Lo scorso 22 settembre, il Consiglio europeo ha deciso di aumentare il numero di seggi da eleggere al Parlamento europeo, per la legislatura 2024-2029, da 705 a 720. Questa decisione è stata presa in considerazione dei cambiamenti demografici negli Stati membri dell'UE. I seggi supplementari sono stati assegnati a 14 Stati membri: Belgio, Danimarca, Irlanda, Spagna, Francia, Lettonia, Paesi Bassi, Austria, Polonia, Slovenia, Slovacchia e Finlandia. Il numero dei seggi dell'Italia è stato, invece, confermato a 76. Il Consiglio europeo ha anche invitato le autorità di bilancio e la Commissione a garantire che l'aumento del numero dei seggi non abbia un impatto sul bilancio dell'UE. Questa decisione consentirà agli Stati membri di prepararsi alle elezioni del Parlamento europeo del 2024.
Sono deluso però dal fatto che il Consiglio non abbia accolto la proposta originale del Parlamento che prevedeva un aumento di seggi minimo solo per gli Stati membri con un aumento significativo della popolazione. Questa proposta era giusta e equa, e avrebbe garantito una rappresentanza più accurata dei cittadini dell'Unione europea.
Bisogna riconoscere però che la decisione del Consiglio è stata presa nel rispetto dei Trattati. Tuttavia, nel mio intervento in aula ho voluto sottolineare che il Consiglio non ha solo deciso di aumentare il numero di seggi, ma ha anche ignorato completamente le altre indicazioni contenute nella proposta del Parlamento. In particolare, il Consiglio ha stabilito che al maggior numero di seggi non ci sia una corrispondente variazione di bilancio. Sarebbe stato certamente preferibile un maggiore dialogo tra il Parlamento e il Consiglio per trovare una soluzione accettabile per entrambe le istituzioni.
Il mio auspicio adesso è che, soprattutto in questa ultima fase della legislatura, il Consiglio possa dimostrare maggiore rispetto per la volontà del Parlamento. Questo garantirebbe un rapporto di sincera e reciproca collaborazione tra le due istituzioni.