Ogni anno, il 9 maggio, con la festa dell’Europa, in tutti i 27 Paesi dell’Unione si celebra l’identità culturale e politica dell’Ue, ma, soprattutto, i suoi valori: il rispetto e la tutela della dignità umana, della libertà, della pace, della democrazia, dell'uguaglianza, dello Stato di diritto e dei diritti umani.
Ancora oggi le parole che Robert Schuman usò in quel famoso 9 maggio del 1950, parlando di integrazione e di pace, risultano attualissime: “La pace mondiale non potrà essere salvaguardata se non con sforzi creativi, proporzionali ai pericoli che la minacciano. Il contributo che un'Europa organizzata e vitale può apportare alla civiltà è indispensabile per il mantenimento di relazioni pacifiche. L'Europa non potrà farsi in una sola volta, né sarà costruita tutta insieme; essa sorgerà da realizzazioni concrete che creino anzitutto una solidarietà di fatto”.
La guerra in Ucraina, in tutti questi mesi, ci ha evidenziato maggiormente quanto sia fondamentale rafforzare il concetto di libertà e di difesa dei valori e dei diritti. Ciò che per noi europei è quasi scontato, infatti, non lo è per niente in Paesi ai nostri confini. Proprio per questo motivo ho particolarmente apprezzato la decisione della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, di non essere presente nella plenaria di Strasburgo per la festa dell’Europa, ma di andare, invece, nella capitale ucraina, a Kiev, da dove ha ribadito la difesa del progetto europeo, basato sui valori della pace e della libertà.
Era importante, infatti, in una giornata simbolo di fratellanza e di unità per tutta l’Europa, dare un segnale di vicinanza al popolo ucraino e al presidente Volodymyr Zelensky riaffermando l'incrollabile sostegno dell'Ue nei confronti dell'Ucraina e la piena condanna all’aggressione russa. Allo stesso modo, era importante rafforzare il concetto di Unione europea troppo spesso messo in discussione nelle scorse settimane dal presidente russo Vladimir Putin.