La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha annunciato l’intenzione di proporre l’esclusione delle spese per la difesa dai vincoli del Patto di stabilità. L’iniziativa, che punta a incentivare gli investimenti militari in linea con gli obiettivi Nato, è stata accolta con favore dall’Italia, che da tempo sostiene anche la necessità di strumenti finanziari comuni in ambito difesa.

Credo che l’annuncio di attivare la clausola di salvaguardia del Patto di Stabilità sia una decisione che va nella direzione giusta, quella che Forza Italia sostiene da tempo: la sicurezza dell’Europa non è più rinviabile e servono strumenti concreti per rafforzare la nostra capacità di difesa. La difesa comune, infatti, non è solo una necessità strategica, ma anche un impegno politico che l’UE deve assumersi con determinazione. L’attuale quadro normativo e finanziario non è sufficiente a garantire la sicurezza dei nostri cittadini e la stabilità internazionale. Per questo motivo, sottrarre gli investimenti in difesa dalle rigidità del Patto di Stabilità rappresenta un atto di responsabilità, così come già avvenuto in passato per far fronte alla crisi pandemica. 

È evidente che la debolezza europea nel negoziare la pace e sullo scenario internazionale, dipenda molto dalla nostra scarsa capacità di difenderci. Ecco perché è indispensabile insistere per una difesa comune europea che vada oltre la dimensione meramente militare e integri anche diplomazia e commercio. Solo attraverso una solida strategia di deterrenza potremo rafforzarci, accrescere la nostra competitività e affermare la nostra autonomia e credibilità, assumendo un ruolo attivo e decisionale, anziché restare ai margini degli eventi.

La sicurezza dell’Europa non può più aspettare.