Durante i lavori nella plenaria di marzo, sono intervenuto per porre l’attenzione su come, per troppi anni, in Europa si sia sottovalutato il problema delle interferenze straniere sulle nostre democrazie e non si siano considerate le disastrose conseguenze che esse hanno avuto. Purtroppo i tentativi di ingerenze straniere stanno aumentando in tutto il mondo e sono sempre più sofisticati, anche grazie all'utilizzo dell'intelligenza artificiale. Non sempre è facile individuarli perché assumono forme diverse e spesso trovano anche alleati interni al sistema da condizionare. Per questo, è necessario prendere consapevolezza di questo rischio e rendere le nostre comunità più resilienti e pronte a respingere questi attacchi. Il lavoro della Commissione speciale di inchiesta sulle interferenze straniere (INGE), di cui sono componente, punta a dare un forte segnale a tutti i cittadini, alle istituzioni, ma anche a quei Paesi che per anni hanno approfittato della nostra guardia abbassata per veicolare e amplificare messaggi di odio e disinformazione, per alimentare le paure e le fragilità, per delegittimare un sistema, per indebolire un modello come quello europeo. La verità, come ho fortemente sottolineato a tutto l’emiciclo, è che l’Unione Europea fa paura. La nostra democrazia, gli standard di libertà e difesa dei diritti umani, la prosperità economica, sono tutti elementi che spaventano quei Paesi che fanno invece della coercizione e della paura gli unici mezzi di controllo della popolazione. Il conflitto russo-ucraino ha messo l’Europa nella giusta condizione di alzare la guardia, di essere più vigile e di iniziare un percorso che permetta all’UE e ai suoi Stati membri di sviluppare una strategia coordinata di lotta all’interferenza straniera per difendersi da chi manipola l’informazione a suo piacimento e diffonde menzogna. Dobbiamo difendere il nostro modello ed essere di riferimento anche per gli altri Paesi democratici extra europei affinché possano prenderci come esempio per sviluppare sistemi in grado di proteggersi.