le parti coinvolte e dell’intera comunità globale.
È necessario che l’Europa riaffermi il suo impegno per una soluzione ai due Stati nel pieno rispetto dei diritti, della sicurezza e della dignità sia degli israeliani che dei palestinesi.
Ho concluso il mio discorso invitando l’emiciclo a guardare al futuro ed a lavorare instancabilmente verso il dialogo, la comprensione e il rispetto che dovranno, imprescindibilmente, al più presto, sostituire il conflitto e la violenza in atto perché la strada della violenza è una non-soluzione che non ha vincitori, ma solo perdenti.
DECRETO “ANTICIPI”: FAVORIRE IL RIENTRO IN PATRIA DEI LAVORATORI ITALIANI
Il Governo ha approvato il cosiddetto “Decreto anticipi”, la norma ora passerà alle Camere per la conversione in legge con eventuali modifiche.
Il Decreto-legge è collegato alla imminente legge di bilancio e già anticipa interventi in materia di pensioni, rinnovo dei contratti pubblici, misure in favore degli Enti territoriali, ma, soprattutto, interventi sulla normativa fiscale relativa al rientro dei lavoratori dall’estero che già ha fatto molto discutere.
Come responsabile Forza Italia per gli italiani all’estero, auspico un miglioramento del decreto legge “Anticipi” per favorire il rientro in Patria dei lavoratori italiani e non bloccare il “trend” positivo in corso.
Ritengo, infatti, che il decreto in questione, così come proposto, incida in modo sostanziale sull’attuale regime di tassazione agevolata temporaneo che è riconosciuto ai lavoratori che trasferiscono la residenza in Italia e che si è finora rivelato efficace per favorire il rientro in Patria di migliaia di lavoratori italiani all’estero.
Spero in un miglioramento in fase di conversione e, in particolare, dovrebbe essere eliminata ogni possibile forma di retroattività della norma che aprirebbe la strada a possibili discriminazioni a tutela delle centinaia di famiglie che hanno già scelto di rientrare in Italia negli ultimi mesi grazie agli incentivi e che rischierebbero, invece, di trovarsi improvvisamente sotto un regime fiscale totalmente diverso e più penalizzante rispetto a quello che li aveva incentivati a rientrare.
Secondo le ultime statistiche sulle dichiarazioni fiscali relative al periodo di imposta 2021 pubblicate dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, il numero dei cervelli “in rientro” in Italia (e non più in fuga) è in costante crescita, e ciò si deve soprattutto alle agevolazioni fiscali dedicate a questa particolare categoria di lavoratori. Le agevolazioni hanno infatti interessato 19.400 lavoratori con un reddito lordo medio di 131.920 euro, in forte crescita rispetto ai circa 15 mila lavoratori rientrati nel 2020.
Gli italiani all’estero sono una risorsa fondamentale per il Paese e, nonostante gli attuali vincoli di bilancio, l’obiettivo di legislatura del Governo rimane il rafforzamento di tutti gli strumenti necessari a valorizzare a pieno il potenziale delle comunità italiane nel mondo, ivi comprese le opportunità di trasferire il proprio lavoro e la propria famiglia in Italia dopo anni di lavoro all’estero.
FORZA ITALIA A PAESTUM: «SIAMO LA GRANDE CASA DEI MODERATI, IL CENTRO DELLA POLITICA ITALIANA»
Il 29 settembre scorso Silvio Berlusconi avrebbe compiuto 87 anni, da qui la scelta di far coincidere l’avvio della tre giorni di Forza Italia a Paestum con il compleanno del compianto Presidente proprio per rafforzare la volontà di mantenere vivo il rapporto con il suo pensiero, ma, allo stesso tempo, evidenziare l’esigenza di guardare avanti rilanciando il partito. Le parole del nostro Ministro degli esteri e Segretario nazionale di Forza Italia, Antonio Tajani, hanno racchiuso fin da subito l’essenza della tre giorni: “Vogliamo rafforzare la grande casa dei moderati, il centro della politica italiana, una grande storia, un futuro di libertà, e per riuscirci non bisogna avere lo sguardo rivolto al passato ma guardare avanti”.
Durante la manifestazione sono stati condivisi ricordi e testimonianze di amici e protagonisti della vita politica, sportiva, economica, culturale e sociale del nostro Paese ed il tema centrale è sempre stato la Libertà, celebrata con la lettura del discorso che Berlusconi ha pronunciato al Congresso americano nel 2006.
Sono poi stati affrontati i temi politici e economici più importanti per Forza Italia tra cui la stabilità politica, l'occupazione, la pubblica amministrazione, le imprese, l'ambiente, il sistema giudiziario, le infrastrutture e le grandi opere, l'energia nucleare e la migrazione.
Interessanti sono stati gli interventi della presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, e del Presidente del PPE, Manfred Weber, che hanno confermato e rafforzato lo stretto legame tra il Partito Popolare europeo e Forza Italia, l’unico movimento italiano a far parte della grande famiglia del PPE.
Le conclusioni della manifestazione sono state affidate ai tre capigruppo di Forza Italia (Senato, Camera, Parlamento europeo), che hanno sottolineato la vitalità e la visione politica del partito, ma, soprattutto, l’ambizione di crescere in ottica futura.
Il prossimo congresso di Forza Italia ci sarà a febbraio 2024 e sarà una nuova occasione per consolidare i principi e gli obiettivi di un partito che guarda al futuro e all’Europa con slancio e propositività.
INTERVISTE E RASSEGNA STAMPA
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INTERVENTI / INTERVISTE
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GIORNALI
PRODUZIONE AGRICOLA: È NECESSARIO PROROGARE LA DEROGA SULLA ROTAZIONE DELLE COLTURE
La guerra in Ucraina ha portato un aumento dei prezzi dei fertilizzanti e dei carburanti che ha reso più costoso la produzione per gli agricoltori. La conseguente chiusura del Mar Nero, una delle principali rotte commerciali per il grano e altri cereali, da parte della Russia e gli eventi climatici che ne sono scaturiti stanno mettendo in seria difficoltà anche il mercato agricolo per il quale si stimano forti riduzioni di raccolto, soprattutto per i cereali. Questo ha causato un aumento dei prezzi dei generi alimentari e una carenza di approvvigionamenti in molti Paesi, inclusa l'Ue. Gli eventi climatici che si sono abbattuti sull’Europa, inoltre, hanno messo in seria difficoltà anche il mercato agricolo per il quale si stimano forti riduzioni di raccolto, soprattutto per i cereali. Per questo motivo, nelle scorse settimane, con gli altri colleghi eurodeputati, abbiamo chiesto al Commissario europeo per l’agricoltura, Januz Wojciechowski, di prorogare la deroga sulla rotazione delle colture e sul mantenimento della quota di superfici non produttive.
La norma, infatti, prevede che i nostri agricoltori non debbano utilizzare una percentuale del 4% della loro superficie agricola. Con l’estensione della proroga, invece, avrebbero l’opportunità di usarla aumentando la produzione con la possibilità di riuscire a coprire i costi in vista del raccolto del prossimo anno. Inoltre, l’estensione della proroga consentirebbe agli agricoltori europei di far fronte alla crisi alimentare globale non minando gli obiettivi ambientali della PAC in quanto gli agricoltori sarebbero comunque tenuti a rispettare le norme ambientali vigenti.
Crediamo che questo tipo di criteri, decisi per essere rispondenti ai nuovi e più ambiziosi obiettivi ambientali specifici della PAC, rappresentino in questo particolare momento un ulteriore difficoltà per le aziende agricole europee che hanno bisogno, invece, di essere ancor di più aiutate e incoraggiate nel rispetto di una transizione verde che li vede protagonisti, come sentinelle dell’ambiente, attraverso il controllo e la cura del loro e del nostro ecosistema. Inoltre, la proroga rappresenta un segnale di sostegno al settore agricolo europeo nonché un contributo importante alla sicurezza alimentare globale.
OSSERVATORIO ITALIANO SULLA CRIMINALITÀ IN AGRICOLTURA E SUL SISTEMA AGROALIMENTARE: UN MODELLO PER L’EUROPA
Il 27 settembre, a Bruxelles, è stato presentato l'Osservatorio italiano sulla criminalità in agricoltura e sul sistema agroalimentare il cui obiettivo è l’analisi, la ricerca e la divulgazione degli studi sui vari rischi e fenomeni di criminalità nell'agroalimentare con l'obiettivo di promuovere la legalità nella produzione agricola italiana, prevenire e combattere la criminalità organizzata nel settore.
Anche nel mio ruolo di membro della Commissione agricoltura al Parlamento europeo, insieme ai colleghi, ai rappresentanti della Commissione europea e delle forze dell'ordine italiani, ho potuto constatare la necessità di proteggere la reputazione e la fiducia nei prodotti agricoli italiani e quello che rappresenta il ruolo fondamentale delle indagini e dell'apparato normativo italiano in questo contesto.
È di pochi giorni fa, tra l’altro, l’ultimo episodio di criminalità inerente l’agricoltura verificatosi nel foggiano dove un gruppo di 13 persone ha falsificato i requisiti per ottenere terre e titoli agricoli gratuiti per giovani imprenditori, guadagnando milioni di euro dal Fondo Europeo Agricolo di Garanzia. Fortunatamente la Guardia di Finanza di Pescara ha smantellato questa operazione criminale. Gli investigatori ritengono che queste nuove imprese agricole fittizie abbiano collaborato con cooperative agricole o associazioni temporanee di imprese per acquisire terreni concessi per uso civico attraverso bandi comunali.
Durante l’evento è stato ribadito proprio come il nostro Paese disponga, a differenza di altri Stati membri, di un numero elevato di forze dell'ordine e come sia all'avanguardia nelle investigazioni e nella cooperazione tra le forze dell'ordine, anche grazie a strumenti come le intercettazioni telefoniche e ambientali.
L'evento ha avuto anche il merito di porre l’accento sull'importanza di informare l'opinione pubblica europea sulle capacità investigative italiane e sulle sfide legate alla criminalità nell'agricoltura. Ciò che da tutti è stato condiviso e auspicato però è che l’importante e qualificata esperienza italiana nella lotta alla criminalità in agricoltura possa essere condivisa con altri Paesi europei per rafforzare azioni comuni al fine di proteggere un settore strategico per l’economia nazionale ed europea.
IMMIGRAZIONE, IL PATTO UE-TUNISIA RIMANE FONDAMENTALE PER RISOLVERE IL PROBLEMA
La Commissione europea ha annunciato, nei giorni scorsi, l'erogazione imminente di 127 milioni di euro alla Tunisia. Queste prime risorse sono necessarie per dare concretezza all’accordo UE-Tunisia e ai 10 punti del piano presentato dalla von der Leyen, durante la sua visita a Lampedusa il 17 settembre scorso.
L’Italia sta svolgendo un ruolo determinante per far comprendere a tutti la necessità di trovare azioni comuni che garantiscano una gestione controllata dei flussi migratori sottraendola alle organizzazioni criminali che negli ultimi mesi hanno fatto arrivare migliaia di persone dalla Tunisia all’Italia.
L'accordo tra l'UE e la Tunisia è stato criticato dalla sinistra italiana ed europea perché, a loro dire, sono a rischio i diritti umani, dato che la Tunisia è accusata di abusi e espulsioni collettive di migranti subsahariani.
Come ho dichiarato durante il mio intervento nella plenaria dello scorso settembre, l'accordo raggiunto con la Tunisia rappresenta comunque un significativo passo in avanti dell'Unione europea per affrontare il problema dell'immigrazione proprio perché prevede aiuti volti a favorire una stabilizzazione economica della Tunisia e per migliorare i suoi strumenti di controllo delle coste, soprattutto rispetto alla lotta alla criminalità. Questo accordo è importante perché risponde al bisogno di sostenere i Paesi, anche non europei, che affrontano il peso maggiore dei flussi migratori e rappresenta un valido strumento di cooperazione tra l'Unione europea e la Tunisia in merito.
LA NUOVA COMPOSIZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO PER LE ELEZIONI DI GIUGNO 2024
Lo scorso 22 settembre, il Consiglio europeo ha deciso di aumentare il numero di seggi da eleggere al Parlamento europeo, per la legislatura 2024-2029, da 705 a 720. Questa decisione è stata presa in considerazione dei cambiamenti demografici negli Stati membri dell'UE. I seggi supplementari sono stati assegnati a 14 Stati membri: Belgio, Danimarca, Irlanda, Spagna, Francia, Lettonia, Paesi Bassi, Austria, Polonia, Slovenia, Slovacchia e Finlandia. Il numero dei seggi dell'Italia è stato, invece, confermato a 76. Il Consiglio europeo ha anche invitato le autorità di bilancio e la Commissione a garantire che l'aumento del numero dei seggi non abbia un impatto sul bilancio dell'UE. Questa decisione consentirà agli Stati membri di prepararsi alle elezioni del Parlamento europeo del 2024.
Sono deluso però dal fatto che il Consiglio non abbia accolto la proposta originale del Parlamento che prevedeva un aumento di seggi minimo solo per gli Stati membri con un aumento significativo della popolazione. Questa proposta era giusta e equa, e avrebbe garantito una rappresentanza più accurata dei cittadini dell'Unione europea.
Bisogna riconoscere però che la decisione del Consiglio è stata presa nel rispetto dei Trattati. Tuttavia, nel mio intervento in aula ho voluto sottolineare che il Consiglio non ha solo deciso di aumentare il numero di seggi, ma ha anche ignorato completamente le altre indicazioni contenute nella proposta del Parlamento. In particolare, il Consiglio ha stabilito che al maggior numero di seggi non ci sia una corrispondente variazione di bilancio. Sarebbe stato certamente preferibile un maggiore dialogo tra il Parlamento e il Consiglio per trovare una soluzione accettabile per entrambe le istituzioni.
Il mio auspicio adesso è che, soprattutto in questa ultima fase della legislatura, il Consiglio possa dimostrare maggiore rispetto per la volontà del Parlamento. Questo garantirebbe un rapporto di sincera e reciproca collaborazione tra le due istituzioni.
IL PARLAMENTO DEVE ESSERE PIU’ CREDIBILE E SOLLECITARE IL SENSO DI APPARTENENZA ALL’UE
Durante il mio intervento in plenaria ho voluto sottolineare come le decisioni che vengono prese nel Parlamento europeo abbiano un impatto diretto sulla vita dei cittadini ed è essenziale quindi chiarire il ruolo del Parlamento e di tutti i parlamentari aprendo una riflessione sul funzionamento della democrazia in Europa. Parlamentarismo, cittadinanza, democrazia: sono i tre pilastri per l'Europa e della vita democratica, interconnessi e vitali per l'Unione europea e per tutti i suoi Stati membri.
Nonostante il Parlamento europeo sia l'unica istituzione eletta direttamente dai cittadini, infatti, non ha ancora un ruolo centrale nel processo decisionale e non ha nessun potere di iniziativa legislativa. È necessario cambiare questa situazione e correggere gli squilibri istituzionali. Solo rendendo l'Europa più efficiente riusciremo a garantire fiducia nelle istituzioni e incoraggiare i cittadini a partecipare attivamente alle prossime elezioni.
Dobbiamo sollecitare la conoscenza dell'Unione europea e il senso di appartenenza ad essa, accrescendo il valore della cittadinanza europea. I cittadini devono conoscere chiaramente i loro diritti e le opportunità che l'Unione offre loro. È necessario promuovere l'educazione civica europea per rafforzare il senso di appartenenza all'Unione e la partecipazione dei cittadini alla vita democratica.
Inoltre, come ho sottolineato davanti all’emiciclo di Strasburgo, credo che si debba lavorare anche per dare una rinnovata e concreta credibilità al Parlamento europeo e in questo la revisione del Regolamento interno dello stesso rappresenta un momento importante per l'istituzione che è stata scossa dallo scandalo Qatargate dello scorso dicembre. Come presidente della Commissione Affari costituzionali, posso affermare che abbiamo lavorato duramente per rafforzare le regole esistenti e rendere il lavoro del Parlamento più trasparente, consolidando la sua credibilità. Un lavoro certamente impegnativo, ma necessario per prevenire una pericolosa delegittimazione di un'istituzione democratica eletta direttamente dai cittadini.
Purtroppo, nessuna norma, neanche la migliore, può tutelare da chi intenzionalmente vuole agire in malafede. Tuttavia, la revisione dei trattati rende più difficile per i malintenzionati violare le regole, intensificando i controlli e imponendo sanzioni. La revisione del Regolamento interno è una dimostrazione dell'impegno del Parlamento a esercitare la sua attività in modo libero e democratico nell'interesse dei cittadini. Il futuro dell'Unione europea dipende dalla nostra capacità di promuovere questi valori fondamentali.
STATO DELL’UNIONE, LA PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE UE: “PRONTI ALL’APPUNTAMENTO CON LA STORIA!”
La consapevolezza di guardare al futuro significa prepararsi a trasformare il presente perseguendo obiettivi ambiziosi. L’Europa, ora più che mai, sta guardando al suo futuro in maniera determinata e lungimirante con una serie di politiche e iniziative per affrontare le sfide cruciali che l’attendono. “Un’Europa pronta per l’appuntamento con la storia”: questo è il titolo e l’asse portante del discorso sullo stato dell’Unione pronunciato dalla Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, il 13 settembre scorso, a fronte di un mandato che l’ha vista affrontare sfide delicate come la pandemia di Covid-19, l’invasione russa dell’Ucraina e le sue numerose conseguenze sulle politiche europee in materia di energia, alimentazione e sicurezza.
Nel suo discorso, la Presidente della Commissione europea ha delineato le principali priorità e iniziative per l'anno a venire in vista delle elezioni europee del 2024. Sono tante le tematiche che ha affrontato: dalla violenza contro le donne alla transizione verde, dal mercato del lavoro al settore digitale, dall’immigrazione all’allargamento Schengen. Tante le cose fatte, ma ancora tante le cose da fare.
Tra le sfide più importanti c’è sicuramente quella di trasformare in legge il principio fondamentale del "No significa no" per combattere la violenza contro le donne, affermando che la vera uguaglianza richiede la libertà dalla violenza. Per quanto riguarda la competitività europea, è stata annunciata la creazione di un rapporto sulla competitività, preparato da Mario Draghi, per affrontare le sfide economiche legate al lavoro, all'inflazione e all'ambiente commerciale. Il discorso della Presidente della Commissione ha riflettuto l'impegno dell'Unione europea nei confronti delle sue priorità mantenendo la competitività economica in un contesto globale complesso.
Ho apprezzato il discorso della Presidente von der Leyen, che ha chiuso il suo intervento in maniera ferma e determinata con un grande augurio per tutti gli europei che condivido e riporto testualmente: “Il futuro del nostro continente dipende dalle scelte che facciamo oggi. Dai passi che faremo per completare la nostra Unione. Gli europei vogliono un’Unione che li difenda in un periodo di accesa competizione per il potere. Ma anche un’Europa che li protegga e li sostenga, in veste di partner e alleata, nelle loro battaglie quotidiane. Ascolteremo la loro voce. Ciò che è importante per gli europei è importante per l’Europa. È il momento di mostrare che possiamo costruire un continente in cui ognuno può essere ciò che è, amare chi desidera e cercare di realizzare le sue ambizioni. Un continente riconciliato con la natura e che funga da guida nel settore delle nuove tecnologie. Un continente unito nella libertà e nella pace. Ancora una volta, per l’Europa è giunta l’ora di farsi trovare pronta all’appuntamento con la storia. Viva l’Europa!”.
LA COMMISSIONE AGRICOLTURA DEL PARLAMENTO DICE NO ALLA CARNE SINTETICA
In questi giorni, i media hanno lanciato la notizia del salmone in 3D, inventato da un'azienda austriaca e probabilmente destinato ad essere venduto nei supermercati italiani a partire da ottobre. Il prodotto è realizzato con una stampante 3D che utilizza una poltiglia di microproteine di funghi e acidi grassi Omega-3. Il risultato ha l'aspetto, il gusto e l'odore del salmone tradizionale, ma ovviamente è ben lontano da esserlo. Sui cibi in vitro però la Commissione agricoltura e sviluppo rurale del Parlamento europeo si è espressa, proprio qualche settimana fa, in maniera netta, rigettando il testo dell’emendamento che apriva le porte alla carne in provetta nell’Ue.
Forza Italia aveva fin da subito espresso la sua contrarietà e, dopo questa decisione da parte della Commissione agricoltura, possiamo dire di aver portato a casa un risultato importante con il quale abbiamo saputo mandare un messaggio chiaro alla Commissione europea: NO agli alimenti prodotti in laboratorio nell’Ue. Non ci sono ancora, infatti, studi sufficienti che dimostrino la sicurezza per i consumatori degli alimenti prodotti dalle cellule, non possiamo quindi permettere che venga introdotto un tale riferimento in un testo che riguarda la strategia europea sulle proteine.
Che sia salmone, carne o altro, bisogna stare attenti a questo tipo di produzione. Non è chiaro, infatti, se il cibo in vitro possa avere conseguenze per la salute. Ciò che sarebbe necessario fare, invece, è dare un concreto supporto alla produzione di proteine, sia animali che vegetali, che va rafforzata in maniera sostenibile poiché esse sono alla base di una dieta sana ed equilibrata. Il Parlamento europeo ha sempre sostenuto gli agricoltori, anche con iniziative per aumentare la produzione agricola. Questo però non comporta la produzione di alimenti in vitro.
Ritengo che tentativi come quello rigettato dalla Commissione Agri non debbano essere ripetuti perché sarebbero deleteri per tutto il comparto agricolo, ma, soprattutto, perché il cibo prodotto in vitro non solo potrebbe avere conseguenze negative per la salute, ma anche distruggere intere filiere senza alcun beneficio ambientale.
I MERCATI ALL’INGROSSO AL CENTRO DELLA FILIERA AGROALIMENTARE: L’EVENTO ORGANIZZATO A BRUXELLES
I mercati all'ingrosso sono strutture indispensabili e fondamentali nella filiera agroalimentare poiché garantiscono non solo la sicurezza alimentare, ma anche la resilienza dell'agricoltura europea. Proprio per mettere in evidenza questo loro ruolo strategico, ho voluto organizzare, il 20 settembre scorso, un evento che ne sancisse il valore, ma anche le potenzialità. La presenza delle associazioni Italmercati e Fedagro – Confcommercio, che hanno voluto condividere l’organizzazione di questo importante incontro, ha dato ancora più risalto allo stesso.
Questo appuntamento nasce anche da un grande lavoro di concerto fatto tutti insieme, in questi anni, proprio per definire e ribadire il ruolo dei mercati all’ingrosso. Altrettanto importante è stato il contributo di Coldiretti, Confagricoltura e Cia che hanno confermato la stretta e proficua collaborazione della produzione con i mercati e la potenzialità di un’alleanza vincente. Con la platea presente in sala, ho voluto anche condividere la mia personale soddisfazione dovuta al fatto che di recente il Parlamento, grazie proprio ad un mio emendamento, ha finalmente riconosciuto i mercati all’ingrosso tra le infrastrutture strategiche europee da salvaguardare. Questo però non toglie che abbiamo bisogno ancora di creare una maggiore consapevolezza, anche a livello nazionale, del loro ruolo e delle loro potenzialità.
La caratteristica dei mercati all’ingrosso di essere luogo prioritario di arrivo e aggregazione delle produzioni agricole europee e non solo, li ha trasformati nel corso degli anni, infatti, in piattaforme logistiche, innovative e sostenibili, dove i prodotti acquisiscono un valore aggiunto nel confezionamento, nel controllo della qualità, nella tracciabilità e nella formazione trasparente del prezzo nell’interesse dei produttori e del consumatore finale. I mercati all’ingrosso però continuano a rappresentare il luogo fisico dove produttori, distributori, intermediari e logistica si incontrano favorendo la continuità e la sicurezza della filiera agroalimentare. Si pensi alla loro resilienza nel periodo del Covid quando hanno ininterrottamente garantito le forniture a milioni di cittadini europei.
L’incontro, infine, è stato anche l’occasione per guardare alle sfide future del comparto agroalimentare nelle quali i mercati all'ingrosso saranno sicuramente partner su cui fare affidamento per garantire una filiera agroalimentare resiliente, innovativa e sostenibile.
INTERVISTE E RASSEGNA STAMPA
Qui potrai guardare tutte le mie interviste, i miei interventi al Parlamento europeo a Bruxelles, in plenaria a Strasburgo e nelle varie trasmissioni televisive e radiofoniche. Potrai, inoltre, ascoltare i miei podcast e leggere la rassegna stampa con gli articoli di giornale che mi riguardano.
INTERVENTI / INTERVISTE
WEB
GIORNALI
REGOLAMENTO SU RIPRISTINO NATURA: L’AGRICOLTURA HA UN SOLO COLORE, QUELLO DELLA TERRA
Il 22 giugno 2022, la Commissione europea ha presentato un regolamento che aveva come obiettivo quello di riparare l'80% degli habitat europei in cattive condizioni e preservare la biodiversità. La Legge sul ripristino della natura però è stata respinta nella mia Commissione Agricoltura, in quella Ambiente e nella Commissione Pesca perché si riteneva che non potesse rappresentare un traguardo significativo per l'ambiente né una base solida per il futuro non prendendo in considerazione anche le necessità dell’agricoltura europea e non coinvolgendo agricoltori e pescatori, ma, anzi, penalizzandoli.
Come Forza Italia-PPE auspicavamo quindi che la Commissione europea presentasse una nuova proposta. Il voto per il rigetto è stato motivato proprio dalla volontà di promuovere una transizione verde più equilibrata che tenesse conto di tutte le esigenze, senza ideologie, ma con azioni concrete. Nessuno vuole andare contro una sostenibilità ambientale, ma questa deve essere accompagnata da una sostenibilità economica, sociale e produttiva.
Il voto scaturito durante la plenaria di luglio, inoltre, ha, di fatto, diviso in due il Parlamento su una tematica che, invece, avrebbe dovuto trovare la massima condivisione. Come Forza Italia- PPE abbiamo chiesto semplicemente di garantire una transizione verde giusta e pragmatica per il raggiungimento degli obiettivi climatici in modo credibile ed inclusivo.
La sinistra però, votando a favore di questa proposta, ha dimostrato, ancora una volta, la sua cecità nel voler portare avanti questo testo malgrado le forti criticità proseguendo così la sua marcia verso una transizione che, se affrontata in questo modo, sarà solo ideologica e poca concreta. A pagarne il prezzo saranno i cittadini europei, ma, soprattutto, gli agricoltori e i pescatori poiché colpirà duramente le loro attività.
GLI OBIETTIVI EUROPEI DI SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE E CLIMATICA
L’Unione europea è stata la prima istituzione sovranazionale ha dotarsi di un piano concreto in materia di sostenibilità ambientale: nel 2019, infatti, la Commissione europea ha presentato il “Green Deal”, l’iniziativa principale per raggiungere gli obiettivi dell'Accordo di Parigi sul clima con l’intento di rendere l'Europa il primo continente a zero emissioni nette entro il 2050.
Per sostenere l'attuazione del Green Deal, l'Europa si è impegnata a mobilitare investimenti pubblici e privati nonché a creare strumenti finanziari che possano trasformare l'economia europea in un'economia sostenibile promuovendo la transizione verso una società a basse emissioni di carbonio. Questa strategia ambiziosa interessa in particolar modo l’agricoltura, e proprio al Parlamento europeo, in Commissione agricoltura, della quale sono membro, stiamo lavorando per avere norme che tendano a ridurre l’inquinamento ed il cambiamento climatico, ma senza danneggiare le già precarie condizioni del settore agricolo italiano ed europeo.
Una buona notizia è arrivata dalla nuova Politica Agricola Comune che ha previsto un investimento di 387 miliardi di euro per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità ambientale e climatica concordati. Il pacchetto legislativo europeo "Fit for 55", invece, punta a ridurre del 55% le emissioni di gas serra entro il 2030. Tuttavia, l'obiettivo del 50% di riduzione dell'uso di fitofarmaci entro il 2030 è considerato irrealistico e non fattibile senza considerare gli sforzi degli agricoltori e gli studi di impatto.
C’è necessità, infatti, di tempi più lunghi, strumenti alternativi e di eliminare l'importazione di prodotti con fitofarmaci vietati in Europa, ma anche togliere gli allevamenti bovini dagli obblighi sulle emissioni industriali escludendo l'idea di qualcuno che eliminare la carne salverebbe il pianeta. L'agricoltura è responsabile solo di una parte delle emissioni di gas serra.
La carenza idrica, inoltre, è diventata un problema gravoso, specialmente per il settore agricolo, con siccità e alluvioni che rappresentano entrambe le due facce della crisi climatica. È fondamentale che l’Europa abbia una strategia adeguata per proteggere gli Stati membri dai repentini cambiamenti climatici.
Sono fortemente convinto che, in questo contesto storico, sia essenziale adottare politiche pragmatiche che mettano al centro i cittadini e le imprese, evitando approcci ideologici.
CALDO E SICCITA’: L’IMPORTANZA DI PROMUOVERE LA CONSAPEVOLEZZA SULLA GESTIONE SOSTENIBILE DELL’ACQUA
L'acqua è una risorsa essenziale per la vita e questo negli ultimi anni è sempre più evidente guardando i devastanti effetti della siccità sulle persone, l'agricoltura, l'ambiente e l'economia. Attualmente, infatti, c'è uno spreco significativo di acqua, sia per le pratiche irrigue che per le perdite negli acquedotti. La carenza idrica in questo periodo dell’anno sta diventando una costante e le alluvioni a cui troppo spesso assistiamo testimoniano la necessità di agire tempestivamente per prevenire conseguenze drammatiche. L'agricoltura è uno dei settori più colpiti con un'emergenza idrica che, inoltre, mette a rischio la sicurezza alimentare e l'economia del Made in Italy.
L'Italia ha adottato misure per affrontare la siccità con il DL Siccità, ma sono necessarie azioni efficaci e concrete sia a livello nazionale che europeo. Forza Italia e PPE hanno proposto soluzioni alla Commissione europea tra cui la costruzione di nuovi invasi e l'uso di nuove tecnologie per il monitoraggio delle risorse idriche. È fondamentale, infatti, aumentare gli investimenti nelle nuove tecnologie agricole per aumentare la resilienza delle colture ai fenomeni climatici estremi. Inoltre, è necessario sviluppare un piano di supporto per aumentare la capacità di stoccaggio delle risorse idriche, completare e modernizzare i sistemi di irrigazione esistenti e costruire nuove infrastrutture per aumentare la resilienza del sistema idrico.
Ciò che sottolineo quando ho l’occasione di affrontare questo argomento è che ognuno di noi può contribuire utilizzando l'acqua in modo responsabile, evitando sprechi e adottando pratiche di risparmio idrico. Promuovere la consapevolezza sulla gestione sostenibile dell'acqua è essenziale per affrontare la minaccia reale e urgente della siccità. Solo agendo con impegno e attenzione sarà possibile affrontare questa sfida e assicurare un futuro sereno e prospero per tutti.
L’EUROPA DELLE POSSIBILITA’ E DELLE OPPORTUNITA’: A SETTEMBRE PARTE IL MIO TERZO CORSO DI EUROPROGETTAZIONE
Sono aperte le iscrizioni al terzo corso di Europrogettazione da me organizzato, che dopo le due edizioni precedenti, intende continuare a coinvolgere le tante persone interessate ad una professione che pian piano sta sempre prendendo piede in maniera consapevole. C’è un maggiore apprezzamento per l'impegno concreto dell'Europa nel finanziare progetti e raggiungere obiettivi tramite programmi comunitari. Il corso, infatti, fornisce una formazione qualificata e aggiornata sulla progettazione europea, offrendo l'opportunità di accedere a vari bandi di finanziamento.
Ciò ha permesso ai partecipanti di conoscere un campo nuovo e sconosciuto fino a pochi anni fa. Durante il corso, essi hanno anche avuto l'opportunità di consultare la piattaforma www.insiemeineuropa.it, che ho appositamente creato per fornire ad essi, ma anche a tutti i cittadini, agli imprenditori, alle associazioni e agli Enti, informazioni sulle opportunità offerte dai bandi europei, nazionali e regionali. La piattaforma è costantemente aggiornata e consente agli utenti registrati di ricevere notifiche sui bandi relativi alle varie aree tematiche.
In un'epoca in cui il finanziamento europeo è essenziale per lo sviluppo di progetti e iniziative in vari settori, è cruciale saper preparare proposte di progetti vincenti. La terza edizione del corso di Europrogettazione offre un'opportunità unica per acquisire le competenze necessarie a questo scopo, aumentando le probabilità di successo nel processo di finanziamento europeo.
Il corso copre una serie di argomenti chiave, come il contesto europeo dei finanziamenti, le opportunità disponibili e le istituzioni coinvolte. Vengono esaminati anche gli obiettivi specifici che possono essere affrontati tramite finanziamenti europei e come sviluppare una proposta in linea con tali obiettivi.
I partecipanti studiano la struttura di un progetto, le finalità, le attività, il budget e i risultati attesi. Imparano, inoltre, a pianificare le attività e le risorse necessarie per implementare il progetto ed a gestire efficacemente le attività stesse durante tutto il suo ciclo di vita. Sono forniti anche suggerimenti pratici per scrivere una proposta di successo, includendo i criteri di valutazione utilizzati dai finanziatori europei.
Infine, viene analizzata l'importanza del monitoraggio dei progressi del progetto e della valutazione dei risultati per garantire l'implementazione corretta e l'ottenimento dei finanziamenti. L’obiettivo del corso è quello di colmare la lacuna nelle conoscenze e competenze necessarie per accedere alle opportunità di finanziamento dell'Unione Europea e aiuta i partecipanti a comprendere come raggiungere i loro obiettivi.
Esattamente come gli altri, anche questo corso sarà coordinato da esperti del settore con cui sarà possibile avere un confronto costante e diretto che permetterà ai partecipanti di avere un’esaustiva conoscenza dei fondi europei. Oltre a fornire elementi teorici e pratici per l’analisi e la lettura dei bandi europei, saranno approfondite le diverse metodologie per la scrittura della candidatura al bando stesso.
Come sottolineo sempre, l’Europa offre molte opportunità utili ad Enti pubblici, imprese e cittadini, ma bisogna conoscerle per poterle utilizzare. Lo scopo del corso è proprio quello di mettere a disposizione, di chi fosse interessato, i mezzi per poterle cogliere ed usufruirne.
LINK PER ISCRIVERSI AL CORSO: https://www.insiemeineuropa.it/iscrizione-al-corso-europrogettazione-2023/
RIALZO DEI TASSI DI INTERESSI: BASTA GRAVARE SU FAMIGLIE E IMPRESE
La Banca centrale europea ha aumentato i tassi di interesse a fine giugno, come previsto dai mercati. Il tasso principale sui depositi presso la BCE è salito al 3,5%, il massimo degli ultimi due anni, mentre quello sulle operazioni di rifinanziamento è salito al 4%, il livello più alto dal 2008.
La BCE ha iniziato ad aumentare i tassi di interesse il 21 luglio 2022 e lo ha fatto per otto volte consecutive. Gli effetti di questa stretta monetaria iniziano a farsi sentire.
Personalmente, sono profondamente preoccupato riguardo questo aumento. Ritengo, infatti, che questa decisione possa rappresentare un problema poiché l'inflazione è già tre volte superiore alla norma, riducendo il potere d'acquisto delle famiglie e con una crescita economica al di sotto delle aspettative.
Con la delegazione di Forza Italia al Parlamento europeo, a fine giugno scorso, abbiamo presentato un'interrogazione alla BCE per comprendere le motivazioni dietro l'aumento dei tassi chiedendo anche se sono previste misure di politica monetaria per sostenere le famiglie e le imprese europee. Ciò che mi preoccupa è che questa misura possa favorire alcune economie dell'Eurozona a scapito di altre, come accaduto in passato.
Credo fermamente che sia importante, invece, adottare misure adeguate per recuperare le perdite senza gravare ulteriormente sui cittadini attraverso un aumento del costo del denaro. Bisogna prendere decisioni economiche e di politica monetaria considerando attentamente tutti gli effetti possibili. Gli obiettivi di politica monetaria dovrebbero bilanciare la stabilità dei prezzi, la crescita economica e il benessere delle famiglie. Ciò che auspico è che le autorità monetarie adottino misure flessibili per affrontare situazioni economiche complesse in modo da mitigare gli impatti negativi sulle imprese e sui cittadini.
PROPOSTA REGOLAMENTO IMBALLAGGI: È NECESSARIO SALVAGUARDARE IL SETTORE AGROALIMENTARE
Il nuovo regolamento sugli imballaggi proposto dalla Commissione europea rischia di avere un impatto fortemente negativo e paradossale sull’Italia e in Europa con effetti dirompenti sulle filiere nazionali del riciclo e sui consumatori.
La proposta di Regolamento europeo sugli imballaggi e rifiuti di imballaggio, di cui sono relatore del parere, infatti, è stata presentata dalla Commissione sulla base di una valutazione di impatto secondo cui le tante e rigorose misure previste dovrebbero portare, entro il 2030, ad una significativa riduzione di imballaggi ed emissioni di gas serra. In realtà, approfondendo la relazione sulla valutazione di impatto, molti sono stati i dati che ci hanno detto l’opposto confermando le molteplici perplessità sollevate fin dall’inizio da Forza Italia e dall’intero sistema produttivo italiano.
Per questo motivo ho presentato un’interrogazione per mettere la Commissione europea davanti alla realtà dei fatti, ovvero che molte misure proposte in questo Regolamento sono insensate in quanto creano più danni che benefici, impattando in maniera drastica sulle aziende e sulle abitudini dei consumatori.
Inoltre, questa proposta di Regolamento porta verso il sistema del riutilizzo senza minimamente considerare ciò che molti Stati, come ad esempio l’Italia, hanno saputo realizzare, con risultati straordinari e con finanziamenti europei, nel sistema del riciclo, ma, soprattutto, non considera l’impatto negativo in termini di sicurezza, tracciabilità, logistica e spreco alimentare nonché di risparmio idrico ed energetico.
Basti pensare a cosa può significare nel settore della ristorazione o dell’agroalimentare sostituire i contenitori riciclati (carta e plastica) con i contenitori da riutilizzare e quindi da detergere per essere rimessi in uso. Forza Italia, insieme al PPE, ha più volte ribadito che non ci può essere sostenibilità senza tener conto di tre, distinte, dimensioni: quella ambientale, quella sociale e quella economica.
Durante la votazione del 19 luglio scorso in Commissione Agricoltura però ha prevalso il buonsenso. E’ stata approvata la mia relazione con un testo bilanciato a salvaguardia del settore agro-alimentare rispetto ad una proposta iniziale fortemente dannosa. La mia relazione ha eliminato il divieto per gli imballaggi dell’ortofrutta sotto un chilo e mezzo, i target irrealistici del riuso e la ricarica delle bottiglie di vino; abbiamo garantito la protezione delle nostre eccellenze alimentari, del Made in Italy e di tutti i prodotti ad indicazioni geografiche. In questo modo abbiamo anche scongiurato l’aumento degli sprechi alimentari e tutelato i consumatori.
Adesso però bisogna proiettarsi al futuro in modo da lavorare in maniera concertata con tutti i colleghi del Gruppo PPE per far sì che la nostra posizione sia accolta prima dalla Commissione Ambiente, che è la responsabile per questa proposta, e poi da tutto il Parlamento che dovrà esprimersi entro la fine dell’anno.
L’EUROPA TRA LE CRITICITA’ DEL PRESENTE E GLI OBIETTIVI DEL FUTURO
Credo sia importante, anche in vista delle elezioni europee del prossimo giugno, sottolineare quelle che sono le criticità che l’Europa sta affrontando, gli obiettivi che si è proposta e come l’Italia si stia rapportando ad essa. Ciò che mi preme continuare a sottolineare è come Forza Italia in tutti questi anni abbia rappresentato l’unico partito politico italiano liberale, moderato e cristiano, in Italia come in Europa. Proprio questi valori hanno spinto il presidente Berlusconi a far entrare il partito azzurro nel Partito Popolare Europeo, il più grande partito del Parlamento europeo. Anche con Antonio Tajani, eletto lo scorso 15 luglio nuovo segretario nazionale all'unanimità, Forza Italia continuerà a lavorare come partito di centrodestra all'interno di una grande famiglia politica responsabile del futuro di tutti gli Stati membri.
Siamo alla fine di questa legislatura e posso dire che gli ultimi anni sono stati complicati e difficili per l'Europa, ma allo stesso tempo proprio queste difficoltà hanno fatto emergere la vera Europa: un'Europa solidale che, di fronte alle difficoltà, ha dimostrato concretezza e capacità di dare risposte tempestive, cosa che non era riuscita a fare, ad esempio, durante la precedente crisi finanziaria del 2008. Abbiamo reagito alla pandemia causata dal Covid investendo prima nei vaccini e poi mettendo a disposizione una grande quantità di risorse tramite il Next Generation EU. Abbiamo anche risposto prontamente alla guerra in Ucraina e all'emergenza energetica. In un momento difficile, abbiamo compreso che la nostra Unione deve essere rafforzata, soprattutto rimuovendo gli ostacoli che rallentano il progresso europeo. È stata proprio la reattività dimostrata negli ultimi difficili anni a permetterci di guardare ora al nostro futuro con ottimismo.
Credo che il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza rappresenti una grande opportunità di rilancio per tutti gli Stati membri. In Italia oggi è un argomento di discussione, ma solo a livello nazionale perché altri Paesi sono più indietro dell'Italia. Non c'è motivo di preoccuparsi come tanti inducono a credere. Il nostro governo, infatti, sta facendo grandi sforzi per utilizzare al meglio le risorse. È innegabile che ci troviamo con una considerevole quantità di denaro, oltre 200 miliardi, nonostante negli anni precedenti la capacità di spesa sia stata limitata. Tuttavia, il confronto c’è e l'Italia sta rispondendo adeguatamente a tutte le richieste di integrazione per l'erogazione dei fondi.
Per quanto riguarda la prossima legislatura, ritengo che debba avere una fase costituente. Come presidente della Commissione affari costituzionali al Parlamento, posso affermare che stiamo rivedendo i Trattati che nel tempo hanno dimostrato criticità e lavorando in questa direzione perché i cittadini ci hanno chiesto un'Europa più vicina e resiliente. Se si riuscisse però ad avere strumenti che ci consentano di adattare l'Europa alle esigenze urgenti, si potrebbero affrontare meglio tutte le sfide. Va sottolineato, infatti, che in una condizione di Unione come la nostra, il fatto che il veto di un singolo Stato sia sufficiente a impedire decisioni immediate è sbagliato. Se questa situazione fosse rivista, infatti, sarebbe più facile raggiungere tutti gli obiettivi.
Il prossimo 9 giugno ogni cittadino europeo sarà chiamato a scegliere il suo futuro, sarà importante per tutti farlo con lungimiranza e con resilienza perché l’Europa ha bisogno di noi così come noi abbiamo bisogno di un’Europa che continui ad essere coraggiosa e forte.