Con il “Patto sulla migrazione e l'asilo” l’Europa ha stabilito un insieme di norme per gestire l'immigrazione e creare un sistema comune di asilo a livello europeo. Approvato dal Parlamento il 10 aprile 2024, tale Patto si basa su quattro pilastri principali: frontiere esterne sicure, procedura rapida ed efficace, solidarietà e responsabilità, cooperazione internazionale. L'obiettivo è di garantire una gestione più efficiente e condivisa dell'immigrazione, rafforzando la sicurezza e assicurando protezione a chi ne ha realmente diritto.

Durante la sessione plenaria dello scorso 11 marzo, è stato annunciato un nuovo piano europeo per i rimpatri dei migranti senza diritto di restare nell'UE. Presentato dal commissario Magnus Brunner, il regolamento ha l’obiettivo di uniformare e rendere più severe e concrete le procedure di rimpatrio di coloro che non hanno diritto.

Tra le novità, l'istituzione di un modulo comune nel database di Schengen consentirà agli Stati membri di condividere gli ordini di espulsione, evitando che i migranti respinti in un Paese si trasferiscano in un altro per presentare una nuova domanda d'asilo. L'obiettivo è accelerare i rimpatri e garantire che chi deve lasciare un Paese europeo debba lasciare l'intera Unione.

Ritengo che un sistema unico e condiviso per i rimpatri sia fondamentale per garantire regole chiare ed efficaci nella gestione dell'immigrazione. Attualmente, solo il 20% dei migranti irregolari viene effettivamente rimpatriato, mentre il resto sfugge ai controlli, alimentando flussi incontrollati e reti criminali. Con questo nuovo regolamento, l'UE supera la frammentazione delle 27 normative nazionali, introducendo un sistema vincolante e più rapido.

Per anni, infatti, abbiamo assistito ad una procedura complessa e inefficace, con gravi ripercussioni sulla sicurezza e sulla fiducia dei cittadini. Senza regole certe, il sistema di accoglienza diventava insostenibile, favorendo l'immigrazione clandestina. Ora l'Europa ha saputo scegliere un approccio più responsabile, che semplifica i rimpatri e rafforza la cooperazione tra gli Stati.

Il regolamento prevede anche la possibilità di istituire hub nei Paesi terzi, confermando la validità del modello italiano adottato con l'accordo siglato con l'Albania. Tale accordo, infatti, prevede che, una volta soccorse le persone, vengano visitate a bordo delle navi della Marina Militare italiana: gli uomini senza vulnerabilità evidenti e provenienti dai cosiddetti “paesi sicuri” vengano poi portati in Albania, dove sono stati costruiti due centri gestiti dalle autorità italiane.

Per quanto riguarda il Piano europeo però è essenziale che i negoziati procedano rapidamente affinché questa misura diventi operativa al più presto, con risultati concreti e tempestivi per tutti.