La Banca centrale europea ha aumentato i tassi di interesse a fine giugno, come previsto dai mercati. Il tasso principale sui depositi presso la BCE è salito al 3,5%, il massimo degli ultimi due anni, mentre quello sulle operazioni di rifinanziamento è salito al 4%, il livello più alto dal 2008.
La BCE ha iniziato ad aumentare i tassi di interesse il 21 luglio 2022 e lo ha fatto per otto volte consecutive. Gli effetti di questa stretta monetaria iniziano a farsi sentire.
Personalmente, sono profondamente preoccupato riguardo questo aumento. Ritengo, infatti, che questa decisione possa rappresentare un problema poiché l'inflazione è già tre volte superiore alla norma, riducendo il potere d'acquisto delle famiglie e con una crescita economica al di sotto delle aspettative.
Con la delegazione di Forza Italia al Parlamento europeo, a fine giugno scorso, abbiamo presentato un'interrogazione alla BCE per comprendere le motivazioni dietro l'aumento dei tassi chiedendo anche se sono previste misure di politica monetaria per sostenere le famiglie e le imprese europee. Ciò che mi preoccupa è che questa misura possa favorire alcune economie dell'Eurozona a scapito di altre, come accaduto in passato.
Credo fermamente che sia importante, invece, adottare misure adeguate per recuperare le perdite senza gravare ulteriormente sui cittadini attraverso un aumento del costo del denaro. Bisogna prendere decisioni economiche e di politica monetaria considerando attentamente tutti gli effetti possibili. Gli obiettivi di politica monetaria dovrebbero bilanciare la stabilità dei prezzi, la crescita economica e il benessere delle famiglie. Ciò che auspico è che le autorità monetarie adottino misure flessibili per affrontare situazioni economiche complesse in modo da mitigare gli impatti negativi sulle imprese e sui cittadini.