Il naufragio avvenuto sul litorale di Cutro non può e non deve lasciare indifferenti nessuno. L’ennesima tragedia nella quale l’Europa ha la responsabilità di non essere intervenuta concretamente e di continuare a lasciare alcuni Stati, come l’Italia, nell’impossibilità di affrontare e contenere i flussi di migranti e, soprattutto, di fermare i trafficanti di esseri umani.
Nelle scorse settimane, dopo la discussione del Consiglio europeo sulla situazione migratoria, anche in Parlamento abbiamo avuto un importante dibattito nel quale sono intervenuto per ribadire che siamo di fronte ad una sfida europea per la quale è necessaria una risposta concreta ed efficace.
Finchè gli Stati membri continueranno ad apporre logiche nazionali davanti a quelle comunitarie, saremo ben lontani dal trovare una risposta politica e continueremo ad assistere impotenti a ondate di migrazioni che diventeranno, come lo sono state in passato, vere e proprie emergenze.
Ho chiesto al presidente Michel, presente in aula, di farsi portavoce di questo mio ulteriore appello affinché il Consiglio europeo trovi un accordo basato su una reale solidarietà tra Stati e sull’idea che i confini meridionali ed orientali dell’Ue, a differenza di come forse pensa qualcuno, sono confini di tutti gli Stati europei.
È fondamentale lavorare con i Paesi terzi per efficientare i rimpatri e contestualmente rafforzare le frontiere esterne che vanno senza dubbio aiutate per esaminare tempestivamente le domande di asilo. È altresì importante sostenere un codice di condotta per le ONG nelle operazioni di ricerca e salvataggio affinché il diritto internazionale e nazionale venga rispettato. Purtroppo, dal dibattito è emerso che il problema dell’immigrazione, per quanto sia drammaticamente attuale, sembra faccia incredibilmente fatica a trovare una soluzione comune.