Un codice di auto condotta per “responsabilizzare” l’intera filiera agroalimentare e sostenere una transizione sostenibile non solo dal punto di vista ambientale, ma anche socioeconomico. E’ quella sottoscritta da 65 attori dell’agrifood europeo, dalle organizzazioni degli agricoltori ai big della grande distribuzione, come Coop Italia, passando per le principali multinazionali del settore, tra cui le italiane Ferrero e Barilla.
“Questo Codice è una parte essenziale degli sforzi dell'Ue per aumentare la disponibilità e l'accessibilità di opzioni alimentari sane e sostenibili che aiutano a ridurre la nostra impronta ambientale complessiva”, si legge in una della Commissione europea. “È stato sviluppato con le associazioni e le aziende dell'Ue, con il coinvolgimento attivo e il contributo di altre parti interessate, tra cui organizzazioni internazionali, ong, sindacati e associazioni di categoria, e insieme ai servizi della Commissione europea – continua la nota - Le associazioni e le aziende del settore alimentare che sottoscrivono il codice si impegnano ad accelerare il proprio contributo a una transizione sostenibile” nel quadro delle strategie Farm to fork e Biodiversità.
Il Codice prevede due livelli di impegni, uno per le associazioni di categoria e uno per le aziende. Per le associazioni di categoria sono stati sottoscritti “7 obiettivi, ciascuno con i propri target e azioni indicative”. Si tratta di azioni che promuovono “il passaggio a modelli di consumo sani e sostenibili. L'obiettivo è migliorare l'impatto sulla sostenibilità delle operazioni di trasformazione alimentare, vendita al dettaglio e servizi alimentari e migliorare la sostenibilità delle catene del valore alimentare, in relazione ai produttori primari e agli altri attori della catena”. Come dicevamo, non solo Green deal: il codice in qualche modo richiama anche alla direttiva Ue contro le pratiche sleali in agricoltura.
“Il codice di auto condotta alimentare dice Salvatore De Meo, eurodeputato di FI/Ppe e membro della commissione Agricoltura al Parlamento europeo - è uno strumento che è stato condiviso tra le parti sociali e la Commissione per far sì che in maniera volontaria tutti gli operatori della filiera agroalimentare possano condividere le migliori prassi e le migliori modalità per garantire una transizione verde, e sostenibile economicamente, che dia alle imprese degli strumenti maggiori che permettano loro di ottimizzare le proprie produzioni, ma nel rispetto dell’ambiente e delle condizioni di sicurezza alimentare".
De Meo, lei ha posto molta attenzione ai mercati all’ingrosso, perché?
"All’interno di questo strumento, il Codice di Auto Condotta, ho inserito il ruolo fondamentale dei mercati all’ingrosso perché sono strategici per raggiungere gli obiettivi del Green Deal e della strategia Farm to Fork e della Biodiversità. Sono delle grandi piattaforme moderne, innovative, che permettono a tutta la produzione che raccolgono di essere valorizzata e di essere rimessa nella disponibilità del consumatore finale in condizione di sicurezza e di tracciabilità. In questo sarà fondamentale che il codice possa prendere la buona prassi dei mercati all’ingrosso per definire un meccanismo di formazione del prezzo trasparente e che sia corretto, perché solo in questo modo i mercati all’ingrosso possono garantire sia il produttore che il consumatore facendo in modo che si possano definire delle filiere più corte e più trasparenti e soprattutto che vadano incontro alla stagionalità dei prodotti, alla territorialità, questo per fare in modo che ci sia anche una impronta verde nella produzione agricola".
Può farci un esempio pratico?
Molto spesso, assistiamo in maniera passiva a un aumento abbastanza incontrollato dei prezzi. Il prodotto agricolo allo stato naturale viene portato prevalentemente ai mercati all’ingrosso europei. E il prezzo ha un ricarico minimo dal produttore a questa grande piattaforma logistica. Noi dobbiamo essere in grado di intercettare tutte le ulteriori fasi di trasformazione e di valorizzazione che, se sono reali, giustificano l’aumento del prezzo, altrimenti dobbiamo prevenire forme di speculazione. E’ noto a tutti che, per fare un esempio, un pomodoro o altri prodotti ortofrutticoli arrivano al mercato generale, al mercato all’ingrosso, a un prezzo poco più superiore di quello che è il costo che viene retribuito al produttore, ma poi ce lo ritroviamo sul banco del consumatore, nella grande produzione, fino a 7 volte superiore. Questi sono meccanismi che vanno prevenuti, è una distorsione della filiera. Nell’ambito del codice di auto condotta si possono trovare le soluzioni perché i mercati all’ingrosso, insieme ad altri distributori, possano invece prevenire questa distorsione e garantire un prezzo buono e giusto al produttore e soprattutto un prodotto sano e sicuro al consumatore.
Fonte: europa.today.it