Il Report di Mario Draghi, presentato a Bruxelles il 9 settembre scorso, redatto su richiesta di Ursula von der Leyen per comprendere il futuro dell’Unione europea in termini di innovazione e competitività contribuirà al lavoro della Commissione europea su un nuovo piano per la prosperità sostenibile e la competitività dell'Europa.
La nuova strategia industriale si basa su quattro pilastri: innovazione, decarbonizzazione, sicurezza economica e militare, e mobilitazione di capitali. L'innovazione è cruciale per colmare il divario con Stati Uniti e Cina, con 200 miliardi di euro destinati alla ricerca. La decarbonizzazione deve essere competitiva, con misure per ridurre i costi energetici. Sul fronte della sicurezza, l'UE deve garantire risorse critiche e rafforzare l'industria della difesa. Per raggiungere gli obiettivi prefissati, è emersa la necessità di investimenti pari 750-800 miliardi di euro annui, provenienti da un mix di risorse, pubbliche con la partecipazione del mondo privato.
Il rapporto ha suscitato ampi dibattiti sia a Bruxelles che a Roma, ma ha anche confermato ciò che Silvio Berlusconi e Antonio Tajani, insieme alla delegazione di Forza Italia al Parlamento europeo, avevano già previsto e richiesto nelle loro interrogazioni alla Commissione Europea nel 2021 e nel 2022.
Il piano di Draghi, infatti, descritto come un "ultimo appello" per l'Unione Europea, sottolinea, su tutto, la necessità di rivedere l’impianto della governance dell’unione e mobilitare risorse ingenti, ricorrendo anche al debito comune, per affrontare le sfide globali. L’Europa non può restare sorda a questo appello se vogliamo ridurre i divari digitali, energetici e sociali, rafforzare la competitività e l’autonomia europea, senza rinunciare all’impegno ambientale che continua ad essere centrale ma integrato ad obiettivi pragmatici di sostenibilità economica e sociale.
Occorre lo sforzo di tutti per ridisegnare il volto dell’Europa, a cominciare dalla sua architettura economica, se vogliamo rispondere in maniera efficace alle sfide che ci attendono.