Proprio su questo tema il mio intervento durante i lavori della plenaria del Parlamento europeo per sottolineare come moltissimi cittadini ancora perdano la vita e tanti altri risultino affetti da patologie derivanti proprio dall’esposizione all’amianto.
Molte di queste patologie purtroppo non sono nemmeno riconosciute tra quelle professionali, quindi non danno diritto a nessun tipo di risarcimento alle vittime e le loro famiglie.
Ho voluto evidenziare come sia fondamentale che l’Europa aggiorni la sua normativa anche alla luce degli interventi con cui la stessa sta promuovendo la ristrutturazione e la rigenerazione del patrimonio edilizio.
È necessario che venga introdotto subito un obbligo di controllo in modo da stabilire la presenza di amianto e di una conseguente successiva rimozione prima dell’inizio di qualsiasi lavoro.
Condivido, inoltre, che ci sia una certificazione obbligatoria che attesti l’assenza o la regolarità dell’amianto prima di una vendita o di una locazione per gli edifici costruiti prima del 2005.
In attesa delle nuove misure che verranno presentate dalla Commissione, ho posto l’attenzione anche su alcuni elementi. Innanzitutto, la necessità di includere tra le malattie professionali tutte quelle che, in modo oggettivo e scientifico, sono riconducibili all’esposizione all’amianto.
Se vogliamo realmente rimuovere l’amianto, inoltre, dobbiamo snellire le procedure burocratiche, aiutare economicamente i proprietari dell’immobile interessato, formare adeguatamente i tecnici e i lavoratori.
Bisogna, infine, incentivare le tecniche non invasive in modo che si riduca totalmente il fattore di rischio anche nella fase dello screening.
Ho voluto ricordare in sede di plenaria come sia importante investire nello screening, ma, soprattutto, nella rimozione e nella bonifica dell’amianto, perché questo significa investire nella salute dei nostri cittadini.
Fonte: lanternaweb.it