La guerra sta avendo contraccolpi sulla sicurezza alimentare di tutti quei Paesi, Italia compresa, che dipendono fortemente dalle importazioni di grano e mangimi per i propri fabbisogni alimentari.

Uno dei settori che più sta pagando le ripercussioni del conflitto tra Russia e Ucraina, infatti, è certamente quello agroalimentare e questo inevitabilmente va a toccare anche le grandi sfide europee come il Green Deal, la PAC e il Farm to fork.

Come ho più volte ribadito anche in sede parlamentare, questo non significa assolutamente rinunciare ad una agricoltura europea sempre più sostenibile e rispettosa dell’ambiente, ma prendere atto di alcune criticità emerse, a seguito del conflitto bellico in corso, per le quali è necessario aggiornare le nostre strategie e poterle realmente raggiungere. Forza Italia ritiene che gli ambiziosi obiettivi di sostenibilità ambientale siano condivisibili, ma devono avere anche una declinazione economica affinché la nostra economia europea non si indebolisca a favore di quella dei Paesi terzi e per questo che ha presentato, a Bruxelles, un proprio Piano per la sicurezza alimentare.

Come ho ribadito durante il mio intervento nella plenaria del 23 marzo, la guerra è un evento eccezionale e straordinario rispetto al quale l’Europa deve agire e reagire, con misure altrettanto eccezionali e straordinarie, sia per favorirne la cessazione sia per difendere la nostra sicurezza produttiva e alimentare.

Mentre si costruisce una strategia di lungo termine per la nostra autonomia, dobbiamo avere il coraggio di riconoscere che le varie strategie di sostenibilità, precedenti alla guerra in Ucraina, devono essere contestualizzate.

Bisogna essere pragmatici: è necessario capire come rimodulare ogni iniziativa che possa incidere sulla capacità produttiva europea e adeguare le nostre strategie alla luce delle criticità emerse.