On. Salvatore De Meo
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L'eurodeputato di Forza Italia al Parlamento europeo commenta con Open la probabile intesa raggiunta dalla maggioranza sui due nodi più controversi: Fitto e Ribera

È vicino a una svolta la trattativa sui componenti della nuova Commissione europea. I tre gruppi che compongono la maggioranza – Popolari, Socialisti e Liberali – sono al lavoro su un «patto scritto di coalizione» per rilanciare l’alleanza e rompere l’impasse sui commissari europei. La scorsa settimana, è emersa una vera e propria spaccatura politica sull’italiano Raffaele Fitto e la spagnola Teresa Ribera. Il primo è finito nel mirino dei Socialisti, secondo cui un esponente dei conservatori di Ecr (che non fanno parte della «maggioranza Ursula) non dovrebbe essere nominato vicepresidente esecutivo. La seconda è finita sotto accusa della destra spagnola per le alluvioni a Valencia, con i Popolari europei che hanno minacciato di ostacolare la sua nomina in caso di un veto del centrosinistra su Fitto.

Lo scontro sulla vicepresidenza all’Italia

A una settimana esatta dalle audizioni dei due commissari-designati, la frattura politica tra Socialisti e Popolari sembra essersi (quasi) risanata. «Stiamo lavorando affinché si sblocchi lo stallo e prevalga il senso di responsabilità», spiega a Open Salvatore De Meo, eurodeputato di Forza Italia al Parlamento europeo. Oggi, martedì 19 novembre, si sono incontrati a Bruxelles i tre capigruppo della maggioranza: Manfred Weber (Ppe), Valerie Hayer (Renew) e Iratxe Garcia Perez (S&D). Obiettivo dell’incontro: trovare una sintesi politica che permetta di approvare al più presto la nuova squadra di Ursula von der Leyen. «Non bisogna confondere la maggioranza parlamentare con l’assetto della Commissione», avverte De Meo. E a chi accusa il nuovo esecutivo Ue di spostarsi troppo a destra, l’eurodeputato risponde: «Ricordo che nel nuovo esecutivo ci sono un solo conservatore e un solo patriota. Non c’è alcun rischio di deriva a destra». Sulla vicepresidenza esecutiva a Fitto, De Meo è convinto che non ci sarà alcun passo indietro: «La sua audizione è stata una delle migliori. La vicepresidenza rimarrà, perché è un giusto riconoscimento all’Italia».

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Raffaele Fitto durante l’audizione a Bruxelles, 12 novembre 2024 (EPA/Olivier Matthys)

Via libera a Ribera e Fitto

L’intesa raggiunta da Socialisti e Popolari è una sorta di patto di non belligeranza, con i primi che assicurano l’appoggio a Fitto e i secondi che ricambiano promettendo di non mettere i bastoni tra le ruote alla nomina di Ribera. Certo, non è detto che tutte le delegazioni siano d’accordo con questa linea. In queste ore, il centrosinistra sta facendo pressione soprattutto su francesi e tedeschi, i più critici verso il candidato commissario italiano. Mentre il centrodestra sta insistendo sui Popolari spagnoli, ai ferri corti con la vice di Pedro Sánchez per la gestione delle alluvioni a Valencia. Domani si terrà l’audizione di Teresa Ribera al parlamento spagnolo, dove si rinnoverà lo scontro e il rimpallo di accuse tra governo e opposizioni. «Il dibattito europeo non dev’essere contaminato da strumentalizzazioni nazionali. Spero che quell’audizione sia l’ultimo episodio di questa querelle. Il mondo cammina veloce e non possiamo permetterci di fermarci», osserva ancora De Meo.

Cosa prevede il «patto di coalizione»

Per ricucire lo strappo politico che si è consumato la scorsa settimana, i Liberali hanno proposto di negoziare un patto scritto di coalizione. L’idea è piaciuta sia ai Popolari che ai Socialisti, che si sono messi quindi al lavoro per arrivare a un documento condiviso. Il patto, spiegano fonti di Bruxelles, «sarà largamente basato sulle linee guida promosse da Ursula von der Leyen a luglio dopo il suo voto». Nel frattempo, una cosa è certa: non ci sarà alcun allargamento della maggioranza, né verso i conservatori di Ecr (che hanno votato contro von der Leyen a luglio), né verso i Verdi (che hanno appoggiato il bis della presidente della Commissione). «Credo sia giusto non aver coinvolto né i conservatori, né i verdi. E per quanto riguarda questi ultimi, le loro osservazioni critiche su Fitto non hanno alcuna incidenza negativa sul negoziato», assicura De Meo.

L’apertura a «maggioranza alternative» sui singoli dossier

La sensazione, insomma, è che il perimetro della maggioranza resterà lo stesso della scorsa legislatura: Popolari, Socialisti e Liberali, con i Verdi che di tanto in tanto potrebbero dare man forte con i propri voti. Eppure, su alcuni dossier una maggioranza alternativa esiste eccome. Lo ha dimostrato il voto per rinviare l’entrata in vigore del regolamento europeo sulla deforestazione, passato grazie ai voti dei Popolari, dei Conservatori e dell’ultradestra dei Patrioti. Secondo De Meo, è possibile che questo scenario si ripeta anche in futuro: «La maggioranza non è stata messa in discussione. Ma questo non esclude che in futuro possano esserci maggioranze diverse sui singoli dossier, come accaduto per la deforestazione. D’altronde, è successo anche nella scorsa legislatura con alcuni provvedimenti passati con i voti dell’estrema sinistra».

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Teresa Ribera durante l’audizione a Bruxelles, 12 novembre 2024 (EPA/Olivier Hoslet)

In copertina: Ursula von der Leyen al Global Citizen Now summit di Rio de Janeiro, in Brasile, 17 novembre 2024 (EPA/Andre Coelho)