On. Salvatore De Meo
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Il 10 aprile scorso il Parlamento Europeo ha approvato il nuovo Patto sulla migrazione e l’asilo, composto da dieci testi legislativi. Tra le principali novità c’era l’introduzione di un meccanismo di solidarietà obbligatoria, che prevede la redistribuzione dei migranti o un contributo finanziario dai Paesi membri in base alla loro popolazione e PIL.

Il principio di Dublino, che stabiliva che il primo Paese di accoglienza avesse dovuto gestire le domande di asilo, è rimasto invariato, ma è stato introdotto uno screening pre-ingresso per chi non soddisfa i requisiti per entrare nell’UE e si sono aggiunti dati biometrici come le immagini del volto.

L’Italia ha svolto un ruolo chiave nella promozione di questo accordo, che punta a gestire meglio il fenomeno migratorio e contrastare l’immigrazione illegale. Inoltre, il modello proposto dall’Italia per la gestione dei migranti in un centro dedicato in Albania rimane, ad oggi, il più valido ed efficiente ed anticipa il nuovo “patto per l’immigrazione” dove si prevedono centri all’esterno dell’Ue per migliorare le procedure di verifica dei flussi migratori legali.

A riguardo, come Delegazione italiana di Forza Italia al Parlamento europeo, abbiamo espresso le nostre perplessità sulla decisione del Tribunale di Roma di bloccare il centro in Albania, ancora prima che potesse realmente attuarsi, in quanto considerato in un “paese non sicuro”. Abbiamo espresso la stessa perplessità anche sulla richiesta dei giudici di Bologna di rivolgersi alla Corte di Giustizia europea per chiarire la validità del decreto legge con cui il nostro Governo ha individuato i paesi “sicuri” per il rimpatrio.

A fronte di tale contesto, non possiamo dimenticare le dichiarazioni della Presidente della Commissione Europea von der Leyen che ha più volte rappresentato l’interesse dell’Ue verso il modello italiano, invitato anche altri stati membri a prenderlo come esempio. Io credo che l’Ue, dopo anni di indifferenza, sia chiamata ad assumere ora una posizione chiara e definitiva sul fenomeno migratorio rispetto al quale solo il Governo italiano ha iniziato ad intraprendere soluzioni concrete e diverse dal passato.

Il modello proposto dall’Italia, nonostante sia stato avvelenato da un dibattito politico nazionale ed europeo di una sinistra demagogica e priva di pragmatismo, è quello giusto su cui dobbiamo continuare a lavorare, con il supporto di tutti gli stati europei, per una gestione ottimale dell’immigrazione legale e la lotta ai trafficanti di esseri umani. È inaccettabile che alcuni colleghi italiani abbiano anche solo potuto chiedere alla Commissione europea una procedura di infrazione contro l’Italia, quindi contro sé stessi, mettendo in discussione la propria sovranità nazionale, al solo fine politico di voler colpire un Governo che, a differenza dei precedenti a loro guida, sta concretamente e con coraggio affrontando e risolvendo le emergenze del Paese.

Il dibattito in Europa è molto acceso, ma sono assolutamente convinto che il protocollo Italia-Albania debba essere considerato quale modello da sperimentare e migliorare senza alcun pregiudizio politico perché altrimenti c’è motivo di credere che qualcuno a sinistra intenda garantire lo status quo senza voler trovare una forma di contenimento e gestione regolare dei flussi migratori in Europa.