Per la prima volta norme vincolanti per recuperare gli ecosistemi danneggiati entro il 2050
La plenaria del Parlamento europeo ha approvato con 336 voti contro 300 e 13 astensioni la proposta di regolamento Ue sul ripristino della natura, che il fronte di centro destra (Ppe, Ecr e Id) aveva tentato di respingere.
La proposta emendata, che è stata approvata (ecco perchè molti parlano di una legge indebolita), costituisce ora la posizione negoziale del Parlamento europeo, nelle trattative con il Consiglio Ue e la Commissione (“trilogo”) per arrivare all’adozione del testo finale.
La legge approvata, anche se debole, è un passo fondamentale per evitare il collasso degli ecosistemi e prevenire i peggiori impatti dei cambiamenti climatici e della perdita di biodiversità. La legge sul ripristino della natura fa parte del Green Deal. Ci sono 100 miliardi di finanziamento nel bilancio pluriennale Ue.
Il vice-presidente della Commissione, Frans Timmermans, aveva messo in guardia: senza questo regolamento che mette la Ue in linea con la convenzione sulla biodiversità dell’Onu, approvata a Montreal nel dicembre 2022, sarà «quasi impossibile» per l’Unione rispettare l’obiettivo di riduzione del 55% delle emissioni di Co2 entro il 2030. 310 milioni di tonnellate di Co2 dovrebbero venire assorbite dalla natura ripristinata. La legge approvata si propone di ripristinare gli ecosistemi danneggiati e riportare la natura in tutta Europa, dai terreni agricoli e i mari alle foreste e agli ambienti urbani. Eppure c’è stata una assurda campagna di disinformazione con l’obiettivo di fermarla, guidata da politici di destra e conservatori e dalle lobby dell’agrindustria e dalle associazioni degli agricoltori.
Queste proposte legislative fanno seguito alle strategie “Biodiversità” e “Dal produttore al consumatore”, contribuiranno a garantire la resilienza e la sicurezza dell’approvvigionamento alimentare nell’UE e nel mondo. Queste misure apporteranno benefici economici, sociali, sanitari e ambientali a lungo termine per tutti. Garantendo risorse naturali più resilienti, le nuove norme sostengono in particolare le persone che vivono direttamente della terra e della natura. Tali norme contribuiranno alla prosperità delle zone rurali, alla sicurezza alimentare e a una bioeconomia resiliente e prospera, porranno l’UE all’avanguardia nell’innovazione e nello sviluppo e contribuiranno a invertire la perdita di biodiversità e a preparare una risposta alle conseguenze dei cambiamenti climatici.
Legge europea per il ripristino per la natura: un grande successo e una speranza per il futuro
Durante la plenaria del Parlamento europeo, il relatore della legge, lo spagnolo César Luena, ha difeso la scelta politica alla base di tale proposta: “L’81 per cento degli habitat europei versa in cattive condizioni. Non lo dico io, ma la comunità scientifica. Il 34 per cento delle nostre produzioni agricole dipende dagli insetti impollinatori, la cui popolazione è in declino. Questo parlamento non può ostacolare il ripristino degli ambienti naturali”. Per Luena, la campagna di fake news messa in circolo dalla destra europea è nociva per le generazioni future: “Il Ppe (l’attuale maggioranza del parlamento, nda) e l’estrema destra hanno sostenuto che questa legge ridurrà le terre coltivate degli agricoltori, e quindi il loro reddito. Ma non è vero. È una menzogna. Invece di diffondere false notizie, invito chi si oppone alla legge a sedersi al tavolo dei negoziati e discutere insieme di un testo che metta a proprio agio gli stati membri”.
La battaglia tra le due parti politiche è forse il preludio alle votazioni che rinnoveranno il Parlamento la prossima primavera, su cui lo stesso Luena ha tenuto a dire la sua: “Questa legge è passata grazie al sostegno del mio partito, il S&D. Credo che questo sia da evidenziare, perché oltre che una vittoria per la natura si tratta anche di una vittoria sociale”. E ha concluso: “I voti di scarto sono stati pochi. Questo deve servire da monito: i negazionisti hanno molto potere. Magari oggi abbiamo iniziato a correggere questa deriva, ma è dalle urne che deve arrivare il segnale definitivo. Questa è una buona legge ma è solo la prima. La prossima dovrà essere ancora più ambiziosa”.
In un comunicato stampa del Parlamento europeo si legge la Nature Restoration Law si applicherà solo quando la Commissione avrà fornito dati sulle condizioni necessarie per garantire la sicurezza alimentare a lungo termine e quando i paesi dell’Unione europea avranno quantificato l’area che deve essere ripristinata per raggiungere gli obiettivi di per ciascun tipo di habitat. Il Parlamento prevede inoltre la possibilità di posticipare gli obiettivi in presenza di conseguenze socioeconomiche eccezionali.
Anche Vas Parma insieme ad oltre 200 associazioni italiane avevano firmato il Manifesto per l’approvazione della “Nature Restoration Law”
Le oltre 200 organizzazioni italiane del Manifesto per la Nature Restoration Law accolgono con grande soddisfazione l’approvazione della legge europea per il ripristino della natura, scaturita dal voto di oggi, 12 luglio, dell’Assemblea plenaria del Parlamento europeo.
Si tratta di un risultato di straordinario valore, considerata la portata di questa legge e gli effetti che, una volta avviata la sua attuazione, si avranno in tema di arresto del declino della biodiversità, rigenerazione di ecosistemi ed habitat, mitigazione e adattamenti climatici, conservazione del capitale naturale, greening dei centri urbani.
A rafforzare il successo dell’iter della legge c’è la grande mobilitazione che intorno alla legge si è creata, grazie alle organizzazioni italiane ed europee, alla scienza, ai cittadini e alla società civile, i cui numeri, a cominciare da quelli del milione di firme raccolte e dei seimila scienziati, sono oltremodo eloquenti.
Con il Manifesto per la Nature Restoration Law, le oltre 200 organizzazioni italiane aderenti nonché le centinaia di ricercatori, accademici, figure di enti e istituzioni hanno inteso sottolineare il rilievo della legge per la biodiversità europea e più in generale per l’ambiente, la sostenibilità, il benessere delle persone ed evidenziare come il tempo della vera transizione ecologica sia arrivato.
Gli sforzi di queste settimane sono stati premiati e l’approvazione della legge, così come il negoziato sul testo che si svilupperà nel cosiddetto Trilogo (Commissione europea, Consiglio dell’Ue, Parlamento europeo), costituisce una grande speranza per la natura e più in generale per il progetto di un’Unione europea fondata su valori sostanziali come sono anche quelli ambientali.
Anche per questo il Manifesto per la Nature Restoration Law continuerà la sua opera durante i lavori del Trilogo, per cercare ulteriormente di migliorare il testo, fino all’entrata in vigore di questa importante, essenziale legge.
Il testo del Manifesto
De Meo (FI – Gruppo PPE): “Prendiamo atto del voto, ma rimane la forte preoccupazione per una proposta troppo ideologica e poco concreta”
«Il voto di oggi è ben lontano da quello che il PPE e Forza Italia chiedevano – dichiara l’on. Salvatore De Meo, presidente della Commissione Affari Costituzionali del Parlamento europeo e membro della Commissione Agricoltura – ovvero che la Commissione europea presentasse una nuova proposta che prendesse in considerazione anche le necessità dell’agricoltura europea, coinvolgendo sia agricoltori che pescatori e non penalizzandoli. L’attuale testo – continua l’on De Meo –rischia, infatti, di compromettere la nostra capacità produttiva aumentando la dipendenza alimentare dai Paesi terzi. Un testo – dichiara ancora De Meo – che era già stato rigettato da ben tre Commissioni parlamentari perché solleva forti preoccupazioni e non affronta il tema del ripristino della natura in maniera seria, concreta e bilanciata, approcciandolo solo ed esclusivamente dal punto di vista ideologico. Questo voto ha, di fatto, diviso in due il Parlamento su una tematica che, invece, dovrebbe trovare la massima condivisione. Nessuno può dirsi contrario al ripristino della natura, ma sono le modalità che si propongono a non convincere. Forza Italia chiede semplicemente di garantire una transizione verde giusta e pragmatica per il raggiungimento degli obiettivi climatici in modo credibile ed inclusivo. La sinistra – conclude il presidente De Meo – votando a favore di questa proposta, invece, ha dimostrato, ancora una volta, la sua cecità nel voler portare avanti questo testo malgrado le forti criticità proseguendo così la sua marcia verso una transizione che, se affrontata in questo modo, sarà solo ideologica e poca concreta».
Di diverso pare l’ europarlamentare del M5S, Maria Angela Danzì
La nostra classe politica ha un’enorme responsabilità verso le future generazioni: non tradiamole.
Gli oppositori alla legge approvata oggi dicono di voler difendere gli agricoltori, ma in realtà non intervenendo i danni colpiscono l’agricoltura. L’obiettivo della legge sul ripristino della natura è quello di migliorare la salute degli ecosistemi e porterà a un incremento della produttività dei terreni agricoli. Inoltre, difendendo gli impollinatori garantiamo sostenibilità al mondo agricolo nel medio e lungo termine. Infine, si mettono in campo interventi per la cura dei territori minacciati da rischi di inondazioni e siccità. L’alluvione in Romagna ha causato ben 9 miliardi di danni, molti dei quali hanno colpito proprio il settore agricolo e produttivo. Bisogna mettere in campo politiche di prevenzione”.
Il presidente Confagricoltura, Massimiliano Giansanti
“Al di là dell’esito del voto odierno, il messaggio lanciato dal Parlamento europeo non va fatto cadere. Occorre imboccare una strada diversa da quella proposta dalla Commissione per una maggiore sostenibilità ambientale e una più rigorosa protezione delle risorse naturali”. Così il presidente Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, sull’esito del voto dell’Assemblea dell’Europarlamento-. “Gli obiettivi da conseguire – sono fuori discussione, ma non possono essere perseguiti secondo le indicazioni della Commissione basate su vincoli e divieti, senza considerare inoltre le differenze degli assetti produttivi a livello nazionale. In una fase in cui si discute di sicurezza alimentare a livello globale, il progetto legislativo della Commissione determinerebbe una riduzione della superficie agricola del 10%. Per l’Italia, il taglio sarebbe di oltre un milione di ettari, con una perdita di produzione nell’ordine di 6 miliardi di euro. Su questa base, il trilogo tra le istituzioni per raggiungere l’intesa finale non sarà agevole: la partita – conclude Giansanti – resta aperta considerando che non siamo lontani dalla conclusione della legislatura europea”.
Cia – Agricoltori Italiani
“Ci preoccupano ancora alcuni vuoti normativi, i troppi ostacoli burocratici posti ai singoli Paesi e le rinviate disposizioni sul finanziamento, ma prendiamo atto dell’attenzione da parte del Parlamento Ue alle istanze dell’agricoltura, escludendola, con la cancellazione dell’articolo 9, dall’applicazione della legge sul ripristino della natura”, commenta il presidente Cia Cristiano Fini. L’attenzione di Cia resta alta, dunque, su una partita critica se non governata dal principio cardine di un’agricoltura al centro della transizione ecologica e, quindi, protagonista e non penalizzata dagli obiettivi per la sostenibilità, valorizzata nel suo ruolo strategico per il benessere degli ecosistemi, a salvaguardia dell’ambiente e a tutela del suolo. Sotto i riflettori di Cia l’accantonamento del 10% per il ripristino della natura, non più vincolante per ogni singolo Stato membro, ma collettivo per l’Europa e l’istituzione del fondo per l’attuazione delle misure perché non ricada, alla fine, sui singoli Paesi e i suoi comparti chiave. Non meno rilevante, infatti, è la valutazione d’impatto che vede l’Italia quinto Paese contribuente con un impegno di spesa pari a 261 milioni di euro, rispetto alla Francia, al primo posto con circa 2 miliardi. Si attende ora l’avvio dei negoziati con la consapevolezza, precisa Cia, che non sarà scontato mantenere questi miglioramenti ottenuti con il voto odierno e sarà necessario continuare a ragionare sulle ripercussioni effettive di questa legge”.
Paolo De Castro, membro della Commissione agricoltura e sviluppo rurale del Parlamento europeo
“L’approvazione della posizione del Parlamento europeo sulla proposta di legge sul ripristino della natura, dimostra ancora una volta come le forzature politiche, le spaccature interne al Parlamento Europeo non portano mai a passi in avanti significativi. Al contrario, la discussione sui temi ha portato a risultati davvero positivi per il settore agricolo, con la cancellazione dell’articolo 9 sul ripristino degli ecosistemi agricoli, che di fatto esclude i nostri agricoltori dall’ambito di applicazione della nuova legge”, ha commentato l’eurodeputato del Pd, Paolo De Castro.
Il commento favorevole di Greenpeace
«La natura europea è in uno stato disastroso, ma questo voto dimostra che c’è ancora speranza di ripristinare ciò che è rimasto», dichiara Špela Bandelj, Biodiversity Project Manager di Greenpeace CEE. «Mentre un’altra ondata di calore senza precedenti attanaglia l’Europa, è chiaro che per sopravvivere al collasso climatico e garantire l’approvvigionamento alimentare dovremo avere la natura dalla nostra parte. Finora i governi e l’UE non sono stati in grado di provvedere. La legge sul ripristino della natura sarà un punto di riferimento per giudicare le azioni concrete che saranno messe in campo».
La legge sul ripristino della natura diventerà uno dei due pilastri fondamentali della Strategia dell’UE per la Biodiversità 2030 e la prima normativa esplicitamente finalizzata al ripristino della natura in Europa. Il testo finale della legge sarà concordato dopo i negoziati tra i rappresentanti del Parlamento europeo, dei governi nazionali e della Commissione europea. Nel 2021, l’Agenzia europea dell’ambiente aveva rilevato che l’81% degli ecosistemi UE è in cattive condizioni.
Nostro commento. Questo ultimo dato dell’Agenzia europea dell’ambiente ci porta a dire che ieri l’Europa ha scelto bene, anche se si poteva fare di più.
Fonte: gustoh24.it