Non passa la richiesta del Ppe e delle destre di accantonare il provvedimento che prevede di ripristinare entro il 2030 il 20% delle superfici terrestri e marine
L'attesissima seduta di questo mercoledì si è conclusa a favore della legge sul ripristino della natura. La proposta di respingere il testo della Commissione non è passata con 324 voti contrari, 312 favorevoli e 12 astenuti. La proposta era stata sostenuta dal Ppe e dalle destre.
La mozione per respingere la legislazione avrebbe inferto un duro colpo al Green Deal. Un risultato importante. Ora il Parlamento europeo sarà in grado di avviare negoziati con gli Stati membri, che hanno già stabilito una posizione comune sul fascicolo, per mettere a punto le disposizioni e redigere un testo di compromesso.
I colloqui imminenti, il cui esito successo non è affatto garantito, dovrebbero essere lunghi e non semplici come conseguenza della polemica durata mesi intorno alla legge.
"Questa legge va bene anche per coloro che hanno votato contro", ha detto César Luena, l'eurodeputato spagnolo. "Voglio ringraziare in particolare gli scienziati e i giovani perché ci hanno convinto che abbiamo bisogno di avere questo legge. E lo avremo!"
Salvatore De Meo, eurodeputato PPE Italia: "Abbiamo evidentemente perso un'occasione per scrivere un testo che permettesse una transizione giusta. Ecco perché il Partito Popolare continuerà a portare avanti la sua battaglia, per far capire che la sostenibilità ambientale deve essere accompagnata anche da una sostenibilità economica, sociale e produttiva".
L'esito positivo della legge sul ripristino della natura è anche un segnale per l'intero Green Deal, il pacchetto globale dell'Unione europea per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Per ora la Commissione europea può dirsi soddisfatta.
Frans Timmermans, Vicepresidente della Commissione europea: "Il problema con questa proposta era che non riuscivamo a capire quale fosse il problema del PPE, con il contenuto, perché l'hanno rifiutato a priori, senza dirci esattamente cosa non gli piaceva. Così ora il Parlamento ha adottato la posizione. Dobbiamo parlare dei contenuti e c'è la mia disponibilità a negoziare con il PPE per trovare soluzioni comuni."
Cosa prevede la legge
La norma mira a riabilitare almeno il 20% degli ecosistemi degradati d'Europa entro 2030 e stabilisce obiettivi vincolanti in sette campi d'azione, come terreni agricoli, torbiere, e fondali marini, con l'obiettivo di fermare il danno ambientale causato dall'attività umana incontrollata e dai cambiamenti climatici.
Presentato per la prima volta dalla Commissione europea nel giugno 2022, ha acquisito ulteriore importanza dopo lo storico accordo sulla biodiversità raggiunto dalla COP15 a dicembre.
Tuttavia negli ultimi mesi, la legge è diventata oggetto di una campagna di opposizione senza esclusione di colpi da parte dei partiti di destra, in particolare del Partito popolare europeo (PPE), la più grande formazione del Parlamento.
La battaglia del PPE
Il PPE ha ripetutamente affermato che la legge, nella sua forma attuale, minaccerebbe i tradizionali mezzi di sussistenza degli agricoltori e dei pescatori europei, interrompendo catene di approvvigionamento consolidate, diminuendo la produzione alimentare, aumentando i prezzi per i consumatori e persino spazzando via le aree urbane per far posto a spazi verdi.
Tutte tesi ampiamente contestate da gruppi di sinistra, dalla Commissione europea, da diverse Ong, da migliaia di scienziati del clima, dal settore dell’industria delle energie rinnovabili e da grandi aziende come IKEA, H&M, Iberdrola, Unilever, Nestlé e Danone.
Tutti insistono sul ripristino della natura che sarebbe perfettamente compatibile con l'attività umana oltre ad essere essenziale per garantire la vitalità dei suoli europei.
La scorsa settimana il PPE si è lanciato in una campagna social contro la legge, facendo un'affermazione stravagante perfino su Babbo Natale, Una mossa ampiamente criticata dalle organizzazioni ambientaliste che hanno parlato di fake news.
La disputa ha effettivamente diviso in due il Parlamento europeo, con conservatori e progressisti messi l'uno contro l'altro in modo inconciliabile.
La controversia ha diviso il Parlamento europeo in due fazioni. In vista dell’attesissimo voto, diversi eurodeputati conservatori, come l'irlandese Frances Fitzgerald, la finlandese Sirpa Pietikäinen e il ceco Stanislav Polčák, si erano discostati dalla linea del PPE, dichiarando a loro intenzione di poter negoziare sulla tanto contestata legge.
Dopo la bocciatura della proposta di rigetto del regolamento, la Plenaria ha cominciato ad esaminare gli emendamenti - circa 140 - presentati al testo. Tra questi figurano gli emendamenti di Renew che puntano al compromesso riportando di fatto a proposta della Commissione al testo, più morbido, approvato dal Consiglio Ue lo scorso giugno. Esaminati gli emendamenti, è previsto il voto finale sul testo complessivo.
Fonte: euronews.com