I giornalisti oggi rappresentano i propagatori della democrazia e della libertà, sono promotori dell’integrazione, della crescita culturale, della coesione, della trasparenza e dell’uguaglianza. Se si difendono il pluralismo e la libertà dei media viene da sé che si tuteli anche lo Stato di diritto spronando chi detiene posizioni di potere e le istituzioni stesse a rispondere del proprio operato.
Le pressioni di alcuni governi o il controllo sui media purtroppo compromettono ancora sia la libertà di parola e di espressione sia la libertà di cercare, ricevere e diffondere informazioni. L’Europa deve significativamente ribadire il suo impegno e la sua determinazione portando avanti proposte concrete volte a contrastare le azioni intimidatorie contro i giornalisti emanando adeguati provvedimenti che possano eliminare l’abuso di strumenti legali o non contro la libertà di informazione.
Nel mio intervento a Strasburgo durante la plenaria, ho voluto porre l’accento sui dati della Federazione internazionale dei giornalisti che hanno già documentato 59 omicidi di professionisti dei media nel 2022, 12 in più rispetto al 2021. Ancora più sconcertante è che nove omicidi di giornalisti su dieci restano tutt’ora impuniti.
Sono dati allarmanti, soprattutto se vengono associati anche ai tantissimi episodi di violenza ed intimidazione ai danni di chi sceglie di raccontare la verità, tutelando e rafforzando di conseguenza la nostra democrazia.
La libertà di espressione, la libertà dei media e il pluralismo sono sanciti dalla Carta dei diritti fondamentali dell'UE nonché dalla Convenzione europea dei diritti dell'uomo.
È evidente che esiste un collegamento tra la libertà di stampa e lo stato di diritto dove promuovere e difendere lo stato di diritto significa anche promuovere e difendere la libertà di stampa e tutti coloro che si adoperano per questa libertà.
Una cosa è certa: nonostante le diverse iniziative europee, dobbiamo essere più determinati ed incisivi di quanto non lo siamo stati nel caso della giornalista maltese Daphne Caruana Galizia uccisa pochi anni fa oppure nei riguardi dell’attuale aggressione russa o delle rivolte in Iran dove giornalisti, cameramen e fotografi vengono uccisi o arrestati per occultare la verità in favore di una propaganda fatta di disinformazione e manipolazione.
In un periodo storico in cui l’informazione è garanzia di libertà, di coesione, di vicinanza, di conoscenza, la libertà di stampa rimane uno dei capisaldi dello stato diritto e, in quanto tale, va promossa e difesa perché non ci può essere democrazia senza libertà e pluralismo dei media. Un attacco ai media è un attacco alla democrazia.