Con 56 voti a favore, 23 contrari e 5 astensioni la commissione ENVI dell’Europarlamento ha approvato il rapporto sulla riduzione dei rifiuti da imballaggio, che tra le altre cose prevede il divieto di utilizzo di confezioni monouso per frutta e verdura sotto 1 kg. La proposta non ha accolto le richieste del mondo agricolo, dell’Horeca e di tutti gli altri settori economici, recepite invece in Commissione Agricoltura. Gli emendamenti alternativi firmati da Ppe ed Ecr, che avrebbero cancellato i target di riuso e ricarica e annullato i divieti per gli imballaggi monouso, non sono passati per una manciata di voti. Ora il testo dovrà essere esaminato dalla plenaria di novembre. A questo si aggiungono il voto dell’ENVI sulla riduzione dei fitofarmaci al 50% al 2023 a livello europeo, non accogliendo quindi la proroga al 2035 sancita invece dalla commissione Agricoltura
La commissione ENVI (Ambiente, sanità pubblica e sicurezza alimentare) dell’Europarlamento – con 56 voti a favore, 23 contrari e 5 astensioni – ha approvato il rapporto sulla riduzione dei rifiuti da imballaggio, che tra le varie cose prevede il divieto di utilizzo di confezioni monouso per frutta e verdura sotto 1 kg. La proposta così non ha accolto le richieste del mondo agricolo, dell’Horeca e di tutti gli altri settori economici, recepite invece in Commissione Agricoltura sugli imballaggi (leggi qui).
“Questa proposta andrà ad impattare negativamente non solo su tutti i produttori di imballaggi, ma anche sui fornitori e gli utilizzatori – afferma il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti -. Esiste un rischio estremamente concreto che vengano danneggiate intere filiere strategiche della produzione e della distribuzione nazionale, a loro volta fortemente integrate su scala europea. A subire i danni peggiori sarebbero le imprese e le cooperative agricole e della filiera alimentare, settore trainante del nostro export”.
Gli imballaggi alimentari in generale, inclusi quelli monouso, fra i più direttamente colpiti da questo approccio, sono decisivi per la protezione e la conservazione degli alimenti, l’informazione al consumatore, la tracciabilità e l’igiene dei prodotti, riducono gli sprechi alimentari e favoriscono l’accesso al cibo, anche nelle aree più a rischio. In particolare, le imprese della IV gamma dovrebbero ora fare fronte all’impossibilità di reperire sul mercato confezioni alternative in grado di offrire le stesse garanzie per il consumatore rispetto alla sua salute, alla perfetta conservazione e alla non contaminazione batterica degli alimenti. Positivo invece il voto a favore dell’eliminazione dei rigidi parametri di riuso di vetro e imballaggi per i vini”.
“Impatto negativo sulla nostra economia – prosegue Giansanti – deriva invece dalle norme sui fitofarmaci approvate dalla stessa Commissione Ambiente. In un momento di grande incertezza sui mercati e di approvvigionamento, è stata votata la riduzione dell’utilizzo di fitofarmaci di almeno il 50% a livello europeo al 2030, mentre per il livello nazionale la diminuzione varia in base all’utilizzo nel periodo 2013/2017”. Non è quindi stata accolta la proroga sancita invece dalla commissione Agricoltura, che aveva già votato lo slittamento al 2035 del dimezzamento dell’uso dei fitofarmaci (leggi qui per approfondire).
Confagricoltura – si legge nel comunicato – aveva chiesto un rigetto della proposta per la mutata situazione geopolitica mondiale, per la mancanza di alternative di protezione delle piante, e perché non tiene conto delle diverse situazioni produttive, climatiche e pedologiche di ogni singolo Stato membro.
“Il voto di oggi sui due dossier – evidenzia Giansanti – è in aperto contrasto con l’avvio di un dialogo strategico sull’agricoltura annunciato a luglio dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, che aveva riconosciuto il ruolo strategico del settore primario e la necessità di politiche a salvaguardia delle potenzialità produttive delle imprese agricole”. “L’intera relazione sarà votata in Plenaria a metà novembre – conclude il presidente di Confagricoltura –. Inizia ora un percorso per ottenere in quella sede un cambio di posizione sui dossier”.
Ma cosa prevede nello specifico il Rapporto che dovrà essere poi votato nella plenaria di novembre?
Tra le proposte figura il divieto di vendere borse di plastica molto leggere (sotto i 15 micron), a meno che non siano necessarie per motivi igienici o fornite come imballaggio primario per alimenti sfusi. Discorso a parte per la plastica biobased, per la quale si chiede che la Commissione Ue valuti, entro il 2025, la possibilità di proporre obiettivi e criteri di sostenibilità, per un materiale definito “risorsa chiave per defossilizzare l’economia della plastica”.
Oltre agli obiettivi generali di riduzione degli imballaggi proposti nel regolamento, i deputati della Commissione propongono di fissare obiettivi specifici di riduzione dei rifiuti per gli imballaggi in plastica (10% entro il 2030, 15% entro il 2035 e 20% entro il 2040). Inoltre la parte in plastica dell’imballaggio dovrebbe contenere percentuali minime di contenuto riciclato a seconda del tipo di imballaggio, con obiettivi specifici fissati per il 2030 e il 2040.
Per quanto riguarda invece il tema del riutilizzo, molto discusso in Italia, i deputati ENVI dicono che gli imballaggi riutilizzabili o da ricaricare dovrebbero soddisfare una serie di criteri, compreso un numero minimo di volte in cui possono essere riutilizzati (da definire però in una fase successiva).
I distributori finali di bevande e cibi da asporto nel settore Horeca dovrebbero inoltre offrire ai consumatori la possibilità di portare il proprio contenitore. Le richieste da parte di alcuni eurodeputati italiani di introdurre esenzioni dai divieti e dalle quote di riutilizzo. Non sono invece passate le richieste, provenienti da alcuni eurodeputati italiani, di introdurre delle esenzioni dai divieti e dalle quote di riutilizzo.
Sostanze chimiche. I deputati hanno inoltre chiesto di vietare l’uso di sostanze come PFAS e bisfenolo A (BPA) negli imballaggi a contatto con gli alimenti. Queste sostanze oggi sono ampiamente utilizzate per rendere soprattutto impermeabili gli imballaggi, in particolare gli imballaggi alimentari in carta e cartone, e sono state associate a una serie di effetti nocivi sulla salute.
Tra le misure proposte anche la richiesta di aggiungere maggiori requisiti affinché tutti gli imballaggi nell’Ue siano considerati riciclabili, con la Commissione incaricata di adottare criteri per definire gli imballaggi “progettati per il riciclaggio” e “riciclabili su scala”. I paesi dell’Ue dovrebbero garantire che il 90% dei materiali contenuti negli imballaggi (plastica, legno, metalli ferrosi, alluminio, vetro, carta e cartone) venga raccolto separatamente entro il 2029. I fornitori di servizi online sarebbero vincolati agli stessi obblighi di responsabilità estesa del produttore dei produttori.
Non hanno tardato ad arrivare le repliche su questa decisione anche da parte della politica.
L’onorevole Salvatore De Meo, membro della Commissione Agricoltura e Sviluppo Rurale al Parlamento europeo, ha diramato una nota stampa che sottolinea come: “La proposta di ridurre il divieto di utilizzo di imballaggi monouso per frutta e verdura fresca da 1,5 kg a 1 kg non affronta adeguatamente la questione. Al contrario, evidenzia la mancanza di consapevolezza di alcuni gruppi politici riguardo alle possibili e gravi conseguenze che questa misura potrebbe avere sul settore agroalimentare e sul problema degli sprechi alimentari. Mi auguro che durante il voto in plenaria, alla fine di novembre, avremmo l’opportunità di modificare e migliorare il testo eliminando definitivamente questa disposizione che considero assurda. Sono lieto – conclude l’on. De Meo – che il vino sia stato escluso dall’ambito di riutilizzo e ricarica, tuttavia, nutro preoccupazioni riguardo ai superalcolici e liquori per i quali persistono gli obblighi rispetto al riuso delle bottiglie”.
La viceministra all’Ambiente e Sicurezza Energetica Vannia Gava ha fatto sapere che: “Restiamo fermamente convinti della irricevibilità della proposta di regolamento sugli imballaggi voluta dall’UE. L’Italia è fortemente impegnata nel settore dell’economia circolare e ha un modello di gestione dei rifiuti da imballaggio che rappresenta un’eccellenza a livello UE. Il PNRR prevede, inoltre, investimenti per 2,1 miliardi di euro per migliorare ulteriormente la capacità di gestione e l’ammodernamento dell’impiantistica per il riciclo. Sì, pertanto, ad un approccio ambizioso, ma evitare impostazioni arbitrarie che rischiano di minare un settore importante e virtuoso dell’economia italiana”.
Fonte: fruitbookmagazine.it