Il governo italiano, con non poche difficoltà ed anche critiche da parte degli operatori balneari, ha raggiunto un’intesa definitiva con l’Unione Europea riguardo l’applicazione della c.d. Direttiva Bolkeistein, chiudendo così un capitolo importante per migliaia di imprenditori e famiglie italiane dopo anni di incertezze.
Sicuramente i balneari si aspettavano una soluzione diversa che, partendo dalla mappatura della risorsa attestante la non scarsità, non prevedesse le procedure di gara che, a loro avviso, rappresentano un serio e motivato rischio di perdere una parte importante dell’economia italiana. Purtroppo è indubbio che, a causa del mancato e tempestivo recepimento della direttiva Bolkestein da parte dell’Italia, si sia creato negli anni un vuoto normativo che ha generato contenziosi a livello nazionale ed europeo, mettendo in difficoltà gli Enti locali e creando incertezza tra gli operatori economici interessati.
Forza Italia, in questi anni, ha avuto un dialogo costante con essi condividendo anche le forti perplessità su una normativa che, probabilmente, non ha tenuto in debita considerazione la tipicità di una parte importante della nostra economia turistica che ha visto proprio gli operatori balneari, legittimamente assegnatari di porzioni del demanio marittimo, garantire un’offerta turistica che ha reso l’Italia unica al mondo.
Ora si apre una nuova fase ed il decreto del 17 settembre 2024, tra le sue disposizioni, prevede l’obbligo di gara, nel rispetto dei principi di trasparenza, non discriminazione e parità di trattamento, con criteri di valutazione legati alla qualità del servizio, valorizzazione del territorio, sostenibilità e inclusione sociale, garantendo l’accesso a piccole imprese e giovani imprenditori. Le nuove concessioni varieranno tra 5 e 20 anni in base agli investimenti previsti ed il canone dovrà essere aggiornato in base alla redditività e all’uso delle aree demaniali in concessione.
Il Decreto in questione prevede anche la possibilità di prorogare le attuali concessioni fino al 2027 ed il riconoscimento degli investimenti degli ultimi 5 anni, non ancora ammortizzati. Anche su questo fronte gli operatori balneari hanno espresso forti critiche perché avrebbero voluto vedersi riconoscere il c.d. avviamento aziendale e non il semplice mancato ammortamento degli investimenti che negli ultimi 5 anni sono stati ridotti per causa del Covid e dell’assoluta mancanza di certezza sulle scadenze delle concessioni.