Quella dell'attuale carenza di fertilizzanti è un’urgenza non più trascurabile, stiamo assistendo ad una crisi del settore di portata globale che non si vedeva dagli anni ’70. L’impennata dei prezzi dei fertilizzanti, aggravata dalla guerra russa in Ucraina e dalla successiva crisi energetica, sta mettendo a dura prova la nostra autonomia alimentare.
L’aumento del prezzo del gas naturale, da cui la produzione di fertilizzanti azotati dipende, ha comportato una crescita di quasi il 150% nei prezzi dei fertilizzanti rispetto allo scorso anno e, tenendo conto del fatto che la Russia e la Bielorussia forniscono il 60% dei fertilizzanti dell'Ue, questi sviluppi impattano in maniera notevole.
Questa situazione ha portato ad una complessiva riduzione della disponibilità dei fertilizzanti, fenomeno che potrebbe condurre a rendimenti più bassi per il raccolto del prossimo anno. Bisogna affrontare con urgenza tale situazione per prevenire l’aumento dei prodotti alimentari e le ripercussioni sulla nostra sicurezza alimentare.
Durante il dibattito in aula a Strasburgo ho ribadito questo monito sollecitando una certa tempestività nella gestione delle sfide che stiamo attualmente affrontando.
Gli agricoltori andrebbero sostenuti fino a quando il mercato non si stabilizzerà e, a mio avviso, nemmeno la nuova PAC sarà in grado di farlo considerando l’inflazione in corso che ne sta ridimensionando la portata.
Per questo, credo che sia doveroso rafforzare il bilancio della PAC con una revisione intermedia del bilancio dell’Ue e trovare fonti di finanziamento alternative a supporto del settore.
Dobbiamo garantire la sicurezza alimentare per la nostra società rendendo l'industria dei fertilizzanti meno dipendente dall'esterno. La delegazione di Forza Italia e tutto il PPE continueranno ad insistere sulla necessità di una strategia a lungo termine dell’Ue sui fertilizzanti che preveda anche valide soluzioni alternative ad essi al fine di ridurre la dipendenza del sistema alimentare europeo dai Paesi terzi.