L’Italia è uno degli Stati membri più popolosi, con una concentrazione dei tre quarti della popolazione in zone urbane e il restante quarto abita il 60% del territorio nazionale. Numeri e misure, queste, frutto di politiche di concentrazione delle risorse. Oggi, a seguito della pandemia, e nel mezzo di una trasformazione del lavoro, e del cambiamento climatico, alcuni assetti non possono essere più dati per scontati, e un’eventuale trasformazione non può eludere la questione della sostenibilità.
Per trovare spunti e nuove idee si sono riuniti, nella cornice della Conferenza sul Futuro dell’Europa (CoFoE), deputati europei – Brando Benifei, Salvatore De Meo, Mario Furore e Simona Bonafè –, ma anche influencer – in sala Ruggero Rollini, Matt The Farmer, Bosco di Ogigia e TechPrincess, e attraverso pillole di video Carotilla, Naki, Xenia Offwhite – chiamati “creator”. A loro si chiede di trasformare in un linguaggio divulgativo e accessibile, pop, contenuti complessi come l'emergenza climatica e le buone pratiche per la transizione ecologica.
Cittadini e cittadine non sono mancati all’appello, e dal Panel 3 di CoFoE su Cambiamento climatico, ambientale e salute, hanno portato le loro idee e proposte.
A sopresa, ha raggiunto il palco anche l’ex Presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani.
Ad aprire la discussione sono intervenuti Carlo Corazza, Responsabile del Parlamento europeo in Italia, Francesca Mortari, Director YouTube Southern Europe, e Carlo Alberto Pratesi, Presidente di EIIS.
L’accordo sulla necessità di una trasizione ecologica e sostenibile è il filo rosso che attraversa l’intera discussione, che si colora di tinte differenti e proposte innovative e diversificate. I creator e i cittadini sottolineano la questione del tempo: non è più il momento di indugiare, c’è bisogno di determinazione e azione verso una trasformazione della produzione all’insegna della sostenibilità e del rispetto dell’ambiente. Il professor Pratesi indica due strade, entrambe valide e applicabili: una è quella della drastica riduzione di emissioni di CO2, l’altra è l’investimento sull’economia circolare.
Sull’economia circolare è dello stesso parere Bonafè, deputata europea M5S e Relatrice della Raccomandazione sul regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio per il riutilizzo dell'acqua, che sottolinea la necessità di parlare non solo della fine della vita dei prodotti, e dunque di come smaltirli o riciclarli, ma anche del principio della vita dei prodotti sostenibili, ossia di come farli in modo che siano certamente e interamente riciclabili una volta esaurita la loro funzione.
Benifei segnala che il Parlamento europeo ha preso posizioni forti a favore della transizione ecologica, ma gli interessi in gioco sono forti. Probabilmente si riferisce alle resistenze delle aziende al cambiamento, che Tajani in chiusura invita a sciogliere stanziando fondi importanti a sostegno della riconversione ecologica, soprattutto per evitare che le piccole realtà, non riuscendo a rigenerarsi in modo sostenibile, vengano acquistate dai soliti grandi investitori.
Ma le proposte non mancano nemmeno da parte dei cittadini che tornano dalla riunione del Panel 3 con segnalazioni e proposte: una preoccupante tendenza all’obesità sta diventando sempre più diffusa, soprattutto in età infantile e in adolescenza, ma si può contrastare con l’aiuto di nutrizionisti gratuiti negli istituti scolastici.
Altre proposte arrivano dai creator influencer: Matt The Farmer suggerisce di piantare alberi lungo gli orti, perché ombreggiando le piante fanno risparmiare il 20% di acqua, e TechPrincess invita a informarsi sui consumi dei data center – quelli che immagazzinano e conservano i dati che produciamo con le nostre interazioni web – pari quasi a quelli di una intera città. Anche De Meo invita a usare e non abusare della rete. «Non dobbiamo essere spaventati di ridurre i nostri consumi, abbiamo piuttosto bisogno di comprendere che facciamo parte di una comunità, e la solidarietà deve essere al centro».
Su quest’ultima suggestione Furore ricorda che la nuova PAC, politica Agricola comune, metterà al centro i piccoli coltivatori, che secondo gli studi non sprecano risorse, hanno un contatto con il territorio molto forte e rispettano l’ambiente. Investire sul micro e in modo capillare potrebbe essere la vera chiave della transizione.
Fonte: repubblica.it