Abbiamo vissuto l’estate più torrida degli ultimi anni. Il problema della siccità, inoltre, ha provocato danni a vari settori. Quali sono le misure che l’Europa può predisporre per arginare questo problema?
“Il problema della scarsità delle acque accomuna purtroppo tutti gli Stati membri europei. Tra i settori maggiormente colpiti c’è soprattutto quello agricolo la cui produzione è già stata fortemente penalizzata dall’aumento dei costi energetici e dalla scarsità delle materie prime dovute al conflitto in Ucraina. Qualche settimana fa, a Strasburgo, il Parlamento europeo, su richiesta di Forza Italia, ha tenuto un dibattito nell’ambito del quale io ho sollecitato il rappresentante della Commissione europea a non sottovalutare il problema relegandolo a qualcosa di interesse di alcuni Stati, come successo inizialmente con il Covid, ma, piuttosto, predisponendo interventi che, oggi più che mai, sono necessari ed urgenti. L’agricoltura europea sta attraversando una fase delicata e, se vogliamo garantire la sua transizione verde, dobbiamo preoccuparci adesso di come evitare un’emergenza siccità che ne determinerebbe il collasso con la conseguente dipendenza alimentare dell’Ue dai Paesi terzi. Durante il dibattito abbiamo indicato proposte mirate sollecitando nuove e adeguate infrastrutture idriche ed un miglior uso delle tecnologie e dei dati spaziali per ottimizzare l’uso di una risorsa naturale che, a quanto pare, non è infinita. In modo particolare, anche a fronte della recente decisione della Commissione di ridurre i fitofarmaci e limitare l’uso dei pesticidi, abbiamo sollecitato una normativa europea per l’utilizzo di tecnologie di evoluzione assistita (TEA) che non vanno confuse con gli OGM, per garantire colture più resilienti sia alla siccità che a nuovi agenti patogeni”.
Come Lei ha sottolineato, la produzione agricola è in crisi, ma in che modo l’Europa è dalla parte degli agricoltori e delle imprese?
“Tutto il comparto agricolo, al di là del problema idrico attuale, è chiamato ad affrontare due grandi sfide che rappresentano anche ambiziosi obiettivi per il futuro dell’Europa: produrre alimenti sani e proteggere l’ambiente. Con la nuova Politica Agricola Comune l’Europa mette a disposizione aiuti concreti per il raggiungimento degli obiettivi strategici fissati con il Green Deal, ma ci sono anche altri interventi straordinari come i 180 milioni di aiuti a sostegno delle imprese italiane, attive nei settori agricolo, forestale, della pesca e dell’acquacoltura per sostenere le aziende nelle loro necessità di liquidità e aiutarle a superare le difficoltà economiche e finanziarie legate all’aumento dei costi energetici oltre che alla crisi causata dal conflitto russo. È, invece, di qualche settimana fa il via libera dell’Ue a 1,2 miliardi di aiuti al nostro Paese per il fotovoltaico in agricoltura che contribuirà al raggiungimento degli obiettivi climatici dell’Italia incoraggiando gli operatori del settore agricolo a utilizzare le energie rinnovabili nell’ambito del fondo per la ripresa e la resilienza Ue”.
Tanti aiuti dall’Europa che spesso però richiedono una competenza che gli imprenditori agricoli o le strutture comunali non hanno. Come si rimedia a questa difficoltà?
“I finanziamenti europei sono una realtà oggettiva e concreta per tutti i cittadini, Enti locali e imprese di tutti i settori, non solo quello agricolo. In alcuni casi è necessario un lavoro sinergico tra le istituzioni per cogliere queste opportunità, ma non dobbiamo dimenticare che in questo periodo siamo di fronte a nuove e straordinarie risorse, quelle del PNRR, che non possono essere sprecate soprattutto nei termini che l’Europa ci indica. I progetti però richiedono una competenza che spesso manca ed è per questo motivo che ho pensato alla creazione della mia piattaforma www.insiemeineuropa.it, pensata come strumento per essere costantemente informati e aggiornati sui finanziamenti diretti e indiretti, sui bandi europei, nazionali e regionali. Ho organizzato anche un corso di formazione in euro progettazione proprio per dare, soprattutto ai giovani, una nuova prospettiva di accesso al mondo del lavoro”.
L’Europa per favorire noi consumatori nella scelta di prodotti buoni per la salute intende adottare un’etichetta fronte pacco su cui si è aperto un accesso dibattito nel quale anche lei è più volte intervenuto esprimendo forti perplessità sul sistema Nutriscore. Ci potrebbe essere la possibilità che questo sistema francese venga adottato come modello unico dall’Europa?
“Il sistema di etichettatura a semaforo cosiddetto Nutriscore è fuorviante e discriminatorio per molti prodotti europei appartenenti alla dieta mediterranea e, soprattutto, per quelli provenienti dall’agroalimentare italiano che, adottando questo sistema di etichettatura, ne verrebbe fortemente danneggiato. Il Nutriscore, infatti, è un sistema che non informa ma condiziona il consumatore. Non si basa su criteri scientifici unanimi ed è per questo che va scongiurata la possibilità che esso diventi il modello europeo di etichettatura. A tal proposito, con Antonio Tajani e Herbert Dorfmann, nelle scorse settimane, abbiamo scritto una lettera alla Commissaria europea per la salute e la sicurezza alimentare, Stella Kyriakides, manifestando la forte preoccupazione sulla possibilità che l’Ue possa adottare questo modello di etichettatura alimentare. Il Parlamento europeo ha già espresso la sua posizione alla Commissione ovvero quella di garantire un’etichettatura basata su dati scientifici validi, indipendenti e su una comprovata comprensione da parte dei consumatori. Alla Commissaria Kyriakides, inoltre, abbiamo rappresentato la necessità di un sistema come il Nutrinform Battery, sostenuto fortemente dalla delegazione di Forza Italia e da tutto il sistema del Made in Italy, in quanto esso garantisce più informazioni per aiutare i consumatori a comprendere meglio i valori nutrizionali guidandoli verso scelte alimentari consapevoli. In ogni caso, voglio sottolineare che qualsiasi sistema venga adottato non potrà prescindere da una più forte ed incisiva azione di educazione alimentare soprattutto tra i giovani che vanno indirizzati ad una alimentazione sana privilegiando i prodotti della dieta mediterranea che l’Organizzazione Mondiale della Sanità riconosce tra i migliori modelli nutrizionali per la nostra salute.
Fonte: news-24.it