Il nuovo regolamento sugli imballaggi proposto dalla Commissione europea rischia di avere un impatto fortemente negativo e paradossale sull’Italia e in Europa con effetti dirompenti sulle filiere nazionali del riciclo e sui consumatori.
La proposta di Regolamento europeo sugli imballaggi e rifiuti di imballaggio, di cui sono relatore del parere, infatti, è stata presentata dalla Commissione sulla base di una valutazione di impatto secondo cui le tante e rigorose misure previste dovrebbero portare, entro il 2030, ad una significativa riduzione di imballaggi ed emissioni di gas serra. In realtà, approfondendo la relazione sulla valutazione di impatto, molti sono stati i dati che ci hanno detto l’opposto confermando le molteplici perplessità sollevate fin dall’inizio da Forza Italia e dall’intero sistema produttivo italiano.
Per questo motivo ho presentato un’interrogazione per mettere la Commissione europea davanti alla realtà dei fatti, ovvero che molte misure proposte in questo Regolamento sono insensate in quanto creano più danni che benefici, impattando in maniera drastica sulle aziende e sulle abitudini dei consumatori.
Inoltre, questa proposta di Regolamento porta verso il sistema del riutilizzo senza minimamente considerare ciò che molti Stati, come ad esempio l’Italia, hanno saputo realizzare, con risultati straordinari e con finanziamenti europei, nel sistema del riciclo, ma, soprattutto, non considera l’impatto negativo in termini di sicurezza, tracciabilità, logistica e spreco alimentare nonché di risparmio idrico ed energetico.
Basti pensare a cosa può significare nel settore della ristorazione o dell’agroalimentare sostituire i contenitori riciclati (carta e plastica) con i contenitori da riutilizzare e quindi da detergere per essere rimessi in uso. Forza Italia, insieme al PPE, ha più volte ribadito che non ci può essere sostenibilità senza tener conto di tre, distinte, dimensioni: quella ambientale, quella sociale e quella economica.
Durante la votazione del 19 luglio scorso in Commissione Agricoltura però ha prevalso il buonsenso. E’ stata approvata la mia relazione con un testo bilanciato a salvaguardia del settore agro-alimentare rispetto ad una proposta iniziale fortemente dannosa. La mia relazione ha eliminato il divieto per gli imballaggi dell’ortofrutta sotto un chilo e mezzo, i target irrealistici del riuso e la ricarica delle bottiglie di vino; abbiamo garantito la protezione delle nostre eccellenze alimentari, del Made in Italy e di tutti i prodotti ad indicazioni geografiche. In questo modo abbiamo anche scongiurato l’aumento degli sprechi alimentari e tutelato i consumatori.
Adesso però bisogna proiettarsi al futuro in modo da lavorare in maniera concertata con tutti i colleghi del Gruppo PPE per far sì che la nostra posizione sia accolta prima dalla Commissione Ambiente, che è la responsabile per questa proposta, e poi da tutto il Parlamento che dovrà esprimersi entro la fine dell’anno.