"La decisione relativa alla suddetta proposta spetta al Parlamento europeo e al Consiglio. Di fatto, nelle discussioni in corso a livello di trilogo, il Parlamento europeo e il Consiglio hanno convenuto, fatto salvo l'esito dei negoziati generali, di considerare i vini de-alcolati e parzialmente de-alcolati come prodotti vitivinicoli, di esigere un'etichettatura specifica per tali prodotti e di consentire la de-alcolizzazione parziale dei vini a denominazione di origine protetta o indicazione geografica protetta. L'accordo provvisorio non permette l'aggiunta di acqua durante il processo di de-alcolizzazione".
Per Coldiretti, invece, "L'introduzione della dealcolazione parziale e totale come nuove pratiche enologiche, rappresenta un grosso rischio e un precedente pericolosissimo perché permette di chiamare ancora vino un prodotto in cui sono state del tutto compromesse le caratteristiche di naturalità per effetto di trattamento invasivo che interviene nel secolare processo di trasformazione dell'uva in mosto e quindi in vino".
Particolarmente grave, sottolinea Coldiretti, "è la decisione di considerare i vini de-alcolati e parzialmente de-alcolati come prodotti vitivinicoli e di consentire tale pratica anche per i vini a denominazione di origine protetta o indicazione geografica protetta. L' unica nota positiva - precisa - è che non sarà permessa l'aggiunta di acqua durante il processo di de-alcolizzazione. Resta il fatto che rischia di essere omologata al ribasso una produzione di eccellenza come il vino, di cui l'Italia e il principale produttore con 49,1 milioni di ettolitri e anche primo esportatore sia nei vini fermi che spumanti con un totale di 20,8 milioni di ettolitri davanti a Spagna e Francia".
Fonte: Ansa.it