Ursula sì o Ursula no? La prossima settimana a Strasburgo ci sarà l’insediamento ufficiale del nuovo Parlamento europeo dove, sicuramente, Roberta Metsola verrà confermata dall’Aula, e si dovrà votare la proposta del Consiglio europeo per la candidatura di Ursula von der Leyen alla presidenza della Commissione europea.
Questa proposta arriva dopo la decisione dell’ultimo consiglio europeo del 27 giugno scorso, quando 25 Primi ministri e capi di Stato su 27 hanno trovato l’intesa sui cosiddetti “top jobs”, individuando Ursula von der Leyen (PPE) alla presidenza della Commissione (da votare in parlamento), il portoghese Antonio Costa (S&D) alla presidenza del Consiglio europeo (da votare nello stesso Consiglio europeo) e la estone Kallas (Renew) quale Alto Rappresentante UE per la politica estera (di nomina della presidenza della Commissione).
L’Italia con Giorgia Meloni si è astenuta sulla von der Leyen votando contro le altre due posizioni mentre il primo ministro ungherese, Viktor Orban, ha votato contro su tutte e tre le proposte. Sono stati e sono ancora giorni intensi di riunioni ed incontri, formali ed informali, per definire con esattezza i numeri necessari per la conferma di Ursula von der Leyen che, al momento, “dovrebbe” poter contare su 399 voti dei deputati Popolari, Socialisti e Liberali, quindi raggiungere la maggioranza prevista dei 361 voti favorevoli sul totale dei 720 deputati.
Ho usato il condizionale perché c’è una forte preoccupazione che questi numeri non siano reali in quanto tra i 399 deputati Popolari, Socialisti e Liberali ci potrebbe essere più di qualcuno non favorevole ad un “von der Leyen bis”. Purtroppo non possiamo negare che le perplessità di alcuni deputati sulla von der Leyen nascono da come lei, nella scorsa legislatura, non sia riuscita a contenere la furia ideologica ambientalista del suo vice presidente, l’olandese Frans Timmermans, e del gruppo dei Verdi che hanno, di fatto, generato politiche “green deal” così ambiziose da renderle poco realizzabili e poco credibili, minando fortemente la stessa credibilità dell’Europa.
A fronte di questo scenario, c’è grande fermento dentro e fuori dal Parlamento e la stessa von der Leyen sta cercando di capire se può e con chi allargare la maggioranza per avere una elezione certa. La nostra delegazione di Forza Italia, guidata da Fulvio Martusciello, all’interno del PPE è stata chiara: la von der Leyen è stata indicata dal congresso PPE e poi scelta dal Consiglio europeo, ma vogliamo una presidenza della Commissione che ci garantisca azioni e strategie europee concrete sui temi cruciali quali la competitività produttiva, la sostenibilità ambientale, l’immigrazione.
Allo stato attuale esiste una maggioranza che ruota intorno al PPE e dobbiamo evitare che l’allargamento ad altri gruppi significhi mettere in discussione le azioni programmatiche con cui dobbiamo affrontare le sfide che ci attendono. Sicuramente siamo convinti che, se allargamento deve esserci, non può che essere a favore dei Conservatori (ECR) con cui già nella scorsa legislatura abbiamo trovato in più occasioni convergenze e condivisioni che ci hanno permesso di contenere alcune iniziative ideologiche della Sinistra (Left) e dei Verdi (Green).
Forza Italia ha chiesto che alla continuità nominativa della von der Leyen debba corrispondere una discontinuità di metodo affinché non si ripeta quella “degenerazione ideologica” che nella scorsa legislatura spesso ha caratterizzato il dibattito e alcune strategie europee. Non ci resta che attendere la prossima settimana per sapere se ci sarà il bis di Ursula von der Leyen.