Negli ultimi anni si è tanto parlato della direttiva Bolkestein, cosiddetta direttiva servizi, e l’acceso dibattito politico, spesso caratterizzato da toni populistici, ci ha fatto perdere di vista gli obiettivi ed i principi ispiratori della direttiva stessa. La discussione è sempre stata fagocitata dal tema della “concorrenza”, tradotto esclusivamente nella necessità di mettere a bando le concessioni esistenti e alimentando nell’opinione pubblica una percezione negativa degli imprenditori balneari.
Tralasciando la definizione di “servizi”, nel cui ambito, a mio avviso, non rientrerebbero le concessioni demaniali in quanto consistenti nel solo affidamento di una porzione del demanio, credo sia necessario, soprattutto in questa fase di interlocuzione tra il governo italiano e la Commissione europea, ritornare ad evidenziare i principi e gli obiettivi di questa direttiva.
Questo è stato il motivo dell'incontro, tenutosi a Bruxelles ed in contemporanea a Roma, organizzato da Forza Italia in collaborazione con Assobalneari Italia e Base Balneare, mettendo in evidenza come l’UE, con tale provvedimento, ha inteso promuovere e favorire una maggiore competitività delle imprese, la creazione di un maggior numero di posti di lavoro, una maggiore sostenibilità ambientale, un miglioramento della qualità della vita, una riduzione del prezzo a favore del consumatore.
In realtà il tema della “concorrenza” nella direttiva viene richiamato solo nel caso in cui ci sia la “scarsità” della risorsa. Oggi purtroppo, a causa del mancato recepimento della direttiva da parte dell’Italia, c’è un vuoto normativo che ha generato non solo una procedura di infrazione da parte dell’Unione europea, ma un enorme contenzioso nazionale ed europeo che ha messo in evidente difficoltà gli Enti locali, preposti alla definizione delle procedure di affidamento delle concessioni, e ha determinato una complessiva situazione di incertezza e confusione che non sta giovando a nessuno, ma, soprattutto, sta incidendo negativamente sulla nostra offerta turistica a causa dello scarso interesse degli imprenditori balneari ad investire.
Allo stato attuale dobbiamo prendere atto che il Governo, dopo a anni di immobilismo, ha presentato alla Commissione europea uno studio attestante la scarsità della risorsa, condizione che nella corretta applicazione della direttiva smentisce una lettura della direttiva limitata solo al tema della concorrenza e quindi alla messa a bando delle concessioni esistenti. È chiaro che la semplice dimostrazione della scarsità della risorsa non è sufficiente ad ottemperare al recepimento della direttiva in questione, ma è necessario definire un complessivo quadro normativo nazionale in coerenza con la direttiva stessa.
A riguardo, rilevata la procedura di infrazione in corso, credo che il nostro Governo, con determinazione, stia ben operando sia nel rispondere all’eccezione “qualitativa” sollevata dalla Commissione europea sulla nostra mappatura della risorsa sia nel definire un quadro normativo nazionale che ponga fine ad una querelle nella quale è in gioco il destino di oltre 10 mila aziende operanti, in piena legittimità, su circa 8000 km di coste italiane, con migliaia di posti lavoro.
Alla luce dei principi e degli obiettivi della Bolkestein, volendo considerare anche la concorrenza e rilevata la scarsità della risorsa, mi chiedo se la corretta applicazione della direttiva si raggiunga semplicemente mettendo a gara le attuali concessioni, sostituendo quindi un operatore balneare con un altro o lasciando lo stesso in caso di aggiudicazione, oppure definendo un quadro normativo certo con cui mettere a bando, ove possibile, nuove porzioni del demanio e dando la possibilità a chi è già concessionario di fare investimenti per migliorare il demanio e dare un valore aggiunto all’offerta turistica.
Forza Italia, in Italia e in Europa, continuerà a sostenere l’azione del governo affinché si proceda all’applicazione della direttiva nel rispetto di tutti i suoi principi e obiettivi.