L’aumento dei casi Covid rilevato sui passeggeri provenienti dalla Cina richiede una concreta risposta europea per contrastare il possibile aumento dei casi nel nostro continente. Con i colleghi Comi, Mussolini, Patriciello, Salini e Vuolo, anche alla luce delle disposizioni di Italia, Francia e Spagna sull’obbligo dei tamponi ed il relativo sequenziamento del virus per tutti i passeggeri provenienti dalla Cina, ho scritto, ad inizio 2023, alla Commissione europea chiedendo l’adozione di una strategia europea per uniformare le misure di prevenzione e screening dei passeggeri in arrivo dalla Cina e l’attuazione di un sistema coordinato al fine di monitorare le eventuali varianti individuate durante i controlli effettuati negli aeroporti europei.
Inoltre, abbiamo chiesto alla Commissione di avere una nuova valutazione da parte del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie dopo le dichiarazioni fatte nelle settimane precedenti dal medesimo in cui si reputava ingiustificata l’introduzione di uno screening obbligatorio per i viaggiatori in arrivo dal Paese orientale.
L’alta percentuale di passeggeri che arriva in Europa proprio dalla Cina e risultati positivi in diversi aeroporti, rischiava e rischia di mettere in discussione l’enorme sforzo che l’Unione europea sta portando avanti, da oltre due anni, per contrastare l’ondata pandemica che ha significato più di un milione di decessi e ingenti danni all’economia.
I rappresentanti dei 27 Stati membri proprio nelle scorse settimane hanno raggiunto un accordo sulle restrizioni da imporre ai viaggiatori in arrivo dalla Cina con raccomandazioni che vanno dall’utilizzo delle mascherine a bordo, al monitoraggio delle acque reflue negli aeroporti fino ovviamente al rafforzamento dei controlli interni con test casuali su chi atterra nell’Ue. Una sorta di “approccio coordinato” contro la recrudescenza della pandemia in Cina che tuteli però i cittadini europei da una possibile e pericolosa nuova ondata pandemica che nessuno si augura, ma che, soprattutto, renderebbe davvero complicata, se non impossibile, la lenta ripartenza europea.