Spiace per le rassicurazioni del ministero, ma le segnalazioni arrivate a valanga al Giornale raccontano tutto un altro film. Molto meno rassicurante. Intanto, a cinque giorni dal termine ultimo per la consegna delle schede al Consolato, fissato per il 22 settembre alle ore 16:00 per l'Italia, centinaia di migliaia di elettori sui 4,9 milioni aventi diritto lamentano la mancata consegna del plico elettorale. Non è partito o, peggio, è stato intercettato? Secondo problema: le 202 sedi consolari impegnate sono in chiara difficoltà, «anche per colpa del loro depotenziamento negli anni», dice Salvatore De Meo, responsabile Forza Italia per gli Italiani nel mondo, che ha scritto le sue doglianze al ministro degli Esteri, Luigi Di Maio. Invano, a quanto risulta al Giornale.
Poi c'è la questione della segretezza del voto. In ogni plico che arriverà da circa 200 Paesi attraverso 79 voli diretti a Fiumicino e che sarà dirottato presso le corti di Appello di Roma, Napoli, Firenze, Bologna e Milano, dove saranno scrutinate, c'è un codice a barre che ne consente la tracciabilità e dovrebbe esserci un sistema di chiusura delle buste pre affrancate che dovrebbe impedirne la contraffazione. Peccato che alcune buste siano fallate, e che gli elettori - pur di mantenere la segretezza del voto - siano stati costretti a chiuderle con colla e nastro adesivo, rendendo questi voti potenzialmente annullabili. Chi deciderà? Con quale criterio? In alcune schede spagnole, per un errore della tipografia di Barcellona, nel certificato elettorale c'è scritto «referendum abrogativi» anziché elezioni politiche, ma la Farnesina rassicura: «Quel voto è comunque valido».
Ma la situazione più esplosiva è quella della Circostrizione Nord-Centro America, come ha più volte denunciato al Giornale il capolista del centrodestra di Fratelli d'Italia Andrea Di Giuseppe: «Da tutta la circoscrizione del Nord e Centro America ci stanno arrivando segnalazioni di plichi mai arrivati e di consolati che non rispondono alle telefonate di chi legittimamente reclama le sue schede elettorali. È una vergogna che va denunciata e combattuta - dice il candidato sulla sua pagina Facebook (il suo profilo personale invece sarebbe stato hackerato) - Stanno privando la nostra comunità di un diritto inalienabile. La risposta è andare di persona ai consolati, dove si possono ritirare i plichi elettorali e riconsegnarli dopo aver votato tutti i giorni, anche sabato 17 e domenica 18 settembre». Secondo alcune fonti, Di Giuseppe starebbe pensando anche a un'azione eclatante: imbarcare su dei pullman una parte degli italiani che lo hanno contattato via social e portarli davanti ai consolati di Miami, New York e Los Angeles per un flash mob. D'altronde, stando ai dati anagrafici degli iscritti all'Aire, gli under 80 sarebbero un terzo degli aventi diritto. Un numero decisamente sospetto, tanto che Di Giuseppe teme una maxi frode che avrebbe ripercussioni non solo sul voto, ma anche sui 150mila assegni che l'Inps stacca ogni mese. L'istituto previdenziale guidato dal grillino Pasquale Tridico non ha ancora fornito risposte ai tormenti del candidato Fdi. Massì. È tutto a posto, no?
Fonte: ilgiornale.it