Nell’ottica di garantire i consumatori in acquisti responsabili e consapevoli di prodotti alimentari, recentemente l’Europa ha introdotto alcune novità.
Innanzitutto, entro il 2025 sarà obbligatorio per alcune tipologie di frutta e verdure inserire nell’etichetta il paese d'origine e, facoltativamente, anche la regione di produzione. Si tratta di una novità importante sia per garantire una maggiore trasparenza e informazione per i consumatori sia per permettere loro di sostenere l'agricoltura locale o prodotti di regioni specifiche per motivi di qualità o sostenibilità.
Inoltre, l’Europa ha deciso che sarà obbligatorio indicare in etichetta il Paese di provenienza del miele e questo inevitabilmente rappresenta un grande passo in avanti per la tutela del miele europeo, ma, soprattutto, italiano.
La Commissione Agricoltura e Sviluppo Rurale, di cui sono membro effettivo, si è riunita nelle scorse settimane per votare la proposta di modifica di una Direttiva che, tra gli altri, regolamenta proprio il comparto del miele. Tra le proposte approvate ci sono state anche quelle dei miei emendamenti relative all'etichettatura con cui ho chiesto che venga espressamente dichiarata la provenienza geografica del miele e le sue eventuali miscelazioni, soprattutto per proteggere i consumatori, assicurando che durante l'acquisto non siano ingannati, ma possano effettuare scelte informate.
L'obbligo di indicazione della provenienza del miele è una misura positiva che tutela non solo i consumatori, ma anche i produttori di miele contribuendo anche a ridurre le frodi alimentari e a garantire la trasparenza delle informazioni sugli alimenti.
Purtroppo, secondo un rapporto del marzo 2023, quasi la metà del miele importato in Europa è falso, cioè composto da sciroppo ricavato da grano, riso e barbabietola da zucchero. L'Italia è uno dei principali produttori di miele in Europa, ma la sua produzione è stata pesantemente colpita dal cambiamento climatico e dal caro energia. In tal senso, l'obbligo di indicazione della provenienza del miele rappresenta una tutela per i produttori italiani, che potranno competere in modo più equo con i produttori di miele di altri Paesi.